Prosegue con Tosca di Giacomo Puccini la Stagione Lirica 2019 del Teatro Verdi di Salerno. Di seguito tutte le informazioni sull’opera, gli spettacoli, il cast, gli allestimenti.
Martedì 21 Maggio ore 21.00 Turno A
Sabato 25 Maggio ore 18.00 Turno C
Mercoledì 29 Maggio ore 19.00 Turno B
Tosca
Opera lirica in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Musica di Giacomo Puccini
Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi, 14 gennaio 1900
Edizione Edwin F. Kalmus & Co, Inc.
Direttore d’Orchestra Daniel Oren
Regia Michele Sorrentino Mangini
Maestro del Coro Tiziana Carlini
Scene e costumi Flavio Arbetti
Artista Video Alessandro Papa
Light Designer Nunzio Perrella
Maestro del Coro di Voci Bianche Silvana Noschese
Assistente Direttore d’orchestra Giuseppe Gil
Assistente alla Regia Francesca Mazzilli
Assistente Artista video Stella Calculli
Cast
Floria Tosca Maria Josè Siri
Mario Cavaradossi Gustavo Porta
Il barone Scarpia Sergey Murzaev
Cesare Angelotti Carlo Striuli
Il sagrestano Angelo Nardinocchi
Spoletta Enzo Peroni
Sciarrone Maurizio Bove
Un carceriere Massimo Rizzi
Un pastorello Andrea Della Vecchia Ambrosino/ Ayshey Husanait
ORCHESTRA FILARMONICA SALERNITANA “GIUSEPPE VERDI”
CORO DEL TEATRO DELL’OPERA DI SALERNO
CORO DELLE VOCI BIANCHE DEL TEATRO “GIUSEPPE VERDI”
Nuovo allestimento del Teatro “Giuseppe Verdi” di Salerno
NOTE DI REGIA
Di Michele Sorrentino Mangini
Se esiste un sottile filo che lega il mondo dell’opera a quello del cinema, sicuramente passa dalle opere di Giacomo Puccini: non ci sono opere più cinematografiche di quelle del compositore lucchese. Nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è trascritto, ben indicati sono i luoghi, i modi, e i tempi in cui devono svolgersi le azioni. Tosca non fa eccezione.
Giacosa in primis si lamentò dell’atipica – e a suo modo teatralmente inadatta a un’opera – distribuzione delle scene, arrivando a scrivere a Ricordi che “nel primo atto sono tutti duetti. Tutti duetti (tranne la scena della tortura) nel secondo atto. Il terzo atto è un solo interminabile duetto. […] Il guaio più grave sta in ciò che la parte, dirò così, meccanica, cioè il congegno dei fatti che formano l’intreccio, vi ha troppo prevalenza a scapito della poesia.” Lì dove Giacosa vedeva dei limiti drammaturgici, Puccini ci vide invece quella che forse è l’opera più cinematografica di tutte, e, nonostante qualche piccolo cambiamento successivo e le inevitabili critiche, Tosca resta l’opera di Puccini meno toccata da revisioni successive alla prima edizione.
Scriveva ancora Giacosa che nella sua versione teatrale Tosca “è dramma riservato alla virtuosità di qualche attrice eccezionale”, così è anche l’opera, densa di momenti intimi, fortemente emotivi e drammatici, e anche in questo caso non aveva, forse, tutti i torti, visto la centralità enorme che hanno i tre protagonisti, Tosca, Cavaradossi e Scarpia, i cui interpreti hanno il compito di mettere in scena le sfumature, quelle sì, eccezionali, dei loro caratteri. Coraggioso e leale Cavaradossi, forte e allo stesso tempo fragile Tosca, affrontano quella che è una delle personificazioni più crudele del Male: Scarpia, per cui Sardou si era ispirato a due persone realmente esistite, Gherardo Cucci, detto Sciarpa, e Vincenzo Speciale, due degli uomini più temuti di Roma e del loro tempo, sopratutto il secondo, di cui citerò un episodio: durante un’interrogatorio di un uomo, chiamato Antonio Velasco, Speciale lo aveva messo alle strette: i nomi dei complici o sarebbe stato mandato a morte. A causa del caldo, c’era però una finestra aperta nella stanza, da cui il prigioniero preferì lanciarsi e morire gridando “J’y vais! Mais non pas sur ton ordre” (Ci vado, ma non per ordine tuo), molto simili alle ultime parole di Floria Tosca nella tragedia di Sardou “J’y vais, canailles”. Più che una coincidenza.
Non ho potuto fare a meno, quindi, di restarle fedele il più possibile all’opera e alle intenzioni di Puccini, cercando di assecondarla nelle sue inclinazioni, seguendone i suggerimenti, le didascalie e la musica provando a portare, con l’uso di qualche tecnologia e di qualche videoproiezione, un pò di cinema nell’opera.