“L’Italia ha bisogno di 75 miliardi di metri cubi di gas naturali l’anno; 70 miliardi provengono dall’estero e il 50% di questi 70 miliardi proviene dalla Russia che in questo periodo ha drasticamente ridotto la fornitura di gas; cinque miliardi vengono estratti nell’Adriatico, nel Ferrarese e nel Canale di Sicilia; una quantità quasi doppia di gas non viene estratta per motivi ambientali perché si teme si possano generare fenomeni sismici. L’Italia ha però anche un potenziale di energia geotermica estraibile dal sottosuolo, che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente. Basterebbe estrarre una piccola frazione di questa energia per soddisfare interamente tutta la domanda interna. Queste centrali geotermiche non comportano un danno significativo all’ambiente poiché considerate poco inquinanti ”. A fare il punto sulla situazione energetica in Italia è stato il professor Roberto Scarpa, Geofisico, già Professore Ordinario di Geofisica della Terra Solida presso l’Università di Salerno, componente del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, consulente del Consorzio Interuniversitario C.U.G.RI. (Centro Universitario per la Previsione e Prevenzione Grandi Rischi), durante l’incontro organizzato al “Circolo Canottieri Irno” di Salerno dal “Rotary Club Salerno a.f. 1949 “ presieduto dalla professoressa Maria Rosaria Lombardi.
Il professor Scarpa, socio del Club, ha spiegato che l’energia geotermica è quella parte di calore terrestre che può essere estratta dal sottosuolo:” Questa energia geotermica non è abbastanza valorizzata: costituisce oggi meno dell’1% della produzione mondiale di energia. Da uno studio dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts è emerso che la potenziale energia geotermica contenuta sul nostro pianeta potrebbe soddisfare il fabbisogno energetico planetario per i prossimi 4000 anni rendendo quindi inutile qualsiasi altra fonte non rinnovabile attualmente utilizzata”. Il professor Scarpa ha spiegato che le fonti energetiche possono esser non rinnovabili ( carbone, petrolio, gas naturali, uranio, plutonio) e rinnovabili (sole, vento, biomasse, acqua, geotermia ): “Anche in Italia ci sono questi materiali sotto terra, a varie profondità : in Basilicata, in Val D’Agri, c’è uno dei giacimenti petroliferi più importanti d’Europa dove l’Eni estrae 75000 barili al giorno; nella stessa area estrae anche 5milioni di metri cubi di gas metano al giorno, un miliardo di metri cubi l’anno. Esauriti i pozzi di petrolio potremo utilizzare gli stessi per poter fare dei test sperimentali, autorizzati dall’ENI, per analizzare il calore che c’è sotto le viscere terrestri quale fonte di energia : noi stiamo realizzando un progetto per ottimizzare la resa dell’energia e analizzare i rapporti tra energia e ambiente”. Il professor Scarpa ha evidenziato la grande ricchezza di calore che possiede il nostro Paese:” Tutto il nostro territorio ha delle grandi sorgenti di calore sotterranee, più estese sul lato tirrenico, a profondità non molto elevate. Queste sorgenti di calore possono essere utilizzate attraverso l’uso dei vapori o dei fluidi caldi che escono dal sottosuolo come già avviene in Toscana, a Larderello. Con le nuove tecnologie, per avere questa energia geotermica, possono essere utilizzati fluidi a più basse temperature, anche a settanta gradi”. Scarpa ha spiegato che in Italia non vengono presi dal sottosuolo uranio e plutonio per l’energia nucleare:” Da noi è bandita da circa quarant’anni, pur essendo stata l’Italia tra le prime nazioni ad utilizzare questa energia”. Il Professor Scarpa ha anche parlato dell’energia fotovoltaica: “Ormai importiamo tutte le cellule fotoelettriche dalla Cina “ e di energia eolica:” E’ molto usata nel Meridione, ma è sotto accusa per problemi ambientali. Per quanto riguarda l’utilizzazione delle biomasse, l’energia ricavabile dai rifiuti, dal metano che viene fuori dalla degradazione del materiale organico, non è molta. Anche l’energia legata all’acqua non è esente da problematiche. Tutte le forme di energia non sono esenti da rischi ambientali”.
Aniello Palumbo