La prima partita della Salernitana, vista dal noto avvocato salernitano Luciano Provenza, è stata Salernitana – Potenza del Campionato di Serie C , disputata il 28 aprile del 1963 allo Stadio Vestuti:” Avevo quattro anni e il ricordo di quella partita è molto lontano. Mi è rimasto impresso nella memoria che a un certo punto i tifosi della tribuna, dove stavo con mio padre, abbatterono la recinzione ed entrarono in campo. Arrivarono in campo anche le camionette della Polizia. Per me che giocavo con i soldatini e le Jeep dell’Esercito, vedere tutte quelle camionette in campo fu quasi come vedere un film di guerra. Mio padre mi prese in braccio e mi portò subito fuori dallo stadio. Fu quella la partita in cui purtroppo morì il tifoso Giuseppe Plaitano”. In pratica l’avvocato Provenza è nato al Vestuti:” Da quando avevo tre anni ho abitato in Via Zara che è a due passi dallo stadio. Con i miei amici andavo a giocare a pallone davanti all’ingresso in Piazza Casalbore”. Con il padre, il Preside Luigi Provenza, che oltre ad essere un grande latinista era anche un grande tifoso della Salernitana, ha visto tante partite: “All’epoca i ragazzini fino agli otto – nove anni potevano entrare allo stadio gratuitamente se accompagnati dal papà o da un parente. Quando mio padre o mio zio non c’erano, come facevano tanti ragazzini, mi avvicinavo a un adulto che faceva la fila per entrare e chiedevo: ” Boss pozz trasì cu vuje ”. Nessuno se lo faceva ripetere due volte e quando arrivavo davanti al signore che staccava i biglietti, mi metteva la mano sulla spalla dicendo:” Chist è mio figlio” ed entravo. . A volte, entravo insieme ai ragazzi dell’Orfanotrofio Umberto I. Indossavano tutti un cappottino blu. Siccome ero amico di alcuni di loro, anch’io mettevo un cappotto di colore blu ed entravo con loro”. La partita che Luciano Provenza ricorda bene e che addirittura lo fece piangere, è stata Barletta – Salernitana del Campionato di Serie C 1970 – 71:” Mi emozionai moltissimo. E’ stata una partita che non dimenticherò mai. Mancavano solo tre giornate alla fine del campionato. La Salernitana era proiettata verso la vittoria del campionato che aveva disputato in modo stupendo. Lottava con il Sorrento per andare in Serie B. Ci fu un esodo di tutti i salernitani che andarono a vedere la partita. Lo stadio era quasi completamente pieno di tifosi granata con le loro bandiere. Io andai con i miei genitori e i miei fratelli Vittorio e Maurizio e la famiglia di mio zio. All’epoca ancora si poteva andare a vedere le partite con la famiglia. Nel peggiore dei casi si poteva verificare una scazzottata tra i tifosi. Andammo tutti a mangiare al ristorante. Ricordo che mio zio, per comprare i biglietti della partita, che per i tifosi del Barletta venivano venduti a un prezzo scontato, si spacciò per pugliese parlando con la cadenza tipica della gente del posto. Andammo in tribuna. C’erano dei bravissimi giocatori come Rigotto, Pantani, Vatiero, Bianchini. Era una squadra straordinaria. La Salernitana andò in vantaggio con un bellissimo gol di Daolio, un centrocampista di grande classe. Ci fu un boato dei tifosi salernitani. Tutti si abbracciavano contenti. Io fui preso in braccio da un tifoso, che stava vicino a mio padre, che mi catapultò quasi in cielo per l’entusiasmo. Dopo pochi minuti però pareggiò il Barletta con Veronese e nel secondo tempo segnò Roccotelli che mise fine alle speranze dei tifosi della Salernitana di vincere la partita. Ricordo che piansi. Ci furono anche dei forti scontri tra i tifosi dentro e fuori dallo stadio. Alla fine di quel campionato fu proprio