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“Il tempo svela tutto e lo porta alla luce.” Con questa frase di Sofocle il professor Francesco Casale, avvocato, docente di discipline giuridiche ed economiche, rappresentante del Centro Mondiale di Cultura per il Centro e Sud Italia, autore del libro “Il Giorno del Ricordo: Genocidio, Esodo, e Mutilazione della Patria”, ha voluto ricordare la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe che per anni è stata tenuta nascosta:” Tra l’ottobre del 1943 e il maggio del 1945, migliaia di italiani, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz, meglio conosciuto come “Maresciallo Tito”, furono infoibati. Per anni non si è parlato di questo genocidio, perchè non se ne doveva parlare: c’è stato un negazionismo diffuso e, quando non si è potuto fare a meno di parlarne, anche grazie alla caduta del Muro di Berlino, alla fine del comunismo internazionale e all’apertura degli archivi, si è cercato di minimizzare o di giustificare. Il Presidente Giorgio Napolitano, in un suo discorso del 2007, ammise, con molto ritardo, ma con grande onestà intellettuale, che questa tragedia era stata rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali, assumendosi, insieme alla sua parte politica, la responsabilità di aver negato o teso a ignorare la verità. Questa tragedia ha provocato la morte di 15mila italiani che sono stati fucilati, annegati con una pietra al collo, picconati, impalati, legati mani e piedi con fili di ferro: molti venivano lasciati cadere, ancora vivi, nella foiba, sparando al primo della fila che, legato agli altri, li trascinava con se. Niente di diverso da ciò che è stato fatto dai Nazisti”. Il professore Casale ha raccontato il dramma delle foibe durante l’incontro organizzato presso la sede dell’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, organizzato dall’associazione culturale “Il Caffè dell’Artista”, presieduta dalla professoressa Florinda Battiloro, in occasione delle celebrazioni del “ Giorno del Ricordo”, istituito con la legge del 30 marzo 2004 n. 9 che riconosce il 10 febbraio quale data per conservare e rinnovare la memoria di questa tragedia. L’avvocato Casale ha ricordato che il 10 febbraio del 1947 fu firmato il “Trattato di Pace” di Parigi tra l’Italia e le potenze alleate:” Con questo trattato la Repubblica Italiana perde le terre dell’Istria , parte della Dalmazia, della Venezia Giulia e delle isole del Quarnaro, che le erano state riconosciute alla fine della Prima Guerra Mondiale e per le quali tanti giovani erano morti. Questo Trattato sanciva una punizione ingiusta per l’Italia: assunse i contorni di una pulizia etnica. L’ideologia comunista aveva stabilito l’equazione secondo la quale : italiano era uguale a fascista e che quindi si poteva fare di tutto, anche eliminare gli italiani in quanto fascisti”. Il professor Casale ha spiegato che cosa sono le foibe: ” Sono delle fosse, delle profonde voragini rocciose a forma d’imbuto rovesciato, con un’imboccatura di 4-6 metri e una profondità iniziale di 256 metri. Se ne stanno scoprendo altre in Slovenia nelle quali ci sono centinaia di morti, anche non italiani: soprattutto oppositori sloveni al regime comunista”. Casale ha anche ricordato che furono 28.000 gli abitanti di Pola, su 32.000, che abbandonarono il capoluogo istriano, avviandosi verso i Centri Raccolta Profughi insieme a decine di migliaia di istriani, fiumani e dalmati che eserciteranno il diritto di opzione per la cittadinanza italiana:” Gli esuli saranno circa 350.000. Fuggirono dalle truppe del maresciallo Tito: da Fiume, dall’Istria e dalla Dalmazia, e scelsero Trieste, capitale morale dell’’esodo, ma anche Gorizia”. Alcuni esuli e i loro discendenti si sono affermati, diventando famosi in diversi campi:” Laura Antonelli e Alida Valli, Nino Benvenuti, Mario Andretti, Sergio Endrigo, Uto Ughi e Ottavio Missoni. Lo stesso allenatore del Napoli e della Cavese, Pietro Santin, era nato a Rovigno d’Istria, da dove , al termine della guerra, con la famiglia fuggì in Italia, stabilendosi in Campania dove poi si sposò con una donna di Cava de’ Tirreni”. Nel 2015 il professor Casale è stato premiato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il secondo posto ex aequo conseguito nel concorso nazionale “10 febbraio”, indetto dal MIUR, con gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Publio Virgilio Marone” di Mercato San Severino ai quali ha raccontato la verità storica di questa immane tragedia: “ Noi abbiamo la grande responsabilità di informare i giovani, perché la violenza va sempre e comunque condannata”.
Aniello Palumbo