La storia dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS Rosario, la più antica del Comune di Vietri sul Mare, che ebbe origine nel XV secolo, è stata raccontata dal noto storico vietrese, il professor Aniello Tesauro, nell’ambito degli incontri previsti durante il periodo della mostra d’arte” Cromo Sinfonie a Quattro Mani”, degli artisti Gillo Dorfles e Cesare Serafino, che sarà possibile visitare fino al 22 luglio. Il professor Tesauro, che ha anche pubblicato un libro dedicato alla Congrega di Vietri, edito dalle Arti Grafiche Boccia, ha svelato alcuni importanti dettagli della storia dell’Arciconfraternita durante l’incontro organizzato dall’associazione culturale “La Congrega Letteraria” diretta dal professor Antonio Gazia e da Alfonso Vincenzo Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella e con l’impegno di tanti soci, tra i quali il professor Tesauro che ha pubblicato numerosi libri sulla storia di Vietri “Nel Medioevo era considerata una città” e sui suoi monumenti.
Tesauro ha raccontato che il suo interesse per la Congrega è nato grazie al padre:” Mi accennò la storia della Congrega e io iniziai uno studio negli archivi della Badia di Cava dove scoprii che la Congrega conservava documenti abbastanza singolari a partire dal 1600. La Congrega parte come Confraternita di Santa Maria dell’Obbedienza, con sede decentrata rispetto alla Parrocchia di San Giovanni dove arriva successivamente con la denominazione di Confraternita del SS. Rosario”. Il professor Tesauro ha spiegato il ruolo delle Confraternite nate nel Medioevo:” Erano delle istituzioni di laici che assolvevano a compiti di culto, di formazione cristiana e di assistenza. Nel tempo si sono evolute nelle dinamiche e nelle attenzioni: nel 500 ci fu la proliferazione, nelle parrocchie, delle Congreghe del Rosario a seguito alla vittoria di Lepanto. Ci fu anche l’istituzione della festa del 7 ottobre. C’erano poi i Gesuiti che, quando venivano chiamati a tenere delle missioni popolari, tentavano di lasciare, come eredità di quella missione, l’istituzione di una congregazione che si richiamasse alla loro pastorale. Un gesuita, originario di Eboli, istituì la Congregazione dell’Annunziata a Vietri. Per circa un secolo le due istituzioni: del SS. Rosario e dell’Annunziata, camminarono parallelamente fino a quando nel 1706 il sacerdote Assante di Napoli elaborò dei nuovi statuti e operò una fusione tra delle due associazioni che da allora prenderanno il nome di Congregazione della SS Annunziata e del SS Rosario. Aumentando il numero degli iscritti alla Congregazione, nacque l’esigenza di creare un nuovo oratorio. Il Cavaliere Pizzicara acquistò, tra il 1706 e il 1707, delle vecchie case che poi vennero demolite per costruire l’Oratorio progettato da Pietro Muscetta, importante “tavolaro” di Cava che ha disegnato anche la Chiesa dell’Avvocatella”. Il professor Tesauro ha ricordato che le pitture parietali e la volta dell’Oratorio furono dipinte da Filippo Pennini di Benevento; che gli scranni in legno furono costruiti da un falegname di origine napoletana: Indennimeo, mentre la pavimentazione del 1700 fu offerta dalla famosa famiglia di ceramisti vietresi: i Cassetta:” Pavimentazione che nell’ 1864 venne trasferita nella sacrestia per essere sostituita dalla pavimentazione offerta dai fratelli Taiani. Anche l’altare maggiore è del 700 mentre i tre pannelli in ceramica sulla facciata sono stati realizzati dal professor Renato Rossi ”.Il professor Tesauro ha anche ricordato che nel 1799 arrivarono i francesi a Vietri:” Rubarono il seicentesco busto argenteo di San Giovanni, realizzato dall’argentiere napoletano De Blasio. Forzarono anche la porta dell’Oratorio e la Congrega dovette sostenere delle spese per ripristinare l’arredo sacro trafugato”. Tesauro ha ricordato che nel 1886, grazie al Ministro della Giustizia e del Culto, il vietrese Diego Taiani, con concessione del Re d’Italia, la Confraternita fu elevata ad Arciconfraternita e spiegato che il popolo vietrese è molto legato alla Congrega. Il professor Tesauro ha concluso il suo intervento auspicando un intervento di restauro sulle pitture parietali dell’Oratorio. (FOTO DI EDOARDO COLACE)
Aniello Palumbo