“Iatros philosophos isotheos”: il medico che si fa filosofo diventa pari a un dio”. Con questa espressione ippocratica, che sintetizza quella che dovrebbe essere l’essenza di un medico, ha iniziato la sua relazione il professor Ortensio Zecchino, storico del diritto, già Ministro dell’Università e Ricerca Scientifica in tre Governi, presidente dell’Istituto di Ricerche Genetiche “Biogem” di Ariano Irpino, che è stato il protagonista dell’incontro organizzato al “Circolo Canottieri Irno” di Salerno dal “Rotary Club Salerno” presieduto dall’architetto Umberto Maria Cioffi.
Il professor Zecchino ha spiegato che:” Il medico può raggiungere la perfezione soltanto nella completezza della comprensione del momento personalistico e umano: solo in questo caso il medico può dire di aver assolto veramente la sua professione”. Il Senatore Zecchino ha spiegato che:” La Medicina non è una scienza, ma un’Arte perché nel concetto di arte c’è la componente intuitiva che non risponde al rigore che è proprio della medicina. Fino ad oggi l’oggetto di studio e di attenzione della Medicina è stata la malattia: dall’andamento delle patologie si ricavavano dei principi generali che si riteneva potessero essere applicati a tutti anche se ciò non sempre avveniva. La rivoluzione genetica, la potenza dei big data e l’affermazione dell’epigenetica, stanno portando al convincimento che la Medicina deve rivolgersi non più alla malattia, ma al malato perché sono tante e diverse le possibilità di esprimere una malattia e di rispondere alle terapie. Naturalmente tutto ciò rappresenta un grande passo in avanti per la medicina, ma anche un grande rischio perché questa medicina iperscientificizzata, vive di grandi e complessi apparati che rischiano di far diventare il medico una rotellina di un grande meccanismo in cui può rimanere schiacciato e in cui si perde il rapporto e la conoscenza del malato come individuo singolo: il medico conosce tutto di un particolare del nostro corpo , ma rischia di non sapere più nulla dell’apparato nella sua complessa individualità”. Lo storico Zecchino ha ricordato che la medicina fino ad ora si è fondata sulla statistica:” Sul probabilismo delle indicazioni terapeutiche: oggi stiamo vivendo una rivoluzione di metodo e di statuto della medicina. Oggi siamo in grado di costruire dalle cellule di un paziente un organo in 3D e su questo misurare la validità di un farmaco”. Il professore ha anche ricordato la Scuola Medica Salernitana:” Quella del tempo di Federico II che fissò una norma fondamentale: quella che per avviarsi agli studi di medicina bisognava fare prima tre anni di logica nella scuola di Salerno o in quella di Napoli: solo Salerno però poteva dare l’abilitazione all’esercizio professionale e il via libera alla certificazione di nuovi farmaci”. L’incontro rientrava nell’ambito del percorso tematico dedicato dal presidente del Club, Umberto Maria Cioffi, all’utilizzo delle nuove tecnologie, anche in campo medico:” La medicina di precisione oggi si basa su una grande quantità di dati che vengono poi inseriti nel big data ed elaborati dall’Intelligenza Artificiale” ha ribadito il presidente Cioffi “Le nuove ricerche biologiche, la nuova genetica stanno rivoluzionando il mondo medico. Naturalmente bisogna equilibrare la cultura umanistica con quella scientifica”. Durante la serata sono stati nominati due Soci Onorari del Club: il Colonnello Nicola Iovino, Comandante del glorioso 19° Reggimento “Cavalleggeri Guide” di Salerno, presentato dal Past President del Club Tony Ardito, e il professor Ortensio Zecchino presentato dal Past President Cosimo Risi. Nel corso della conviviale, coordinata dal Prefetto del Club, Alessandro Ruggiero, sono stati serviti i piatti della cucina laziale, preparati dallo chef Matteo Ragone, raccontati, anche dal punto di vista storico, dal dottor Rocco Pietrofeso e dal dottor Valerio Salvatore nell’ambito del progetto “Il viaggio nell’Italia del Gusto”.
Aniello Palumbo