“Ascoltare o fare più musica migliora la funzione del nostro cervello. La capacità di seguire la musica e il ritmo è qualcosa che abbiamo dentro e che ci rende umani. Il cervello umano è l’unico che ha una struttura così complessa e specificamente dedicata alla decodificazione della musica”. Lo ha affermato il professor Umberto Volpe, Direttore della Clinica Psichiatrica dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, durante il convegno “Una terapia per l’anima “Una musica può fare”, organizzato nella Sala Giunta della Provincia di Salerno, dalla , Responsabile donne dell’associazione 50&Più, presieduta dal professor Giulio Rocco Castello, in collaborazione con le associazioni: “Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi e l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) , rappresentata dalla Presidente Regionale, la professoressa Silvia Siniscalchi .
Il professor Umberto Volpe, dopo aver spiegato come la musica modifichi la struttura del cervello :” Oggi grazie alle neuroscienze siamo in grado di dire che la musica cambia globalmente il funzionamento del cervello e questo ha dato molta più forza alle applicazioni terapeutiche in medicina , in neurologia ed anche in psichiatria”, ha anche presentato un lavoro svolto all’Università Vanvitelli di Napoli, in un reparto di emergenza psichiatrica, che ha prodotto risultati terapeutici eccezionali:” In tempi brevi i pazienti che avevano partecipato alle sedute di musicoterapia hanno avuto una riduzione dei sintomi depressivi ansiosi”. Il professor Vope ha spiegato che quando ascoltiamo la musica il cervello rilascia più dopamina e quindi ci rende più felici e che :” Dai recenti studi di neuroscienze è emerso che far ascoltare la musica ai bambini rende il loro cervello cognitivamente più flessibile: i bambini sono in grado di risolvere problemi neuropsicologici in maniera più efficace e diventano più creativi da adulti. E’ molto importante che soprattutto i bambini vengano addestrati alla musica”. Volpe ha spiegato che la musica è anche in grado di rivelare la più intima natura dei sentimenti umani e che rallenta i processi degenerativi di malattie come il morbo di Parkinson e di Alzheimer: “Anche il tipo di musica che si ascolta è importante: chi ascolta prevalentemente musica jazz tende ad essere più creativo”. (foto di Massimo Zega). (pubblicato su “Il Quotidiano del Sud”)
Aniello Palumbo