Alla fine del terzo anno di pandemia da Covid-19 è ormai chiaro che il nuovo coronavirus SARS-CoV2 si è fermamente stabilito nella popolazione umana e in varie altre specie animali domestiche e selvatiche. La pandemia si sta trasformando in una endemia globale che non sembra possa scomparire completamente Anche se i dati giornalieri di mortalità sono sensibilmente diminuiti, il Covid-19 rimane una malattia molto pericolosa, particolarmente per pazienti vulnerabili, anziani, immunocompromessi o affetti da patologie croniche. Il “Long Covid”, una serie di sequele croniche dalla patogenesi ancora poco chiara che può colpire molteplici organi tra cui il cervello, è una pericolosa complicazione che sembra essere indipendente dalla severità della malattia iniziale. Insomma, di questo temibile nemico si continuerà a parlare a lungo, ma i tempi sono maturi per cominciare a trarre qualche lezione dall’esperienza dell’umanità con una vera pandemia letale.
Ci prova, con un simposio internazionale a cui parteciperanno molti scienziati che in questi tre anni hanno combattuto in prima linea contro la diffusione del virus, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno. “La lezione di una vita. Cosa abbiamo imparato dal Covid-19? Sfide e opportunità per il mondo post pandemico”: questo il titolo del convegno, in programma sabato 29 ottobre a partire dalle 9.30 presso il Centro Congressi “Saint Joseph Hotel”, in via Salvador Allende a Salerno.
Articolato in tre sessioni che copriranno l’intero arco della giornata, il simposio vedrà la partecipazione, tra gli altri, del generale Francesco Paolo Figliuolo, già capo della struttura commissariale istituita dal governo per combattere la pandemia e del professor Giuseppe Ippolito, di origini salernitane, epidemiologo dell’ospedale Spallanzani di Roma, primo al mondo a isolare il SARS-CoV2. Folta la pattuglia di ospiti internazionali: i professori Immaculata De Vivo e Marc Lipsitch della Scuola di Medicina dell’Università di Harvard, Barbara Osborne e Richard Goldsby dell’Università del Massachusetts, Charles Wood e Lucio Miele dell’Università della Louisiana, Jacobi Volkmar dell’Università di Francoforte, Noa Dagan del Clalit Research Institute d’Israele. Si confronteranno con quanti, in Campania e nel resto del Paese, hanno affrontato l’emergenza epidemiologica con rigore scientifico e passione: da Arcangelo Saggese Tozzi, responsabile dell’emergenza Covid-19 per l’Asl di Salerno, a Enrico Bernini Carri, presidente del Cemec, organismo del Consiglio d’Europa che si occupa delle Emergenze Sanitarie, Edoardo Bossone, dell’Università di Napoli Federico II, Francesco De Caro, Carmine Vecchione e Amelia Filippelli dell’Università di Salerno, Attilio Maurano, direttore dell’Unità di endoscopia dell’apparato digerente del plesso “Fucito” dell’ospedale Ruggi, Giovanni D’Angelo, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, Rodolfo Punzi, dell’Ospedale Cotugno di Napoli, Filippo Anelli, presidente nazionale della Federazione Ordini dei Medici e degli Odontoiatri.
“La risposta iniziale del mondo alla pandemia è stata lenta e disorganizzata, con paesi e regioni che hanno usato misure di salute pubblica diverse con tempistiche diverse. Una delle lezioni più importanti che dovremmo imparare dal Covid-19 è che la mancanza di preparazione si paga a caro prezzo” afferma il presidente D’Angelo. “Con questo simposio cerchiamo di fare un primo, sommario, bilancio di questa esperienza, che è stata, appunto, la lezione della vita per la totalità dei medici. La scienza moderna ci consente di rispondere a queste epidemie con modalità che i nostri antenati non avrebbero potuto neppure immaginare, ma la scienza non può proteggerci se la si ignora”.