Il direttore della Caritas di Salerno Campagna Acerno don Marco Russo, coadiuvato dal Coordinamento diocesano dei Centri di ascolto, ha voluto incontrare in video conferenza i responsabili dei centri di ascolto parrocchiali su tutto il territorio della diocesi. Un incontro carico di emozioni e di significato, i centri di ascolto parrocchiali durante la quarantena hanno rappresentato, insieme ai parroci, delle vere e proprie sentinelle della carità, pronti a raccogliere e lenire i numerosi disagi, vecchi e nuovi, emersi nel corso dell’isolamento.
La pandemia ha fatto aumentare in maniera esponenziale i bisognosi che hanno bussato alle porte della Caritas e questo carico ha messo a dura prova i volontari e gli operatori dei centri di ascolto, che con abnegazione e spirito missionario hanno fatto quanto in loro potere per soddisfare i bisogni di tutti. Uniti in Cristo, con il supporto materiale e spirituale di tanti, si è riusciti a combattere una battaglia che sembrava impossibile da vincere, “Ma con Cristo nulla è impossibile”.
I racconti degli operatori parrocchiali caritas sono stati fatti propri dal direttore don Marco Russo, che ha sottolineato che la Caritas non si è mai fermata e ha combattuto il virus con la solidarietà e la prossimità. Per ogni famiglia, persona che ha chiesto aiuto non è stato dato solo qualcosa, ma è stata comunicata vicinanza, ascolto e speranza. Queste sono le caratteristiche di un servizio caritas che non si ferma al donare qualcosa, ma va oltre. Ha rispetto prima di tutto della persona come tale, ascolta il suo bisogno e risponde chiamandola per nome per ridonarle tutte la sua dignità.
Anche la caritas diocesana ha operato sempre sin dal primo giorno di lockdown con interventi di aiuto materiale e non solo. Si è fatta vicina a tutti sacerdoti della diocesi chiamandoli per conoscere le varie necessità e organizzare un pronto intervento; si è fatta vicina ai senza fissadimora accogliendoli nel centro diurno dopo che avevano passato la notte al dormitorio per far rispettare anche a loro la quarantena; ha donato delle apparecchiature sanitarie all’Ospedale “San Giovanni Di Dio e Ruggi d’Aragona” per aiutare i medici; insomma ha vissuto in pieno l’emergenza senza paura, ma con grande senso di responsabilità.
Dice papa Francesco: «la Carità è la più ambita delle virtù alla quale l’uomo possa aspirare per poter imitare Dio. Ecco perché vorrei ribadire che la Carità non è un’idea o un pio sentimento, ma è l’incontro esperienziale con Cristo».
“Allora insieme – sottolinea il direttore Don Marco – ricordiamoci che ogni volta che incontriamo un povero non dobbiamo solo dare a lui qualcosa, ma comunicare soprattutto Cristo, che anima il nostro cuore, donare la speranza che viene dal nutrirci della sua Parola e del suo Corpo”.