Armando Cerzosimo e Rita Martinova, unitamente a Cristina Tafuri,hanno presentato, ospiti della Vicesindaco Paky Memoli, la settimana di eventi ad un anno dall’invasione russa della terra Ucraina, che si svolgerà dal 9 al 15 febbraio negli spazi della Galleria Camera Chiara
Si è giunti ad un anno di guerra. La guerra non si è fermata un istante. Avanza la strage di vite innocenti, le città si trasformano in cimiteri mentre, sullo sfondo rimane sempre la minaccia della guerra mondiale e la catastrofe atomica. In questa situazione, massima è l’impotenza dei popoli che non vedono una via d’uscita da questa follia. Tuttavia, la Storiainsegna che quando tutto sembra perduto, quando la speranza diventa impossibile, allora scatta un moto d’indignazione che viene dal profondo, una chiamata collettiva che unisce persone di fedi e culture diverse in un unico pensiero, in un’unica azione. E’ l’annuncio di un popolo che si ribella al linguaggio bellico con cui governanti e mass media veicolano lo sdoganamento della guerra, introducendo un linguaggio realistico, scevro di retorica, che postula una riconversione della politica e l’abbandono delle categorie che hanno costruito il conflitto e insediato l’inimicizia fra i popoli. Il linguaggio universale è quello dell’Arte ed Armando Cerzosimo e Rita Martinova hanno immaginato una settimana di eventi, a favore del popolo ucraino, col patrocinio morale del Comune di Salerno, che si svolgerà da Giovedì 9 a mercoledì 15 febbraio negli spazi della Galleria Camera Chiara, sita nel centro storico di Salerno, in via Giovanni da Procida 9.
Una settimana di riflessione, di testimonianze, di arte e di bellezza, per alzare un muro alla circolazione dell’odio e dell’inimicizia, per sostenere quanti si prendono cura delle vite degli altri, sempre, comunque e dovunque, senza distinzioni di alcun genere, per continuare ad essere solidali con gli Ucraini e con le vittime di tutte le guerre dimenticate che continuano a insanguinare il mondo, con quanti si oppongono alla guerra, con chi è costretto a farla e con le vittime della persecuzione,con tutti i bambini e le bambine, le donne e gli uomini di ogni età che pagheranno, comunque le dure conseguenze della guerra, in Italia e nel resto del mondo, per vivere insieme la Costituzione Italiana, che recita: “Ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Ospite della manifestazione la vicesindacoPaky Memoli, la quale nel marzo scorso ha toccato con mano il dolore e la paura di quella popolazione che sentiamo ancora lontana. “Sono partita da Salerno, in qualità di medico, per andare a prendere oltre cento tra donne e bambini al confine con la Polonia, attraverso il corridoio umanitario. Durante il viaggio, oltre a offrire l’assistenza di base, ho dovuto cercare di tranquillizzare bambini segnati dalle bombe, dai rifugi, dal timore di andare a scuola, i quali ad ogni minimo rumore sobbalzavano immaginando echi di esplosioni. E’ questa una iniziativa benefica alla quale ho immediatamente aderito, in particolare perché espressa attraverso il linguaggio dell’arte, che va oltre la parola, comunicando l’ineffabile”.
“Volutamente la luce è fredda – afferma Armando Cerzosimo rivelando le ragioni estetiche delle sue immagini in mostra – come il freddo che attanaglia nelle livide albe oppressi e oppressori. Poco importa se una guerra sia giusta o ingiusta, ma conta il non dimenticare che ci sono dolori e morti e pianti e paure da affrontare per chi sognava un futuro”. “Sono fotografie di donne e fanciulli ucraini, testimoni inquietanti dell’orrore, della tragicità di questi tempi, vittime di una guerra che sta distruggendo un popolo e il suo territorio. La concreta realtà della vita, dove sembra incombere un sospetto di amor mortis , si è portata al centro dell’operazione fotografica di Armando Cerzosimo – dichiara il critico d’arte Cristina Tafuri –perché, come in tutti i tempi, il tema del dolore e della morte, spingono l’uomo a figurarsi varie forme di sopravvivenza.In queste fotografie il fondo scuro dal quale le figure e l’ambiente si staccano con evidente nettezza, conferisce al contrasto visivo un ‘ eco metafisica, quasi cristallizzata. Ogni persona ha in mano un oggetto, un libro, un quadro , le cose che pensano, sineddoche singolare, che ci rimanda alla loro terra, alle loro cose, a tutto quello che hanno lasciato. Ancora una volta, come la bellezza delle foto di Armando Cerzosimo ci suggerisce, è sempre l’arte che viene in nostro soccorso”.
“Le Cose che pensano Ucraina 20222023 – Installazione, testimonianze e fotografie”, avrà il suo taglio del nastro giovedì 9,alle ore 19, in una serata che vedrà la partecipazione del Critico d’Arte Cristina Tafuri, della Dottoressa Rita Martinova e della Vice Sindaco di Salerno, nonché Assessore alle Pari Opportunità Paky Memoli. Il giorno successivo, venerdì 10 febbraio, alle ore 19, dibattito su “La fotografia come messaggio”. Davanti ad un’immagine non si deve mai essere spettatori passivi, ma è necessario porsi la questione dell’intenzionalità: chiederci chi ci sta mostrando quell’immagine, e a quali fini, a chi serve quell’immagine? (uno scoop mediatico, un fine ideologico, politico, commerciale…). Allo stesso modo, l’interpretazione non potrà dipendere rigidamente da metodi o griglie troppo schematiche. Dovrebbe piuttosto essere un’attività dialettica, che sappia mettere in relazione tra loro tutti i fattori, le forze in gioco, le contraddizioni. La disamina del tema vedrà in dialogo Armando Cerzosimo, Marco Russo e Rita Martinova, per capire le implicazioni più sottili delle immagini, che ci riveleranno aspetti nuovi.
Sabato 11 febbraio, alle ore 18, si svolgerà un’asta di beneficenza, il cui ricavato sarà devoluto alla popolazione Ucraina tramite la Croce Rossa Italiana Sezione di Salerno, presieduta dal Dottore Antonio Carucci. Battitore di quest’asta il giornalista Gabriele Bojano, affiancato dal critico d’arte Cristina Tafuri e dalla Dottoressa Rita Martinova. Due i lotti di opere del massimo artista ucraino contemporaneo, Ol’Svol’d, il cui motto è “Chi vive, chi non vive per se stesso, chi vive la vita per gli altri”. Ol’svol’d, un maestro dell’informale, nel 2009 ha scelto una guida spirituale e ha iniziato a creare gli Tsvetnosties L’obiettivo e il significato della sua vita è salvare l’umanità attraverso la costruzione di gallerie in tutto il mondo e la collocazione di immagini spirituali energetiche. Solo dal2019 gliTsvetnosties sono stati presentati in più di 60 eventi mondiali su larga scala, ricevendo riconoscimenti internazionali tra cui il “Best Artistoftheyear 2020”. Gli Tsvetnosties sono parte integrante parte del progetto “Ol’svol’d Tsvenosti”, il cui obiettivo è collocarli nelle gallerie di tutto il mondo, in modo che attraverso la purificazione e la trasformazione di ogni singola persona che interagirà con loro, potrà avvenire la trasformazione dell’umanità, attraverso la loro contemplazione e il trovarsi e ri-trovarsi nel loro campo energetico.
“Questa iniziativa – ha affermato Rita Martinova – nasce come ringraziamento alla comunità salernitana per aver accolto le donne ucraine rifugiate insieme ai loro figli dalla ingiusta e ingiustificata guerra che così profondamente ha colpito l’Ucraina.Un anno fa iniziava questa terribile guerra che ha sconvolto tutto il mondo. Ho sentito forte il desiderio, io che vivo qui a Salerno da oltre venti anni, di aiutare in qualche modo il mio popolo.Mi sono data da fare per aiutare le mamme con i loro figli ad inserirsi nella nostra comunità anche attraverso l’insegnamento della lingua italiana. Ho conosciuto il maestro Armando Cerzosimo un anno fa, anche lui desideroso di aiutare la martoriata Ucraina. E’ nata, così, l’idea di organizzare una mostra fotografica dedicata alle donne rifugiate e contemporaneamente anche una mostra di pittura sacrale di un grande artista ucraino contemporaneo Ol’svol’d, il quale, generosamente ha messo a disposizione diverse sue opere”.
Lunedì 13 febbraio, alle ore 19, si discuterà sul tema dell’accoglienza, del sostegno al popolo in guerra, con Antonia Autuori Presidente della Fondazione Comunità Salernitana e Tommaso D’Angelo direttore del quotidiano Le Cronache, i quali hanno organizzato un viaggio umanitario,al quale ha partecipato anche il Vice-sindaco Paky Memoli, in qualità di medico, lo scorso marzo, attraverso il quale, con due pullman, hanno portato lontano dalle atrocità della guerra oltre cento profughi ucraini, accogliendoli e sistemandoli, poi, in città e nell’intera provincia salernitana, offrendo un segno tangibile di vicinanza al popolo ferito e destabilizzato dall’invasione russa. Ultimo incontro, prima del finissage fissato per il 15 febbraio, martedì 14, alle ore 19, con le testimonianze di donne ucraine, che hanno i loro mariti, i loro cari in guerra, in trincea, sul tema “L’amore ai tempi della guerra”.