Che il mondo del lavoro sia stato rivoltato come un calzino da parte di internet è chiaro a tutti ormai da diversi anni. La rete, però, ha fatto di più. Nell’ultimo anno in particolare ha salvato svariate migliaia di posti di lavoro. Come? Grazie a strumenti come lo smart working.
Nel 2019, quindi nel pre-covid, i lavoratori agili in Italia erano 570 mila. A marzo, nel pieno della clausura, ne sono stati censiti 6,58 milioni. Con la riapertura delle attività, siamo a settembre del 2020, poco più di 5 milioni di persone hanno mantenuto l’attitudine allo Smart working. Oggi, nello scenario chiamato “New normal”, 5,35 milioni di persone lavorano o lavoreranno da casa. Questi numeri sono certamente significativi ma relativamente importanti, sono la parte visibile di un fenomeno che non è legato soltanto al lavoro e alle aziende. È chiaro, dunque, che ci troviamo dinanzi ad un cambiamento epocale che è anche un’occasione per ricostruire la nostra vita e, di conseguenza, il Paese in cui viviamo.
Per ora questa serie di opportunità è stata avvertita soltanto in parte, perché la maggior parte dei lavoratori agili (6 milioni di persone) si sono ritrovati a essere tali da un giorno all’altro, in molti casi senza una preparazione adeguata, accusando il colpo di un cambiamento radicale nelle rispettive quotidianità. Ma, non va dimenticato, fino a oggi lo Smart working non è stato per lo più inteso come un cambiamento nel modo di lavorare ma come una misura sanitaria, fermo restando che stiamo chiamando Smart working qualcosa che, in molti casi, assomiglia al telelavoro.
Grazie allo smart working, dunque, molte aziende hanno potuto continuare ad operare nonostante le restrizioni governative. Ed allo stesso modo anche la Pubblica Amministrazione è riuscita a garantire i servizi necessari per i cittadini.
La situazione in Italia
La situazione nel Bel Paese, come visto in precedenza, cresce e fa segnare numeri molto importanti. La quota di chi oggi lavora in smart working cresce tra i Millennials (passando da 24% a 27%), al Nord (27% contro il 18% del Centro e il 22% del Sud) e tra le lavoratrici (27% contro il 22% degli uomini).
La propensione allo smart working è più forte nelle aziende più grandi (31% la quota di chi lavora in remoto nelle aziende con oltre 250 dipendenti – contro il 14% di quelle con meno di 50 addetti), nelle multinazionali (dove la quota di chi ad oggi lavora in remoto arriva al 53%) e in ambito pubblico (44%). Nel privato, i settori che contano un maggior numero di smart workers sono Informatica e Telecomunicazioni, dove la quota di telelavoratori sul totale degli occupati si alza fino al 56%.
La possibilità di lavorare da casa è stata molto apprezzata dagli italiani. Lo smart working ha permesso innanzitutto di migliorare il work-life balance, con più tempo libero da impegnare nelle attività domestiche, nella tutela del benessere personale e familiare. Per il 17% il risparmio economico e di tempo generato dal mancato spostamento sono stati i principali vantaggi dello smart working, per un altro 13% i pro risiedono semplicemente nell’avere più tempo libero a disposizione per i propri hobby, pensiamo alle serie tv, a fare una partita a casino oppure fare shopping online, oltre ovviamente a trascorrere il proprio tempo per la famiglia.
La situazione in Campania
Scendendo nel dettaglio in alcune regioni lo smart working è particolarmente apprezzato, come possiamo vedere dai numeri fatti registrare in Campania. A dimostrazione di ciò il numero sempre più crescente di dipendenti della Pubblica Amministrazione che optano per questa modalità lavorativa. Nel 2017, la Regione Campania aveva dato vita al progetto “Lavoro agile per il futuro della PA”, volto a sperimentare pratiche innovative per la conciliazione vita-lavoro nelle amministrazioni pubbliche. I fondi ricevuti dalla Regione da parte della Presidenza del Consiglio si sarebbero dovuti investire per realizzare percorsi di smart working per i propri dipendenti.
Lo smart working è caratterizzato dall’assenza di vincoli orari e spaziali e da un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. Questa nuova filosofia – è stato testato – aumenta la produttività del lavoratore perché la sua giornata di lavoro si concretizza attorno alla propria persona, facendolo sentire molto più a suo agio. Caratteristiche che rendono questa nuova modalità sempre più in voga tra le aziende della Campania e del resto d’Italia.