Le tele di Penelope, finissage della mostra di Danilo Maestosi mercoledì 3 alla Fondazione Ebris.

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Chiude i battenti “Le tele di Penelope – Dietro le quinte in 4 atti”, la mostra dell’artista romano Danilo Maestosi, inaugurata sabato 11 marzo presso gli spazi della Fondazione Ebris di Salerno (via Salvatore De Renzi, 50). Mercoledì 3 maggio alle 18.30, sempre negli spazi della Fondazione, si terrà il finissage dell’esposizione. A discutere del progetto, insieme all’autore, saranno Massimo Bignardi e Giulio Corrivetti. “Danilo ed io riprendiamo un dialogo interrotto poco tempo prima che la pandemia ci costringesse a monologhi affidati alla memoria. Abbiamo discusso di pittura, unicamente e solo di pittura; lui elaborando i sentieri dei suoi numerosissimi viaggi, io in quei visionari viaggi che la storia dell’arte, il rapporto con gli artisti mi hanno fatto e mi fanno vivere. Merleau-Ponty sosteneva che la pittura ‘pura o impura’, ‘figurativa o no’, anche se destinata ad altro scopo non celebra mai altro enigma che quello della visione. È l’assunto che sostiene il nostro lavoro ma anche il desiderio di riprendere il dialogo”, spiega Bignardi, direttore artistico del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, Baronissi già professore di Storia dell’arte contemporanea e direttore della Scuola di specializzazione in Beni storico artistici Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena.

LA MOSTRA. Scandita in quattro capitoli (La Notte; Alla Luce; Torna la Notte. Armata; Com’è profondo il mare) la narrazione di Maestosi attualizza l’arcaicità del mito fino a renderlo potentemente contemporaneo attraverso dei temi simbolo: il tempo (simboleggiato dall’ordito della tela e dall’ossessione che si rincorre tra le tele), le donne (quelle del passato che sembrano dialogare con quelle del presente a pochi giorni da una data simbolica come l’8 marzo), la guerra (intesa come conflitto geopolitico ma anche come ferita non rimarginabile dell’umanità).

L’ARTISTA. Danilo Maestosi, 1944, romano, giornalista, ha lavorato per varie testate: Tempo, Paese Sera, Rai, Ansa, Messaggero. Ha diretto la rivista “Cinema del silenzio” e scrive come cronista e critico d’arte per i quotidiani on line “Succede Oggi” e “Striscia Rossa”. Ha cominciato ad esporre dal 1998, a Ravello, Palazzo della Marra, con la mostra “Come ombre sui Muri”. Ha alle spalle oltre quaranta personali in varie città italiane e un centinaio di partecipazioni a collettive. Lavora e sviluppa la sua ricerca per cicli. Il primo, “Lunario”, è stato esposto nel 2004 al Museo del Vittoriano di Roma e poi a Napoli, Salerno e Potenza. Il secondo, “Le Mille e una seta”, nel 2006, sempre al Vittoriano e poi è stato portato a Berlino. Il terzo, “Parabole”, con Alexander Jakhnagiev, è stato presentato nel 2007 al Macro di Roma e poi nella Galleria “Studio S” di Carmine Siniscalco, che lo ha portato al Cairo e in altre città egiziane e riproposto nel 2010 in una nuova versione a Tel Aviv. Il quarto, dedicato alla Musica, è iniziato nel 2007 a Viterbo (Palazzo Comunale), poi ripreso a Salerno (Palazzo Genovese), a Lodi (Convivio artistico), Ravello (Palazzo Sasso) e, infine, è approdato nel 2010 al Museo del Vittoriano. Il quinto, “Migrazioni” ha preso avvio nel 2010 alla Galleria “Ca d’Oro” di Roma. Il  sesto, “Era glaciale/Innesti” è stato presentato alle Carceri papaline di Montefiascone nel 2011 e poi ripreso nel 2013 alla Villa comunale di Frosinone e alla Pinacoteca Provinciale di Salerno. Nel 2009 e nel 2013 è stato invitato al premio Sulmona; dal 2008 al 2013 al Festival di Giffoni. Nel 2009 è stato invitato a Bari al concorso “Dipingi i Silos”. Nello stesso anno è tra i vincitori del concorso “Un mosaico per Tornareccio”. Nel 2010, con altri pittori dell’Associazione “In tempo”, ha partecipato ad un libro e una mostra intitolati “Noi credevamo”. Nel 2010 ha preso parte, con altri cento pittori, ad una mostra ad Hang Zhou in Cina. Nel 2016 ha presentato la mostra “Atlante inquieto” al Centro Plus Arte Puls di Roma. Nel 2016 ha presentato il ciclo “Le terre dei ricordi” alla Galleria “I Preferiti” di Roma, riproposta nel 2017 al Centro Culturale “Ailikit” di Minori. Dalla fine del 2019, nel clima di restrizioni della lotta al Covid, lavora ad un ciclo dedicato a “Penelope e alle sue Tele, fatte e disfatte”. Da un decennio partecipa alle attività dell’Associazione “In Tempo”, fondata da Ennio Calabria, con la quale ha collaborato alla stesura di due manifesti sulla pittura e a una serie di mostre collettive a Roma, Milano e Varsavia. Hanno scritto tra gli altri di lui: Gino Agnese, Massimo Bignardi, Renato Civello, Ennio Calabria, Danilo Eccher, Nicola Fano, Patrizia Fiorillo, Roberto Gramiccia, Bruno Mansi, Ida Mitrano, Marcello Napoli, Erminia Pellecchia, Vittorio Sgarbi, Gabriele Simongini, Claudio Strinati, Carmine Siniscalco, Marco Tonelli, Stefania Zuliani.