La presidente della “Amarelli Fabbrica di Liquirizia”, Pina Amarelli Mengano, si racconta al “Circolo Canottieri Irno” di Salerno. Il Presidente di “Confindustria Salerno”, Antonello Sada, fa il punto sull’imprenditoria femminile.

MPS Engineering è un'azienda italiana di progettazione e realizzazione di soluzioni per l'industria nel campo dell'automazione e della robotica.

“Sono una imprenditrice per caso” ha raccontato l’avvocato Pina Amarelli Vengano, presidente dell’antica “Amarelli Fabbrica  di Liquirizia” attiva dal 1731 a Rossano (CS) in Calabria, in occasione dell’incontro “L’imprenditoria al femminile quando il successo è donna” organizzato al “Circolo Canottieri” di Salerno, dal “Rotary Club Salerno Picentia” presieduto dall’avvocato Raffaele Brescia Morra, rappresentato dal dottor Rocco Di Riso, Past President del Club, in interclub con i sodalizi innerini salernitani: “Inner Wheel Salerno Carf”, presieduto dalla dottoressa Daniela Vessa Pezzuto e “Inner Wheel Salerno Est”, presieduto dalla dottoressa Ornella Orlando”.

La nota imprenditrice   napoletana, cittadina onoraria di Rossano, docente universitario, avvocato e giornalista pubblicista, ha raccontato che la sua vita è cambiata quando, nel 1969, ha sposato il professore Franco Amarelli:” Mio marito insegnava all’Università Federico II di Napoli dove lo conobbi. Negli anni settanta, il fratello di mio marito e il padre, che erano presidente e amministratore dell’Azienda Amarelli, decisero di puntare sulla comunicazione per promuovere maggiormente l’azienda e pensarono a me in qualità di giornalista pubblicista. Nel 1986 Giorgio, il fratello di mio marito, morì giovanissimo e mio suocero decise di darmi fiducia: mi ritrovai in prima linea, prima donna imprenditrice in Calabria. La cosa suscitò scalpore: vennero i giornalisti di varie testate e anche di “RAI Uno Mattina” ad intervistarmi. Attualmente, all’età di ottant’anni compiuti, sono presidente onorario dell’azienda che è seguita da mio nipote che ha la preparazione e la passione per portare avanti l’azienda”. Alle giovani donne che vogliono intraprende l’attività imprenditoriale l’avvocato Amarelli ha offerto dei consigli:” Le donne sono preparatissime: è importante avere leadership, saper comunicare, saper avere autorevolezza. Non devono aver paura e non devono arrendersi mai!”. L’imprenditrice ha raccontato la storia dell’azienda: “Già intorno al 1500 la famiglia Amarelli commercializzava i rami sotterranei di una pianta che tutt’ora cresce in abbondanza nei suoi latifondi: la liquirizia. Nel 1731, per valorizzare al massimo l’impiego di questo prodotto tipico della costa ionica, gli Amarelli fondarono un impianto proto-industriale, detto “concio”, per l’estrazione del succo dalle radici di questa benefica pianta. Da allora, la famiglia Amarelli, ha dovuto superare tre secoli di costanti e radicali trasformazioni, solo il forte approccio innovativo, comune a tutti nelle undici generazioni che si sono succedute nella gestione dell’azienda, ha reso possibile questo piccolo miracolo di persistenza che rappresenta una delle realtà più importanti nella valorizzazione dell’oro nero di Calabria, esempio di perfetta sintesi tra tradizione familiare ed innovazione tecnologica,  che ha realizzato investimenti innovativi che le consentono di essere perfettamente in linea con le attuali esigenze del mercato Per raccontare questa storia davvero unica, la famiglia ha aperto, nell’antico palazzo sede dell’azienda, il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, unico al mondo, che ha ottenuto nel Novembre 2001, il “Premio Guggenheim Impresa & Cultura”. L’imprenditrice napoletana ha raccontato che la liquirizia Amarelli è distribuita nel canale tradizionale, nelle farmacie ed erboristerie, nei migliori e più grandi Store Italiani che guardano alla qualità e all’eccellenza dei prodotti: “In oltre 30 Paesi nel mondo. La nostra produzione è diversificata e va dal bastoncino di legno grezzo alle liquirizie pure o con menta e anice, dalle gommose all’arancia, al limone, alla violetta, fino ai confetti delicatamente colorati, la nostra liquirizia assume forme e gusti diversi. Produciamo anche colombe e uova di pasqua alla liquirizia”. L’altro relatore della serata è stato l’imprenditore Antonello Sada, Presidente di Confindustria Salerno, Past President del “Rotary Club Salerno Picentia” che ha ricordato che in Italia sono un milione e 325mila le imprese femminili registrate, il 22,2% del totale delle imprese italiane.  Molte imprenditrici operano nei settori dei servizi, del commercio e della ristorazione. La percentuale di imprese a conduzione femminile al Sud, supera quella del Nord.  Sono donne motivatissime che svolgono il loro lavoro con passione: manager gentili che sanno mantenere gli equilibri in azienda, sanno coinvolgere con passione, ispirare, motivare, indicare la direzione”. A portare i saluti del Governatore del “Distretto rotary 2101” è stato l’Assistente del Governatore Giuseppe Ascione che ha parlato della sua attività di imprenditore nel campo del corallo:” Il corallo viene lavorato a Torre del Greco per scelta borbonica; per dare un’attività alle mogli dei marinai che andavano per mare e stavano fuori casa anche per anni. La famiglia veniva mandata avanti dalle donne.  Già nel 1806, come ricorda la storica dell’arte Caterina Ascione, il lavoro delle donne andava particolarmente bene. Avevano una forte motivazione che le rendeva particolarmente abili nel bucare, infilare e confezionare collane. Con misure ante litteram potevano anche scegliere di lavorare a casa o part time, così potevano accudire i bambini. Ce la mettevano tutta, lavorare in fabbrica era il mezzo per uscire dalla povertà e dall’emarginazione”.

Aniello Palumbo