La voce calda e colta della guida che ci accompagna è il nostro Virgilio in questo viaggio tra la denuncia e la speranza ”Ebbene sì l’autore ha dato una collocazione politica alla sua arte d’ acqua e sabbia”.
Siamo al Museo Diocesano di Salerno, dove fino al 14 gennaio 2018, è visitabile la mostra “Il presepe di sabbia- Sand Nativity”, con le sue otto opere di sabbia, sculture parlanti che nello spirito natalizio prendono posizione stabile finchè le intemperie non le distruggeranno per farci riflettere tutti su questioni economiche, politiche e spirituali, filosofiche tra vita, morte e speranza.
Realizzata con il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Salerno e con il contributo di Salerno Energia, la kermesse nata da un’intuizione del direttore artistico Domenico Spena , la Mostra , giunta alla sua seconda edizione, segue un filo tematico in una circolare denuncia ambientalista con un’attenzione particolare al pianeta, al riscaldamento globale e all’inquinamento atmosferico e marino.
La mostra s’ispira all’enciclica “Laudato sì: proteggiamo il creato” di Papa Francesco rappresentato in una scultura gigante che apre la Mostra .
Rodrigo Ferreira (Portogallo), Ferenc Monostori (Ungheria), Udo Ulrich (Germania) e Aaron Ojeda (Spagna) sono i quattro scultori internazionali, che in una sola settimana, con scalpelli e getti d’acqua hanno trasformato i blocchi di sabbia in queste sculture giganti .
Moderni re magi identificati nei banchieri che detengono il potere economico, un angelo con le mani strapiene di pacchi e pacchetti che ci richiama a limitare il consumismo esagerato, fino a Donald Trump che si scioglie come i ghiacciai , non avendo voluto firmare il trattato internazionale sulla salvaguardia del pianeta per limitarne il surriscaldamento. Imponente madre natura , una donna bellissima che protegge la terra nel suo ventre da cui si spera nasca un’ umanità migliore.
La denuncia all’inquinamento dei mari e al pericolo delle alle scorie nucleari completano il percorso narrativo concludendo con Giuseppe, personaggio simbolico del lavoro artigianale, che nei tronchi tagliati e bruciati semina e fa germogliare la vita e la rinascita tra lumache, farfalle e uccelli che cantano un inno alla vita.
Davvero emozionante , oltre che di grande rilevanza artistica questa Mostra, in una zona lontana dai frastuoni che lascia nel visitatore però una tempesta di pensieri e riflessioni . Un plauso agli artisti , all’ideatore del percorso, ai sostenitori , alle guide, ma soprattutto a chi ha creduto anche in un progetto di solidarietà, “Il cuore della sabbia”, aderendo a “Bella Sempre”, per la raccolta fondi promosso dalla Fondazione della Comunità Salernitana onlus, Cna Salerno e Inner Wheel Club Salerno a favore delle donne malate di cancro. Natale è anche questo .
Gilda Ricci