il Sorrento di Achille Lauro ad essere promosso in Serie B per un solo punto di distacco”. Provenza ha raccontato anche un’altra partita che visse in modo particolare:” Nel 1975, avevo sedici anni, ci fu un recupero infrasettimanale tra la Salernitana e il Pro Vasto. Era di mercoledì. Io e un mio compagno del Da Procida, Marco Bassano, facemmo “filone” a scuola e prendemmo un pullman, come tanti altri tifosi che invasero Vasto. Segnò Vitulano e poi loro pareggiarono su rigore nel secondo tempo. Nella tribuna iniziò una scazzottata tra i tifosi e ad avere la meglio furono quelli della Salernitana. A un certo punto aprirono le porte dello stadio ed entrarono centinaia di persone di Vasto con mazze e spranghe di ferro che diedero la caccia a tutti i tifosi della Salernitana. Noi ci nascondemmo in un angolino sotto le tribune e uscimmo soltanto quando non c’era più nessuno sollecitati dal custode dello stadio. Per strada i tifosi continuavano a picchiarsi. Le auto dei salernitani erano state distrutte. Noi fortunatamente riuscimmo a tornare a casa grazie al padre di Marco, don Matteo, che era andato a vedere la partita con l’altro fratellino che disse al padre che stavamo anche noi a Vasto. Don Matteo ci cercò e riuscì a trovarci. Ci buttammo immediatamente nella sua auto e andammo via velocemente. I miei genitori che erano stati avvertiti e avevano sentito la notizia degli incidenti al telegiornale, quando arrivai mi abbracciarono contenti di vedermi. Mia madre, la professoressa Antonietta Baccaro. si commosse particolarmente”. L’avvocato Provenza è stato anche un bravo calciatore:” Insieme ad altri amici del quartiere andai a fare il provino per la Salernitana. Presero me e il mio amico, Dario Petolicchio, nel Nucleo Addestramento Giovani Calciatori della Salernitana. Io rimasi solo pochi mesi e andai via. Non ero costante nel seguire gli allenamenti. A sedici anni sono stato anche arbitro federale. Per un anno ho arbitrato le partite delle giovanili”. Provenza continua a giocare sulla spiaggia di Palinuro: ”Riesco anche a palleggiare da seduto” – ha raccontato sorridendo – e ad andare allo stadio:” Le partite in trasferta però le vedo sulla pay tv. Devo dire che la Salernitana dell’epoca, quella che va dagli anni ’60 agli anni ’90 mi è rimasta nel cuore. Si vedevano le partite con uno spirito diverso. Noi tutte le domeniche gridavamo “Serie B. Serie B”. Provenza ha seguito la Salernitana anche quando è stato Consigliere Comunale dal 2011 al 2016:” Ho partecipato alla stesura della convenzione tra Lotito e il Comune sull’utilizzo dell’Arechi. Da presidente della Commissione Politiche Sociali mi sono anche occupato della presenza dei diversamente abili allo stadio”. Per Provenza i più grandi giocatori della Salernitana sono stati tre:” Pierino Prati che non giocò per molto tempo quando si fece male a Torre Annunziata nel campionato 1965 – 66. Un amico comune che abitava nel mio palazzo, Gigino Sica, stopper della Primavera della Salernitana che con Fulvio De Maio e altri vinse il trofeo “Dante Berretti” nella stagione 1968-1969, gli prestò la bicicletta per fare fisioterapia. Rimessosi, giocò l’ultima partita in casa che vincemmo 3 – 0 contro la Sanbenedettese. Segnò anche un gol. Dopo la partita di recupero con l’Aquila andammo in Serie B. L’altro giocatore che mi ha entusiasmato è stato Franco Cianfrone, di Agropoli, che mi ricordava Pietro Anastasi della Juve. Il mio vero idolo però era Miguel Vitulano. Per Provenza l’allenatore migliore è stato Tom Rosati . Il miglior presidente Aniello Aliberti: ” Mi ha fatto sognare!”
Aniello Palumbo