Le giornate che precedono la Settimana Santa sono interessate da un frenetico lavorio. La nostra comunità sembra rivivere l’atmosfera natalizia: l’Arciconfraternita del SS. Sacramento risuona delle prove dei canti penitenziali; per le strade del paese una volenterosa gioventù distribuisce i lumini che, disegnando i contorni delle abitazioni, andranno a creare una suggestiva atmosfera di raccoglimento nella serata del Venerdì di Passione; le nostre mamme e nonne predispongono vasi con grano o lenticchie per abbellire, uniti a fiori e stoffe, le chiese che saranno toccate dal corteo dei battenti.
C’è, poi, una tradizione che è andata sempre più consolidandosi negli anni: l’allestimento del “tappeto”. Si tratta di una raffigurazione di soggetto sacro che viene preparata nei templi di culto disseminati sul territorio comunale. La tradizione si è conservata nella sola Minori, rimanendo alla Costa d’Amalfi. L’opera assume carattere di autentico fatto artistico, in particolare nella Chiesa Madre. Sotto il Patrocinio dell’Arciconfraternita, cui spetta il compito di scegliere l’artista al quale è affidato l’incarico, e l’attenta guida del parroco, che partecipa all’individuazione del soggetto, prende avvio la fase progettuale. Il tema è scelto a partire dalle indicazioni del Papa all’inizio della Quaresima e tiene conto eventualmente anche di vicende significative della realtà locale; si cercano, a questo punto, opere d’arte aderenti alla tematica designata, mentre il collegamento alla realtà locale è assicurato da frasi evocative che accompagnano il tappeto e che ricordano persone particolarmente care scomparse in tragiche circostanze. Scelto il soggetto da rappresentare si conclude la prima fase; segue, poi, quella altrettanto impegnativa del disegno in prospettiva, necessario per rendere la visione d’insieme più rispondente al vero e fedele al quadro d’ispirazione. Terminati gli studi sulla carta, gli artisti passano alla realizzazione vera e propria che, nella Chiesa madre, è predisposta nella zona antistante l’altare del SS. Sacramento. I materiali poveri (segatura mista a polvere di marmo, di gesso o di stucco) vengono sapientemente messi in opera anche grazie a una schiera di collaboratori, ad ognuno dei quali viene affidato un compito specifico. Il tutto deve essere terminato per il Mercoledì Santo e rimane esposto alla visione dei fedeli fino al Lunedì in Albis. Il lavoro viene poi inserito in una cornice floreale predisposta da volenterose signore che curano l’allestimento dell’altare del Santissimo Sacramento; un breve testo, infine, esplicita i significanti di fondo della realizzazione.
La tradizione del tappeto è dunque parte integrante della nostra identità comunitaria e costituisce, accanto alle struggenti note dei canti dei battenti, un tratto distintivo della nostra Pasqua. Un tratto da preservare e far conoscere all’esterno, anche in ricordo di chi ha contribuito a disegnarlo nel corso del tempo.
Per quest’anno il tappeto di segatura è stato realizzato da Giacomo Palladino, Stefano Liotti e Alessia Galibardi.
Prof. Massimo Gambardella