“L’informazione, è necessaria, è preziosa; ha la stessa valenza di una cura medica”. A rilevare l’importanza del ruolo dell’informazione, è stata la giornalista Anna Bisogno, docente di Cinema Radio Televisione all’Università Mercatorum di Roma, durante l’incontro “L’informazione contraffatta”, organizzato su piattaforma dal “Rotary Club Salerno Duomo”, presieduto dall’avvocato Alberto Cerracchio, in interClub con il “ Rotaract Club Salerno Duomo”, presieduto dalla dottoressa Claudia Cerracchio.
L’incontro è stato introdotto e moderato dal giornalista Pino Blasi che ha raccontato com’ è cambiato il modo di fare giornalismo :” Prima il giornalista era il mediatore tra l’evento e il fruitore dell’informazione, oggi la notizia scavalca tutti e arriva senza alcuna mediazione. Con internet siamo travolti dalle notizie ed è necessario stare sempre attenti a capire quali sono quelle false. Il mondo del giornalismo deve recuperare il valore etico ”. La dottoressa Anna Bisogno ha evidenziato che in questo periodo storico manca la corporeità:” E’ sostituita dagli schermi dei computer attraverso i quali ci vediamo, condividendo la presenza. La parola condivisione è centrale nella nuova grammatica della comunicazione e il tema delle fake news s’ inserisce pienamente nel tema della condivisione, della comunicazione e dell’era digitale”. La dottoressa Bisogno ha ricordato che l’informazione è una materia molto delicata:” Più che alla verità dobbiamo tendere all’obiettività, bisogna riportare un evento rispettando le famose 5 W. Le agenzie sono le fonti primarie dell’informazione, ma oggi ci sono nuove mediazioni che bypassano la mediazione tradizionale attraverso i social network dove le fake news trovano una potenza diffusiva”. Secondo la dottoressa Bisogno:” La pandemia ci ha dato l’ennesima testimonianza di fake news e della necessità di avere una informazione seria e moderata. Un’informazione sbagliata rispetto alla salute può avere l’effetto di indebolire gli strumenti cognitivi dell’opinione pubblica. C’è bisogno del giornalismo, della figura del giornalista che deve recuperare la complessità dell’informazione che è diventata un’informazione del dettaglio”. La dottoressa Bisogno ha anche spiegato alcune tecniche per riconoscere le fake news:” I titoli urlati, gli errori grossolani di ortografia o di grammatica, l’uso smodato delle maiuscole, possono essere indicativi di qualcosa di costruito velocemente, di non pensato o ragionato. Bisogna leggere con attenzione e vedere se è citata e se è stata verificata la fonte della notizia, capire se si è in presenza di una notizia falsa, verosimile o giornalisticamente ben riportata ”. Il giornalista Giuseppe D’Amico, ha raccontato di essere stato protagonista, suo malgrado, di una fake news:” Nel dicembre del 2000 annunciarono in un articolo il mio decesso. Il titolo era “Lutto nel mondo del giornalismo: Polla ricorda Geppino D’Amico”. Fortunatamente dicono che queste cose allunghino la vita”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo