Cos’è l’Arte? A spiegarlo è stata la professoressa cavese Ada Patrizia Fiorillo, professore associato di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Ferrara, Storico e Critico d’Arte, durante un interessante incontro organizzato al Circolo Canottieri Irno di Salerno, presieduto dal dottor Alberto Gulletta, organizzato nell’ambito delle tante iniziative promosse dal Club Inner Wheel Salerno Carf, presieduto dalla dottoressa Marisa Fiorillo Della Monica, in collaborazione con l’Associazione Parco Storico Sichelgaita, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi. La professoressa Fiorillo ha spiegato quelli che sono stati i cambiamenti e le trasformazioni del linguaggio artistico dal Novecento ad oggi:” L’Arte è fondamentalmente un linguaggio speciale che si esprime soprattutto attraverso dei codici: la nozione di stile, la forma, il contenuto, l’aspetto iconologico ed anche antropologico dell’opera. Naturalmente bisogna considerare l’Arte anche in base al contesto: sociale, ideologico, politico. Importante è anche la capacità che ha un’opera d’arte, nel suo aspetto di comunicazione e di espressione, di incidere nella realtà e anche di trasformarla. Questo è stato sempre un po’ il pensiero che ha viaggiato con l’arte, soprattutto con le utopie delle avanguardie”. Secondo la professoressa Fiorillo, pur essendo difficile orientarsi nel mondo dell’arte, è importante soffermarsi sull’opera d’arte:” Interpretarne i segni, i valori delle forme. L’opera deve parlare all’emotività di chi la guarda. Sia le opere del passato che quelle contemporanee si guardano e s’interpretano allo stesso modo: con le stesse emozioni. La confusione nasce quando un pubblico di non addetti ai lavori crede che davanti a un’opera d’ arte figurativa, così com’era nella tradizione del passato, si riesca più facilmente ad arrivare alla comprensione del significato dell’opera. Non è così: le metodologie di approccio sono le stesse. C’è stata una forma di disconnessione quando l’opera d’arte ha perso i suoi connotati tradizionali: il senso della figurazione, ma in realtà il senso della figurazione non si è perso neanche nell’arte contemporanea. Certo, alcune forme di linguaggio, un po’ paradossali, lasciano il pubblico un po’ interdetto: portare un animale vivo in una mostra di arte contemporanea ci può lasciare perplessi”. Attraverso delle immagini la professoressa Fiorillo ha parlato del cubismo di Picasso, del Futurismo di Boccioni, del Dadaismo di Duchamp, famoso per le sue opere ready-made come “Fontana”, realizzata ruotando un comune orinatoio; dello spazialismo di Fontana, con i famosi tagli sulla tela; dell’arte informale, nata in linea con l’espressionismo astratto americano: quello di Pollock, con l’Action Painting, e Rothko. La professoressa Fiorillo ha poi spiegato i movimenti delle neoavanguardie come il New Dada, che si afferma negli Stati Uniti alla fine degli anni ’50 con artisti come Rauschenberg e Jasper Johns; la Pop Art di Andy Warhol, per poi passare al Minimalismo, all’Arte povera, all’ Arte concettuale, all’arte degli anni ‘80, ‘90 fino al 2000:” Situazioni dell’Arte Contemporanea che ormai hanno superato il credo delle neoavanguardie e appartengono ad uno scenario internazionale, globalizzato. Artisti come l’iraniana Shirin Neshat, famosa per i suoi ritratti di corpi di donne interamente ricoperti da scritte in calligrafia persiana o come l’italiano Maurizio Cattelan, viaggiano su grandi sistemi”. La professoressa si è soffermata a parlare dei paradossi del sistema dell’arte :” Che è fatto di grandi musei, gallerie, fondazioni, grandi istituzioni: composto da figure come il gallerista, il critico, il mecenate, il collezionista, il direttore del museo o di case d’asta, il curatore. Per un pubblico di non addetti ai lavori penetrare in questi sistemi è molto difficile ”. Secondo la professoressa Fiorillo oggi non c’è una nuova corrente dell’Arte:” Anche se c’è pero una nuova attenzione da parte di molti giovani artisti per i temi sociali: migrazione, indigenza, droga , violenza sulle donne. Questo è molto bello e interessante ”. La professoressa Fiorillo, un po’ amareggiata, ha spiegato che sul territorio salernitano non c’è una grande fibrillazione artistica:” A Salerno non c’è un progetto. Ci vorrebbe una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e una progettualità più precisa. Ci sono artisti salernitani validissimi che operano in varie forme, come Michele Risi, Enzo Bianco, Nello Ferrigno, Franco Raimondi, Alessandro Mautone, Paolo Bini, Angelo Michele Risi, Giuseppe Rescigno, Silvio D’Antonio, che portano avanti i propri progetti e operano bene sul territorio e non solo”.
Aniello Palumbo