da Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale “Salerno di tutti”, riceviamo e pubblichiamo
Non è solo la “crisi dell’industria” in Italia (al Sud in particolare), che ha prodotto nella nostra Area di Sviluppo Industriale il licenziamento di centinaia di operai e l’abbandono di quattro milioni di metri quadri destinati ad attività produttive! Ci sono state negli anni anche scelte irresponsabili del Comune di Salerno e del Consorzio ASI, che, favorendo i cambi di destinazione per “usi impropri” dei capannoni abbandonati e delle aree ancora libere, hanno contribuito ad accelerare il declino!
La nostra area industriale è stata “aggredita” da imprenditori privati, ai quali è stato consentito di insediare attività completamente incompatibili con gli obiettivi e le prospettive di sviluppo. Sono stati ignorati i principi della Legge Regionale n.19/2013, che regola e definisce le attività dei Consorzi ASI e la “destinazione d’uso” delle aree gestite dagli stessi Consorzi; è stato travisato lo Strumento Urbanistico della stessa Area Industriale.
Un esempio di autorizzazione concessa ad “attività incompatibile” è l’intervento denominato “La Fabbricadi Salerno”, il <primo Centro Polifunzionale Sportivo, Commerciale e di Intrattenimento d’Italia>, che è in fase di completamento.
E’ stata decisa questa “forzatura”, anche se il Piano Urbanistico Comunale ha messo a disposizione in altre zone della città migliaia di metri quadrati, spesso inutilizzati, destinati all’insediamento di attività commerciali, sportive e di intrattenimento!
Le Norme Tecniche di Attuazione non consentono la realizzazione de “La Fabbrica”! Il Centro Polifunzionale è in palese contrasto con gli scopi e la “natura giuridica” del Consorzio ASI, come indicato nell’art. 2 della Legge Regionale n.19 del 2013!
C’è chi è convinto che nelle zone industriali sia possibile l’insediamento di ogni tipo di attività imprenditoriale! E’ questo un grosso errore! La zona D (Piano Regolatore area Industriale) è dedicata all’industria. Oggi con la nuova Normativa (che contiene “refusi madornali”: si fa riferimento a leggi che non esistono) sono possibili anche gli insediamenti artigianali e di logistica a supporto alle imprese. La zona D4, invece, destinata a “piccole industrie-artigianato-commercio-attività terziarie”, è regolata da articoli che impongono limiti e individuano il “tipo” di attività compatibile. Tutti gli articoli fanno riferimento ad opifici da insediare, quindi ad attività produttive, che possono essere accompagnate dal “terziario” a servizio delle imprese. Le attività commerciali, poste “ai margini” nelle stesse Norme di Attuazione, sono accessorie e quindi non possono essere prevalenti in un lotto industriale. Gli “impianti sportivi” non sono assolutamente citati.
A meno di un’apposita Variante Urbanistica Sostanziale, non si possono autorizzare nella zona industriale attività autonome che rendono possibile la “distribuzione” di prodotti (i grandi centri commerciali), né impianti sportivi o attrezzature dedicate al “divertimento e/o intrattenimento”, né sale-bowling, piste per i go-kart, club fitness, piscine, campi di calcio, solarium, grandi empori, centri di diagnosi mediche, concessionarie di automobili. Tutto ciò, invece, è accaduto nell’Area industriale di Salerno!
E’ paradossale constatare che si rilasciano permessi di costruire e concessioni ad attività improprie, “in barba” a Norme definite, elaborate ed approvate dagli stessi “Enti” che autorizzano i nuovi insediamenti!
Bisogna, infine, prendere atto di una verità: il Consorzio ASI è ridotto ad un “baraccone”, che spreca soldi per pagare gettoni al suo Consiglio di Amministrazione, spreca fondi pubblici per realizzare infrastrutture e sottoservizi che non verranno mai utilizzati.
Gli otto Comuni che compongono il Consorzio, ne dovrebbero chiedere con forza l’abolizione!