di Emilio La Greca Romano, docente scolastico
Seicento docenti universitari italiani lamentano la grave condizione culturale degli studenti. Molti mancano nell’ uso corretto della lingua italiana sia nella produzione scritta che in quella orale.
Certo che i nostri alunni scrivono male e non sanno far manco di conto….è inevitabile in una scuola voluta di massa, per tutti, senza contenuti, ma fatta di inutili progetti, foraggiata solo per pochi, prostituita alle facili promozioni per alzata di mano e venduta alla mediocrità di qualche improvvisato ” direttore d’orchestra “. È la scuola che adempie la volontà di una politica mediocre, senza cultura, fatta di facciata e distante dall’alto vero fine del bene collettivo…votata alle logiche del potere verticistico e gravida di riforme inopportune….disastrose e scellerate.
La scuola è divenuta un contenitore ove tutti, fino all’età dell’obbligo, devono restare…residuano poi pochi anni per conseguire il diploma di stato…tutti si sentono incoraggiati, anche per l’inesistente selezione, a proseguire per il conseguimento di un titolo senza sforzo. Attivarsi nella lezione ordinaria e tradizionale, con l’attenzione ai contenuti programmati non è sempre efficace, specialmente perché ne traggono utilità soltanto pochi. Sovente, malgrado accorate sollecitazioni e mille strategie, sono veramente ridotti gli alunni che seriamente si applicano. La gran parte arriva al secondo biennio nelle scuole superiori e al monoennio conclusivo senza abitudine allo studio e privi di metodo e conoscenze pluridisciplinari basilari. Facili si rappresentano le promozioni da una classe all’altra e le ammissioni agli esami di stato, spesso frutto di un bonario consenso a maggioranza e con l’azione iperprotettiva dei membri interni, pronti a ogni crociata, ad ogni ardua impresa, a garanzia del favorevole risultato….le classi si costituiscono in gran parte di alunni demotivati, senza autentico interesse e scarsamente coinvolti nell’attività di studio individuale e di gruppo, alcuni evadono fisicamente le lezioni, con l’ausilio delle legittime certificazioni mediche ( fino a cinquanta giorni), altri si mostrano presenza passiva in classe e, malgrado i richiami continui e i provvedimenti disciplinari, spesso inefficaci, preferiscono la navigazione in internet, prendendo cosi’ ogni distanza dal mondo scuola e navigando verso mete lontane….
È solo 1/3 degli alunni, in genere, in ogni classe, specialmente negli istituti tecnici e professionali, la percentuale degli allievi che raggiungono un adeguato profitto a seguito di una attività di studio serio e costante, sempre più difficile nel compiaciuto letargo didattico del
gruppo classe.
Le carte inutili, gli incontri e i tempi che si destinano a varie progettualità, spesso opportune solo a foraggiare i soliti docenti….che generalmente fanno anche da ossequiosa corona al dirigente, si rappresentano gravose distrazioni e atteggiamenti deleteri.
La scuola dovrebbe recuperare l’ onestà intellettuale e morale dei sui consigli di classe, l’omogeneità e il rispetto della classe docente, liberarsi della virale colleganza ipocrita….
La scuola dovrebbe selezionare gli allievi interessati, motivati, impegnati nello studio rispetto a chi non lo è.
La scuola dovrebbe recuperare, lettura, scrittura e far di conto, mettere al centro il libro, la ricerca, lo studio dei contenuti disciplinari, recuperare le vere funzioni informatvo-formative, rappresentarsi preziosa palestra di sviluppo di crescita morale e civile, seria opportunita’ per l’avvenire dei nostri figli…
La scuola dovrebbe distanziarsi dalle esclusive operazioni di facciata e concentrarsi nell’opera di sostanza….Dovrebbe recuperare e incentivare fattivamente il ruolo degli insegnanti; dovrebbe riproporsi selettiva, come un tempo.
Dice bene C. Alvaro, “Tanti diplomi non fanno un paese di cultura”. L’alternanza scuola lavoro, poi, è un gran bene, ma se collocata nella sfera concreta, senza obbligare, per esempio, alla sola e derisoria simulazione della creazione e gestione di una azienda ….facciamo ridere i polli..!! La politica di turno, purtroppo, non sembra veramente orientata verso la direzione di un serio cambiamento, basti pensare al recente colpo di grazia del 6 di media per l’accesso all’esame di stato, (per fortuna non più maturità), che si profila nei progetti di attuazione per il prossimo anno scolastico. Ne vedremo ancora delle belle, mentre si allungano i tempi e si riducono le speranze dell’esodo di una marea di insegnanti stanchi, mal pagati e demotivati. W la scuola dei somari in questa diffusa stupidità globale.
Emilio LA GRECA ROMANO