La problematica dei fuochi di artificio e pirotecnici illegali in Italia è molto importante, sia in termini di vittime (morti feriti) che in termini economici solo nel 2013 secondo il dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno il bilancio complessivo delle persone coinvolte negli incidenti di fine anno è di due morti e 361 feriti. Tra i feriti, 53 hanno meno di 12 anni (erano 76 lo scorso anno) e 39 tra 13 e 18 anni, per un totale di 92 minori a fronte dei 135 complessivi dell’anno scorso. Il numero dei feriti appare in forte diminuzione (561 lo scorso anno) ed in calo è anche il numero dei feriti con oltre i 40 giorni di prognosi – per lesioni particolarmente gravi e con danni spesso permanenti – che passa dai 35 dello scorso anno ai 29 del 2013. Inoltre dal punto di vista economico il sistema illegale copre circa la metà del fatturato italiano. Il principale concorrente ( di fuochi illegali) è rappresentato dalla Cina. Negli anni si è evidenziato come i fuochi illegali non rispettino le nome relative alla sicurezza degli individui sia in termini di potenza che rumore.
La “scuola italiana” della pirotecnica conta, oltre 700 aziende in Italia e un fatturato annuo complessivo che supera i 100 milioni di euro, che rappresenta solo il 50% di quello effettivo, il restante 50% è coperto da quello illegale (proveniente maggiormente dalla Cina e paesi dell’est Europa)
Purtroppo però non solo luci ma anche molte ombre, soprattutto nel periodo “caldo” quello delle festività natalizie e di fine anno, dove molte sono le vittime e i feriti.
I dati degli ultimi anni parlano soprattutto di lesioni, sia agli arti che agli occhi. Le lesioni più comuni sono state e sono le ustioni. Le lesioni potenzialmente invalidanti sono ustioni di terzo grado, sfacelo traumatico delle mani o parti di esse amputazione di falangi, dita o dell’intera mano, e casi con lesioni oculari che hanno comportato una riserva per la funzionalità visiva. Le lesioni molto gravi (sfacelo o amputazione) sono state più frequenti tra gli adulti che tra i bambini; come negli anni precedenti, le lesioni oculari gravi sono ripartite a metà tra adulti e bambini
Il mercato dei fuochi d’artificio è molto florido in Italia, ed è caratterizzato da una attività prevalentemente monofamiliare ed artigianale. Per la manipolazione di materiale esplosivo, le dimensioni aziendali sono estremamente contenute (in media 2 addetti per azienda) ed il carattere è prevalentemente artigianale e manuale. Queste caratteristiche ( legate molto al lavoro artigianale) delle lavorazioni svolte spiegano l’elevata potenzialità di rischio infortunistico del settore. Infatti in base ai dati forniti dall’inali si evidenzia come le aziende pirotecniche regolarmente assicurate risultano essere 277 . In prevalenza sono dislocate al sud con il 77%, seguito dal Centro dal Nord-Est e dal Nord-Ovest. Gli addetti registrati sono 564 (quelli regolarmente registrati): al Sud, nonostante le tantissime fabbriche, gli addetti per azienda registrati dall’Inail sono però l’ 1,7, il numero più basso tra le diverse zone del paese. Secondo le rilevazioni della Consulenza statistico attuariale dell’Inail, nel corso del quadriennio 2007-2010 sono stati 66 gli infortuni sul lavoro (11 dei quali mortali) nel settore della pirotecnia (in media 17 incidenti l’anno, con tre dall’esito letale). Sono aziende dal forte radicamento nelle regioni del Centro-Sud, dove è particolarmente diffuso l’utilizzo dei botti e dei fuochi d’artificio al termine delle feste popolari. Proprio per questo negli ultimi quattro anni si è verificato in quelle zone il 70% degli infortuni (45 casi) e il 90% delle morti complessive (10 episodi, a fronte di un solo caso al Nord – in particolare nel Nord-Est). Le dimensioni estremamente contenute delle imprese (con un personale rappresentato, in media, da due unità), la manipolazione di materiale esplosivo, il carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte possono spiegare la potenzialità di rischio infortunistico, comunque elevata, del settore.
INCIDENTI MORTALI, 56 VITTIME DAL 1998 AL 2013
Sempre in base ai dati dell’Inail si evidenzia come dal 1998 al 2011 le vittime di incidenti in azienda sono stati 49 ( a questi si devono aggiungere le 3 vittime del 2012 e le 4 del 2013). In base ai dati ufficiali i principali incidenti con presenza di vittime possono essere così individuate: 17 luglio 1998, Caizza (Agrigento): 4 vittime; – 18 luglio 1998, Corleone (Palermo): 2; – 18 maggio 2000, Veroli (Frosinone): 3; – 23 novembre 2011, Terricciola (Pisa): 4; – 2 maggio 2002, Terzigno (Napoli): 3; – 30 agosto 2002, Visciano (Napoli): 3; – 5 luglio 2004, Giugliano (Napoli): 5; – 19 luglio 2005, Teggiano (Salerno): 2; – 6 agosto 2005, Ottaviano (Napoli): 3; – 24 maggio 2006, Mercato San Severino (Salerno): 2; – 23 aprile 2007, Gragnano (Napoli): 3; – 11 maggio 2007, Montegiorgio (Fermo): 2; – 6 febbraio 2008, Orvieto (Terni): 4; – 10 gennaio 2011, Santa Venerina (Catania): 2; – 2 febbraio 2011, Ceppaloni (Benevento): 1; – 12 settembre 2011, Arpino (Frosinone): 6, aprile 2013 (Pescara) 4
Dal 1998 a oggi si sono registrati in Italia 14 esplosioni all’interno di fabbriche di fuochi d’artificio
La quota più elevata di infortuni si registra proprio nelle regioni del Mezzogiorno con oltre il 50% degli infortuni e delle morti; particolarmente rilevante appare la concentrazione infortunistica in Campania, dove si verifica il 20% degli infortuni e quasi la metà di tutti i decessi del settore.
Nel 2012 sono stati sequestrati circa 57.000 kg di materiale per artifizi pirotecnici, e che i maggiori sequestri sono avvenuti nel periodo che va da metà di novembre al 31 di dicembre. Le persone denunciate sono state 51, mentre quelle tratte in arresto sono 5.
Per quanto concerne invece il 2013 si evidenzia in base ai dati forniti dal Comando Generale GdF del III reparto operazioni, che dal 1 gennaio al 30 novembre 2013,ni sequestri sono stati pari a quasi 8000 kg di artifizi pirotecnici, le persone denuciate sono state 7, ed arrestate 2.
Confrontando i dati con quelli del 2012 si evince come, nello stesso periodo i sequestri del 2013 sono inferiori (12.000 contro 20.000 del 2012), stessa cose per le persone fermate, nel 2013 sono 25, contro le 53 del 2012.
Ma se lo stesso confronto si fa con il 2011 si evidenzia come i sequestri sono stati inferiori di ben 15.000 rispetto al 2012. Al contrario delle persone fermate nel 2011 sono circa il triplo del 2012. Questo significa che anche se la seconda 15ina del mese di dicembre potrebbe riservare molte sorprese e che comunque per gli italiani anche nel periodo di crisi e recessione economica, non rinunciano ad acquistare i botti.