“La crisi del “Regno delle Due Sicilie” è espressione di grandi processi storici politici globali. Il Regno delle Due Sicilie finisce perché la Monarchia Borbonica aveva perso l’appuntamento con le grandi sfide della storia: il liberalismo costituzionale e il nazionalismo identitario; finisce perché i gruppi politici più influenti del Mezzogiorno avevano deciso che la strada dell’unificazione, per la loro realizzazione, era la creazione di un grande Stato Nazione con la Monarchia Sabauda; finisce per il grande successo del nazionalismo romantico italiano che ha prodotto la cultura italiana. Il Regno delle Due Sicilie è finito perché era una permanenza storica che si aggrappava alla difesa di idee e di gruppi politici che non potevano raccogliere le grandi sfide della modernità: la libertà, la ragione e il romanticismo italiano”. A spiegare le cause che determinarono la fine del Regno delle Due Sicilie, è stato il professor Carmine Pinto, docente di Storia Contemporanea, di Storia delle Istituzioni Contemporanee, di Storia del Mezzogiorno e di Storia dell’Ottocento, all’Università di Salerno, durante uno degli “Incontri di Cultura della Congrega Letteraria”, organizzati nella storica sala dell’Oratorio dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata e del SS Rosario di Vietri sul Mare, dai Direttori Artistici della Congrega Letteraria: il professor Antonio Gazia ed Alfonso Vincenzo Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella, Daniela Scalese, Edoardo Colace e Francesco Barbato.
Il professor Pinto ha evidenziato l’importanza che ancora oggi ha la storia del Regno di Napoli per la storia delle idee e della cultura italiana:” E’ è uno dei monumenti della nostra storiografia” e spiegato un pensiero del filosofo Benedetto Croce secondo il quale: “Il Regno di Napoli finisce in idea”. “E’ una frase con la quale Croce, voleva portare avanti la tesi secondo la quale la lunga storia plurisecolare, iniziata con l’invenzione dei Normanni, del Regno di Napoli si concludeva con la scissione radicale tra i gruppi politici, di carattere liberale, e tra i ceti intellettuali che si convinsero dell’impossibilità di una modernizzazione del Regno di Napoli, attraverso la Monarchia Borbonica, e la conservazione, magari di natura federale, di un ordine costituzionale: l’unica possibilità di rinnovare il Regno, in una chiave liberale e costituzionale, era l’alleanza organica con il Nazionalismo Italiano e il riconoscimento della Monarchia Sabauda che aveva abbracciato una strada costituzionale e liberale nel nostro Paese”. Il professor Pinto ha raccontato della frattura che si determinò tra la Sicilia e Napoli che portò alla crisi e alla fine del Regno delle Due Sicilie:” La rivoluzione siciliana, esplosa nell’aprile del 1860, offrì a Garibaldi l’occasione per mandare la spedizione e determinare la crisi che portò alla formazione del governo meridionale e successivamente all’avvento della Monarchia. Sabauda, costituzionale e filoitaliana”. Il professor Pinto ha anche sfatato alcune interpretazioni della storia meridionale:” Negli ultimi trent’anni sono stati inventati dei miti storici, creati senza alcuna conoscenza storica, che non fanno bene alla storia. Con provincialismo è stata guardata la storia dal buco della serratura. Si sta facendo un uso pubblico della storia e un danno al Mezzogiorno”. (FOTO DI EDOARDO COLACE)
Aniello Palumbo