Delle monete di Elea/ Velia che rappresenta insieme con Eraclea e Paestum, uno dei rari casi di città dell’Italia meridionale in cui è attestata ancora nel I secolo a.C. la coniazione di moneta autonoma in bronzo con funzione sussidiaria ai denari in argento emessi da Roma si è parlato durante il convegno organizzato, presso la sede della “Fondazione Menna”, presieduta dal dottor Claudio Tringali, dalle associazioni “Fidapa” Sezione di Salerno, presieduta dalla professoressa Maria Rosaria Pagnani e “Associazione Lucana Giustino Fortunato”, presieduta dal professor Rocco Risolia, grazie ai buoni auspici della socia fidapina Dina Oliva Crimaldi. Dopo l’introduzione della dottoressa Rosa Maria Vitola, funzionario per la Comunicazione della Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino, che ha spiegato il progetto “Art Bonus”, finanziato dalla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni di Roma e dal MIBACT: ” E’ uno strumento che favorisce le erogazioni da parte di privati a favore della cultura e in questo caso del progetto di restauro delle monete di Elea/Velia”, la dottoressa Maria Tommasa Granese, Archeologo della Soprintendenza, ha spiegato l’importanza del sito di Elea /Velia e che le monete ritrovate nel corso degli anni sono attualmente in fase di restauro:” Sono state restaurate circa tremila monete su un patrimonio di novemila monete, rinvenute nei vari scavi, attraverso le quali si può ricostruire la storia di Elea /Velia, culla della filosofia occidentale, che ha dato i natali a Parmenide, il filosofo dell’essere, e al suo allievo Zenone”.
Il professor Giacomo Pardini docente di Numismatica del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno, ha ricostruito la diffusione e l’uso della moneta, tra il III secolo a.C. e l’età romana imperiale, nell’antica città di Elea/Velia che coniava le sue monete:” Sono per lo più monete che venivano utilizzate per le transazioni quotidiane: per pagare il pane andare alle terme. Le monete sono un oggetto sociale perché è la società che si riconosce e dà valore a quella moneta”. Il professor Pardini ha anche spiegato che i reperti monetali ritrovati si presentano in cattivo stato di conservazione: ” La leggibilità della maggior parte dei pezzi risulta spesso compromessa”. Il professor Federico Carbone, docente di Numismatica all’Università di Salerno, ha parlato delle monete in bronzo rinvenute negli scavi:” Le monete, che raccontano la storia e l’economia di un popolo, si distinguono anche per la loro qualità artistica. Quelle di Velia, anche se molto piccole, 22 – 23 millimetri, sono bellissime. In argento o in bronzo, sono incise con grande perizia tecnica: sono vere e proprie opere d’arte. Elea fu una tra le prime città della Magna Grecia a produrre monete in bronzo”. E’ intervenuta anche la dottoressa Flavia Marani, assegnista di ricerca in numismatica all’Università di Salerno. (pubblicato su “Il Quotidiano del Sud”).
Aniello Palumbo