Si è tenuto nel pomeriggio di oggi il convegno Federmanager Salerno presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato di via Genovesi a Salerno in tema di Industria 4.0 e più specificamente di management e formazione.
Il convegno, tenutosi a margine della consueta assemblea annuale della Federmanager Salerno ha visto la presenza degli associati, dei relatori nazionali e di alcuni degli stakeholder interessati allo sviluppo e all’imprenditoria provinciale.
La tavola rotonda si aperta con i saluti introduttivi del presidente di Federmanager Salerno Armando Indennimeo e di Carlo Poledrini, Presidente Fondirigenti nazionale.
Si sono poi succeduti gli interventi di Federico Mioni (Direttore Generale Federmanager Academy), Daniela Monari (Fondazione IDI), Marco Bajone (Amministratore Jobiz), Immacolata Stizzo (Formamentis), Raffaele Fabbrocini (Presidente Consvip), Mario Vitolo (Amministratore Virvelle) mentre le coclusioni sono state affidate a Mario Cardoni, Direttore Generale Federmanager
A margine della tavola rotonda i primi tre Manager certificati della provincia, che rientrano nella partnership Federmanager nazionale e RINA hanno presentato la propria esperienza.
Paolo Rocca Comite Mascambruno , Daniele Trimarchi e Nanilo Petretti hanno presentato alla sala, oltre alle proprie esperienze, anche le motivazioni personali che li hanno indotti ad affrotnare il complicato percorso di certificazione delle competenze manageriali e il valore aggiunto, ch attraverso la certificazione, essi intendono fornire alle imprese e al territorio per lo sviluppo e il supporto all’impresa in generale.
Queste un estratto della relazione di Paolo Rocca Comite Mascambruno, Temporary Manager, esperto di logistica, comunicazione e automazione industriale.
“All’interno del percorso di certificazione, a seguito di una profonda analisi delle proprie competenze e di uno studio dell’obiettivo professionale allargato non solo alla specificità del ruolo fino a quel momento ricoperto, ma a tutte quelle possibilità esistenti che potessero ben intercettare anche le sue trasversalità e potenzialità, ho maturato la consapevolezza di voler intraprendere una strada nuova, in parte diversa. In parte, perché ho continuato a mettere a disposizione il mio know-how, non più però “perimetrandolo” all’interno di un solo contesto aziendale, ma allargando il raggio d’azione e d’intervento su più livelli d’interlocuzione.
La vita professionale di ciascuno è un percorso condizionato da avvenimenti che non sempre dipendono dalla nostra volontà e, quando si sceglie un percorso imprenditoriale come il temporary manager, ci vuole un vero e proprio spirito di iniziativa per raggiungere le proprie soddisfazioni professionali. Però, non bisogna mai pensare a tale attività come un rifugio dalle difficoltà del momento: se non si ha la giusta inclinazione converrebbe altrimenti cambiare settore, ridimensionare il ruolo e continuare a cercare un lavoro da dipendente. Io ho intrapreso l’attività di temporary manager per poter esprimere al meglio le mie capacità professionali. E, anche quando è successo di essere contattato da diverse aziende multinazionali per un rapporto di tipo subordinato, ho deciso di continuare la mia sfida imprenditoriale.”