da Gianpaolo Lambiase, Consigliere Comunale “Salerno di tutti”, riceviamo e pubblichiamo
Più si approfondisce la questione, più aumentano le perplessità su l’intervento della nuova rete di telecomunicazione in fibra ottica da realizzare sul territorio comunale.
Il 15 novembre scorso l’Amministrazione Comunale di Salerno informò TV e giornali della firma della Convenzione con la Società Open Fiber S.p.A:
“Grazie alla sottoscrizione di questa convenzione con Open Fiber – ha spiegato il sindaco Vincenzo Napoli – sarà presente un’infrastruttura di rete in fibra ottica a banda ultra larga di ultima generazione. Questo avanzamento nella connettività urbana è un punto fondamentale da cui partire per la realizzazione di un numero sempre maggiore di servizi utili ad una moderna smart city”.
Ed ancora: “Open Fiber garantirà ai cittadini di Salerno una connessione ultrarapida, sicura ed efficiente attraverso un’infrastruttura interamente in fibra ottica. Questo l’obiettivo della convenzione siglata oggi … Open Fiber prevede un investimento di circa 15 milioni di euro per la copertura della città entro 18 mesi dall’avvio dei lavori (che avverrà entro la fine del mese di novembre 2017)”.
Quali sono i problemi?
Si legge in Convenzione che Open Fiber per realizzare la rete si servirà prioritariamente di “infrastrutture stradali ed intercapedini” già esistenti ed utilizzate per il passaggio di altri sottoservizi. Sostanzialmente si servirà di “cavidotti e pozzetti” costruiti nel 2003 dalla ditta Kingcom telecomunicazioni, che sono diventati proprietà del Comune.
Si legge ancora in convenzione che le fibre ottiche, posate da Open Fiber nei “cavidotti” di proprietà pubblica, costituiranno “proprietà di cui Open Fiber è esclusivo titolare e di conseguenza le potrà iscrivere nei propri registri dei beni patrimoniali”.
Recita la convenzione che Open Fiber offrirà “diritti di accesso wholesale (tradotto: vendita all’ingrosso) a condizioni tecniche ed economiche non discriminatorie a tutti gli attori (gli operatori di TLC) che ne facciano richiesta”.
Conoscono i cittadini che cosa è cosa è diventato il business delle telecomunicazioni?
La società Open Fiber, nata nel 2016, ha comprato la più grande rete in fibra già esistente in Italia, posseduta da Metroweb. L’azienda Metroweb, affittando la sua rete ai gestori di telefonia, è diventata in pochi anni una straordinaria generatrice di profitti. Lo scorso anno l’affitto a terzi della rete in fibra ottica ha permesso a Metroweb di realizzare ricavi per 61 milioni di euro. I costi operativi e di gestione sono piuttosto ridotti, per cui Metroweb ha chiuso il bilancio con un margine di 52 milioni di euro, il 60 per cento dei ricavi (notizie riportate da un articolo de L’Espresso 17 luglio 2017).
I dubbi e le domande da porre all’Amministrazione Comunale sono due!
Perché la Giunta Comunaleha affidato direttamente, senza indagine di mercato o gara pubblica, alla Società Open Fiber la realizzazione della nuova rete di fibre ottiche?
Ed ancora, quale è il “ritorno economico” per l’Ente Pubblico, che consente l’uso delle proprie “infrastrutture stradali” ad una Società per Azioni?
Una timida risposta la fornisce l’art.11 della Convenzione: la Open Fiber si impegna “ad inserire nei singoli Progetti la realizzazione di connessioni per gli immobili sedi di scuole comunali, uffici e sedi in generale dell’Amministrazione Comunale di Salerno … restando a carico del Comune gli oneri inerenti all’attivazione e alla gestione delle connettività”.
Chi ha valutato che questo è il massimo che il Comune può ottenere da una “operazione” così economicamente vantaggiosa per Open Fiber?