Le terme hanno sempre caratterizzato il modo di vivere delle persone. Infatti degli effetti benefici delle Terme ne avevano cognizione i Romani, che ne facevano un vero stile di vita.
A quell’epoca le terme erano usate come bagni pubblici erano inizialmente usate solo dai notabili (III secolo a.C., ) per poi nel tempo andare progressivamente a sostituirsi per tutti i ceti sociali alle abluzioni casalinghe. Queste venivano tradizionalmente effettuate, nella maggior parte delle abitazioni nella lavatina, un ambiente angusto, normalmente oscuro, ubicato presso la cucina in modo da sfruttarne le fonti di calore e fornito di una tinozza o di catini.
Per un lungo periodo le terme sono uscite dalle abitudini dei popoli, soprattutto perché erano viste poco di buon occhio dalla religione dal medio evo in poi perché ritenute poco “dignitose”.
E’ solo con la il XIV secolo che viene riscoperta la pratica termale, la fase di maggior notorietà si ebbe tra gli inizi dell’800 e la prima metà del ‘900.
Con la metà del XX secolo l’uso delle terme e delle acque termali, hanno assunto una fondamentale importanza, tanto che viste le proprietà curative venivano concesse gratuitamente dalla Sanità Nazionale.
Ma dagli anni 2000 in poi ha mutato ancora faccia, infatti ha riassunto la sua vecchia funzione ricreativa.
Di termalismo sono famose molte nazioni, fra quelle Europea abbiamo l’Italia, la Spagna il Portogallo, la Grecia. Oltre oceano invece abbiano notevoli fonti termali in Argentina, in Giappone
E’ di questo che si è parlato presso l’Istituto di Cultura giapponese di Roma. Il 31 infatti esperti del settore hanno sviscerato la tematica del termalismo evidenziando sia le positività che criticità.
Tra i relatori Nicola Boccella della Università La Sapienza, coordinatore del convegno, che dopo gli indirizzi di saluto ha lasciato la parola a Masaki Yamazaki, primo segretario dell’ambasciata del Giappone in Italia, che ha evidenziato quanto il Giappone sia vocato al turismo termale, si sono poi succeduti per la Spagna, Anna Zollo, Universidade da Coruña, che ha esposto i dati di una ricerca condotta dalla Università di Vigo ( Prof Josè Alvarez Garcia) per il Portogallo, Rosario De Iulio, Universidade de Lisboa , che ha invece parlato del termalismo un Portogallo, facendo un confronto fra le identità storiche dell’area legate al turismo termale , Lucrecia Vega Gramunt, Sapienza Università di Roma ha parlato dell’ Argentina esponendo i risultati di una ricerca Italo Argentina.
Ha concluso la parte generale del convegno Angelo Quarto, Sapienza Università di Roma, che ha parlato dle termalismo in Italia, evidenziando come l’offerta ricettiva nelle destinazioni termali del nostro Paese sia caratterizzata da una disponibilità complessiva di oltre 3 mila imprese ricettive e una capacità di 133.728 posti letto che rappresentano rispettivamente, il 2% ed il 3% sul totale Italia12. Rispetto al 2005 diminuisce il numero di esercizi ricettivi (-16%) e quello dei posti letto (-9%), un ridimensionamento legato maggiormente al comparto alberghiero che conta nel 2011 un totale di 1.276 esercizi (-24%) per quasi 100 mila posti letto (-11%). Evidenziando come il comparto complementare accoglie circa il 58% dell’offerta ricettiva in termini di strutture, con un totale di 1.732 imprese (-8%) e 34 mila posti letto (-1%).
E’ stato poi la volta delle esperienze locali, fra cui quella di Maria Enza La Torre, Università di Messina, che ha evidenziato la vocazione della Sicilia sul comparto termale.
Ha chiuso il lavori Azzurra Rinaldi, Università Unitelma-Sapienza, che ha evidenziato come sia necessario porre in essere strategie che possano consentire di valorizzare il comparto per creare sempre maggiore valore.
Infatti in base a tutte le esperienze internazionali e nazionali sul termalismo si è evidenziato come siano pressoché similari le criticità in tutte la nazioni e come la collettività sia oramai verso un turismo che possa tendere sia al benessere che al divertimento.