Il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, hanno incontrato martedì mattina, a Palazzo dei Marescialli, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, David Ermini.
Nel corso della riunione, i vertici del sindacato hanno evidenziato l’inerzia del parlamento sulla messa a punto di provvedimenti ad hoc per cancellare il carcere per i giornalisti, misura sollecitata anche dalla Corte europea dei diritti umani, e per contrastare le querele bavaglio. Il segretario generale e il presidente della Fnsi hanno sottoposto il problema della tutela delle fonti dei cronisti, spesso ignorato dalla magistratura, sottolineando che il reato di violazione del segreto istruttorio non può essere contestato ai giornalisti, che hanno il dovere di pubblicare le notizie di interesse pubblico. La Fnsi si è anche detta disponibile ad organizzare corsi di formazione insieme con il Csm sui temi della tutela delle fonti e dei processi mediatici.
Al vicepresidente del Csm sono stati segnalati anche i casi di alcune testate. In particolare, è stata auspicata una soluzione in tempi brevi per la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari e per la Sicilia di Catania. Le quote azionarie dei due giornali sono state sottoposte a sequestro con confisca dal tribunale di Catania, nell’ambito di un’inchiesta in cui all’editore Mario Ciancio Sanfilippo viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. La situazione più critica è quella della Gazzetta del Mezzogiorno, dove i giornalisti non percepiscono le retribuzioni da alcuni mesi.
L’auspicio del sindacato è che, nel rispetto delle prerogative della magistratura, le offerte di acquisto della Gazzetta del Mezzogiorno, presentate al tribunale di Catania, siano esaminate nel più breve tempo possibile e che l’eventuale cessione tenga conto anche e soprattutto della necessità di salvaguardare i livelli occupazionali, sui quali andrebbero richieste precise garanzie agli eventuali acquirenti.
La Fnsi ha segnalato al vicepresidente Ermini anche il caso della Città di Salerno, che dopo aver licenziato tutti i giornalisti è tornata in edicola a distanza di pochi giorni con un nuovo corpo redazionale.