Enzo Moscato si confronta con la Storia, come già aveva fatto con Sull’ordine e disordine dell’ex macello pubblico, il cui tema è la rivoluzione partenopea del 1799.
Questa volta, l’oggetto del suo lavoro scenico è lo sterminio di razze e oppositori politici alla folle instaurazione del regime nazista, prima in Germania e poi in gran parte dell’Europa, verso circa la metà del secolo appena trascorso. Ma non è una rielaborazione storico-cronologica di quegli avvenimenti, né potrebbe esserlo, visto che il luogo prescelto per la rivivificazione mnemonica-emotiva degli stessi non è un libro né una filmica trascrizione documentaristica, bensì il Teatro, sede per eccellenza non dei domini dei fatti o del reale, ma del simbolico e dell’ immaginario, e, infatti, simbolica, immaginaria, evocativa, elusiva, ellittica – stiamo citando, come si vede, tutte le possibili forme in cui si da’ il Poetico – è la dimensione in cui l’ autore della rappresentazione, vuole calare quelle truci vicende, non affinché, così, la storia e i suoi tristi strascichi concreti ne risultino sviliti, evasi, negati o cancellati, ma, anzi, al contrario, per rafforzarne maggiormente – e in modo non banalmente contingente ma in senso trans-temporale e trans-soggettivo – l’ineliminabile incidenza nella nostra vita quotidiana.
Le citazioni e i rimandi di Kinder-traum seminar testimoniano come il teatro di Enzo Moscato sia innanzitutto un corpo-pensiero che abita la scena. Lavorando sulla Storia attraverso una dimensione simbolico-evocativa, l’autore-attore ha realizzato una complessa e intensa tessitura scenica che può risultare una sfida alla comprensione immediata, ma che lascia profonde tracce e connessioni aperte nella memoria del pubblico.
Orario: 20,45 Per info: www.casababylon.it Durata: 1 ora (atto unico)
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