a cura di Alfonso Angrisani esperto di relazioni sindacali
L’anno che sta volgendo alla conclusione, ha messo alla prova il nostro apparato statale.
In questi mesi, sono state predisposte una serie di misure, per fronteggiare la crisi economica.
Portando l’attenzione nel perimetro dei lavoratori domestici,si evidenzia qualche misura specifica che è stata emanata per dare un supporto alle assistenti familiari (colf e badanti), che hanno perso una occupazione lavorativa, basti pensare alla indennità covid 19 per lavoratori domestici (misura straordinaria di sostegno, che è stata introdotta dall’articolo 85 d.l 19 Maggio 2020 n°34 “cosiddetto decreto rilancio”), oppure da altre misure regionali come l’indennità colf e badanti, prevista dal piano “nessuno escluso” varato dalla regione Lazio, oppure altre indennità, che sono state introdotte nelle altre regioni italiane.
Va chiarito che le suindicate misure, non risultano idonee e soddisfacenti, per circa due milioni di lavoratori (850.000 in regola la restante parte lavora senza una copertura previdenziale ed assicurativa).
In questa seconda ondata di lockdown, il legislatore ha dimenticato la figura delle assistenti familiari, le quali vivono ed assistono i nostri nonni ed i nostri disabili.
La seconda ondata, ha lasciato nella miseria tante lavoratrici e tanti lavoratori, i quali non potendo avere una mobilità piena, non sono stati in grado di cercare una nuova occupazione lavorativa.
I canali di informazione, non hanno avvertito il disagio che viene vissuto da tanti lavoratori.
Il famoso soccorso alimentare, in determinati contesti, non è stato gestito in una maniera trasparente, e molte volte le colf e badanti che non avevano la residenza in quel determinato territorio, non potevano usufruirne, infatti molte di esse, si sono trovate costrette a bussare alle porte delle chiese per mangiare.
In Italia, la seconda ondata ha piegato il settore domestico, che risulta fragile e privo di tutele piene.
Si precisa che la crisi economica, ha portato dei danni anche a molte famiglie, che non potevano sostenere i costi per retribuire molte lavoratrici domestiche.
Nei prossimi giorni l’Associazione Alec,provvederà ad inoltrare una richiesta alle competenti autorità, a tal fine si chiederà una misura specifica sotto forma di incentivo per le famiglie che intendono assumere alle loro dipendenze, un lavoratore domestico, rimasto senza una occupazione lavorativa, e senza nessuna forma di sostegno al reddito.