I tagli alle risorse dei Patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono un attacco diretto contro i cittadini. Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti.
Una scelta scellerata, che rischia di cancellare la rete di solidarietà dei Patronati, enti di prossimità che generano welfare gratuito, a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero.
Un Servizio oggi gratuito, che la Legge di Stabilità rende oneroso, con il rischio (per i meno abbienti) di dover rinunciare alle tutele previdenziali ed assistenziali cui hanno diritto. L’uguaglianza di accesso ai diritti sarà cancellata.
Operazione, che il Governo attua prelevando soldi dalle tasche dei cittadini, giacché il Fondo Patronati (oggetto del taglio) è alimentato dai contributi di 21.000.000 di lavoratori, messi a disposizione per un Servizio gratuito a 50.000.000 di cittadini.
Per svolgere lo stesso lavoro, la Pubblica Amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti (con evidente impiego di oltre 5.000 persone), con un costo complessivo a suo carico (INPS, INAIL e Ministero dell’ Interno) di 657 milioni di euro.
In Campania, i Patronati del Ce.Pa (ACLI – INAS – INCA – ITAL), nell’anno 2013 hanno prestato assistenza a circa 400.000 cittadini nei 200 uffici dislocati sull’intero territorio regionale.
Le persone che si rivolgono a noi, dichiarano gli Enti del Ce.Pa, sono principalmente collocati nella fascia debole della cittadinanza; target più bisognoso di un’informazione corretta e tempestiva, che consenta un accesso ai diritti fruibili, capaci di generare aiuto e sostegno immediato.
Nel 2013 (dati Patronati Ce.Pa) si sono rivolti ai nostri uffici:
40.000 lavoratori e pensionati, hanno chiesto consulenza per accedere al pensionamento o verificare la propria posizione contributiva;
240.000 persone per inoltrare istanze di disoccupazioni e welfare familiare;
55.000 anziani e disabili per i diritti dell’area socio-assistenziale;
oltre 15.000 nuovi cittadini extra-comunitari.
Abbiamo raggruppato in quattro aree di disagio, centinaia e centinaia di diritti, che necessitano per la loro esigibilità, di conoscenza di norme giuridiche e legislative quasi mai note ai cittadini, pensionati e lavoratori, o peggio ancora mal tradotte.
Gli enti di Patronato, infatti, svolgono un ruolo fondamentale di prossimità e intermediazione, nel superamento del disagio generato dalla gestione oramai esclusivamente telematica, di cui la Pubblica Amministrazione si avvale, nella gestione di tutte le istanze legate a benefici.
Oggi il Governo Renzi, con la Legge di Stabilità del 2015, ha deciso di mettere fine a tutto ciò, aprendo al mercato e quindi all’onerosità (per chi potrà permetterselo) l’assistenza e la tutela, che i Patronati oggi, svolgono quotidianamente e gratuitamente.
Con il taglio alle risorse previsto dalla legge, dovremmo rinunciare SOLO in Campania al 60 % dei nostri presidi territoriali e del relativo personale impiegato (saranno circa 7.000 i futuri disoccupati): una rete capillare, che si sostituisce sul territorio, alla non presenza degli Enti.
La Legge di Stabilità così come formulata, si appresta conclude il Ce.Pa Salerno, a introdurre un’altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli, costrette dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole
Dunque, LA NOSTRA PROTESTA, che sta ricevendo anche attestati di solidarietà da parte di parlamentari e di istituzioni (tra questi Inps ed Inail), NON SI FERMA e continuerà finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma.
Pronti alla mobilitazione, ACLI – INAS – INCA ed ITAL SALERNO il 15 novembre prossimo aderiranno alla giornata nazionale di protesta, con iniziative unitarie in tutta la provincia. Nelle principali piazze, saranno allestiti stand e si terranno incontri pubblici, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica, su una questione vitale per il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti.