Tracce dei natali della Banda si riscontrano nell’epoca della Rivoluzione francese. Le idee rivoluzionarie, nel clima illuministico, necessitavano di una diffusione larga e tempestiva. La modalità più opportuna era il canale delle grandi feste, contornate da rappresentazioni visivo-musicali. La musica quindi abbandonava i chiusi ambienti salottieri e i palazzi signorili sfarzosi per destinarsi ai grandi spazi cittadini.
Protagonisti di questo astuto trasmodare dell’arte musicale furono gli strumenti a fiato; strumenti che divennero sacrali per eccellenza, unici idonei a soddisfare tale bisogno. Il Cilento non è rimasto miope; è riuscito a superare lo scopo dilettantistico e ricreativo che spesso interessa tanti gruppi musicali nella penisola. La terra dei miti, nella provincia salernitana meridionale, conta oggi, infatti, la presenza di un gruppo musicale orientato a “…promuovere la musica in un ambiente stimolante e professionale cercando di garantire un alto livello esecutivo in cui vi sarà opportunità di crescita, di sviluppo e avviamento all’attività musicale, professionale e non dei singoli ragazzi, coinvolti nelle scuole di musica del territorio fin dai primi anni di studio..” Fra gli obiettivi del gruppo musicale cilentano vi è, infatti, il bisogno di aborrire il dilettantismo dispersivo e l’improvvisazione degli eventi. L’Orchestra dei Fiati, in passato, nella seconda metà del XVIII secolo, era nota come “Orchestre Militaire”. La Banda fu onorata da subito dell’attenzione dei massimi compositori francesi dell’epoca: Gossec, Catel, Duvernois, Méhul, Cherubini, questi scrivevano per i musici della Guardia Nazionale; lo stesso Conservatorio di Parigi fu fondato per le esigenze educative di questo gruppo. Non dimentichiamo poi Beethoven il quale nella terza, sesta e nona sinfonia si ispirò compiaciuto alla musica bandistica. E alltri esempi ancora rappresentativi del genere si riscontrarono nel periodo classico-romantico, nella “Forma Sonata”, ove si rilevarono alcune pagine per Banda, (vedi l’Overdure per Banda op.24 di Mendelssohn). I fiati, insomma, hanno fatto molta strada nel tempo..La Banda oggi è diffusa e apprezzata in lungo e in largo e non solo per il piacere della buona musica, ma anche per la sua funzione di rallegrare le feste patronali, matrimoni e le serate danzanti in tanti paesi.
La nosra terra si arricchisce di questo nuovo tassello e fa grande il suo mosaico musicale. Il giorno 11 marzo, alle ore 20,30, presso il Teatro “De Bernardinis” di Vallo della Lucania, l’Orchestra di Fiati Giovanile del Cilento terrà, con libero ingresso, il Gran Concerto. L’Orchestra, costituita da ben settanta giovani musicisti, si avvale dei Direttori d’Orchestra Maestri Alessandro Schiavo e Leo Capezzuto. Il gruppo è nato nel 2016. I promotori dello stesso porta la firma del binomio dei direttori d’orchestra. “La grande adesione, sostengono i Direttori, ha decretato il coinvolgimento di moltissime realtà musicali del territorio, costituendo di fatto una realtà ancor più grande che rappresenta l’intero Cilento. Negli ultimi anni, sempre più Bande musicali, compiendo un percorso di crescita e rinnovamento, sia organizzativo-strutturale che di repertorio, hanno raggiunto ottimi livelli di professionalità e qualità, ridando dignità artistica a questa formazione orchestrale. Molti sono stati i concorsi, le masterclass, i festival, le collaborazioni musicali di livello internazionale che hanno visto protagoniste le Associazioni bandistiche coinvolte nel progetto”.
L’Orchestra dei Fiati Giovanili del Cilento si pone quale ragione di sviluppo e promozione del territorio, unione sociale, collaborazione e valorizzazione culturale e professionale. Noi crediamo nei suoi aspetti valoriali e nella capacità di queste sue sfide, siamo certi che questa nuova forza in erba riuscirà nel prezioso e difficile compito della sensibilizzazione e della crescita musicale, culturale e umana. Gli strumenti a fiato in Banda non suonano “a parti singole”, ma “raddoppiandosi”, con analoga differenza a quella che intercorre tra il quartetto d’archi e l’orchestra d’archi. Questo si traduce, nel nostro caso, quale elemento di forza, come significativa opportunità affermativa per la nuova generazione del Cilento, dotata di innumerevoli potenzialità che, ben amalgamate, consentiranno l’assunzione degli auspicati consensi.
Emilio LA GRECA ROMANO