Il “Comitato Civico Quota 96” rappresenta le istanze dei lavoratori della scuola usurpati del diritto di andare in pensione da uno dei tanti errori della riforma previdenziale. Formatosi attraverso la rete, il comitato ha svolto in questi due anni numerose azioni, anche giudiziarie, per affermare i diritti di questi lavoratori della scuola. La proposta di legge delle deputate Ghizzoni del Pd e Marzana del M5S, sembra riaccendere la speranza di arrivare alla fine della loro odissea. Abbiamo il piacere di discutere dello stato dell’arte con Kiara Farigu, componente del direttivo nazionale del comitato.
La Commissione Cultura della Camera ha dato parere favorevole. A che punto è l’iter del disegno di legge 249/1186?
La Pdl 249/1186 è approdata il 5 febbraio in Commissione Bilancio per la verifica della copertura finanziaria. Ancora una volta, la Ragioneria dello Stato ha sollevato obiezioni e dubbi, sia sui costi che sulla platea dei beneficiari. Obiezioni a nostro parere strumentali, non tengono in alcun conto la convergenza politica che tenta di rimediare ad un errore burocratico. La stessa Rds non ha avuto da obiettare sulla copertura finanziaria di un emendamento, divenuto poi legge, che salvaguarda 2500 “fortunati” che avevano usufruito, anche per un solo giorno, della L.104 nel 2011.
Il comitato Quota 96 ed i suoi colleghi ritengono il mancato pensionamento come una grave lesione dei loro diritti. Che cosa ha determinato quello che lei ha definito un errore burocratico?
L’anomalia è una conseguenza della riforma Fornero. Varata frettolosamente, non fu prevista gradualità nell’innalzamento dell’età pensionabile e non tenne conto della “specificità’ del comparto scuola. Un comparto che lavora per anno scolastico e non per anno solare. L’ unica finestra di uscita è il 1° settembre. Un docente che maturasse i titoli per andare in pensione il 1° gennaio non può farlo, deve garantire la continuità didattica e rimanere in servizio fino al 31 di agosto.
L’ atteggiamento del governo e della Rds, pur solerti e accondiscendenti verso altri soggetti della PA, sembrano sottovalutare il vostro problema. Ritiene sia solo disattenzione o manca la volontà politica?
Entrambe le cose. La mancanza di volontà politica, nonostante l’apparente coinvolgimento dei vari schieramenti politici è evidente. Sono passati due anni ed ancora siamo tra color che son sospesi. Non aiuta a focalizzare il vero problema il fatto, che a differenza di altri esodati, noi continuiamo a lavorare e percepire lo stipendio. Noi “siamo stati scippati di un diritto”. La Fornero è intervenuta ad anno scolastico inoltrato, in fase di completamento dei requisiti richiesti per il raggiungimento di quota 96.
Quanti sarebbero gli eventuali beneficiari della Pdl 249/1186? Quante le risorse economiche da impegnare?
I beneficiari censiti dal MIUR sono 3976, il d.l. ne prevede 4.000. I costi non sarebbero elevati anche in considerazione del risparmio che si ottiene pagando stipendi inferiori ai nuovi assunti rispetto a quelli di lavoratori dell’ultima fascia stipendiale.
Quali iniziative avete in animo di intraprendere per affermare i vostri diritti?
Il Comitato civico “QUOTA 96” che mi onoro di rappresentare, ha deciso l’invio di una email alla stampa. Ai politici del PD affinché onorino, seppur in ritardo, gli impegni presi in campagna elettorale. Ai Ministri competenti, alla RdS ed a tutti i componenti della Commissione Bilancio di Montecitorio, perché risolvano la spinosa vicenda e riconoscano il nostro sacrosanto diritto.