Venerdì 8 gennaio p.v. alle ore 17 è convocata a Maiori la seduta della conferenza dei sindaci della costiera amalfitana che prevede tra i punti all’ordine del giorno l’argomento della dislocazione futura dell’Istituto turistico di Amalfi, l’istituto più significativo per la Costiera amalfitana, e che attualmente è ubicato in due edifici scolastici con enormi problemi strutturali, di sicurezza, con carenze di laboratori, aula magna e palestra.
Gli schieramenti attualmente in campo sono due: da una parte ci sono sicuramente i genitori degli alunni con il presidente del Consiglio d’Istituto, Bartolo Lauro nonché alcuni amministrazioni locali della Divina che chiedono all’attuale amministrazione provinciale di onorare il contratto di prelocazione stipulato dalla precedente Amministrazione Provinciale e la Curia Arcivescovile di Amalfi.
Tale precontratto prevede lo spostamento nell’ex Seminario di Amalfi dell’intero Istituto Turistico (si ricorda che nel 2011 era in tre sedi) previo lavori di ristrutturazione dell’intero edificio a cura e spese della Curia (la Curia Arcivescovile si era indebitata per oltre 2milioni di €uro per la ristrutturazione fatta proprio sulle esigenze didattiche dell’istituto del Turismo).
Dall’altra parte invece c’è la Provincia di Salerno (nonché qualche amministrazione locale) che in nome anche e soprattutto della spending review propende di rinunciare al fitto dell’ex seminario e di non onorare il contratto stipulato tra la precedente amministrazione e la curia arcivescovile di Amalfi per l’utilizzo dell’ex seminario di piazza Duomo quale nuova sede dell’istituto turistico.
La motivazione del diniego, espressa dal Presidente della Provincia di Salerno, sta nel fatto che si ritiene che l’Istituto Turistico sia ben allocato nelle sedi di Amalfi e Minori per cui non esisterebbe nessuna esigenza particolare a giustificazione dell’investimento da parte dell’Ente Provinciale.
Sicuramente la scelta di accentrare tutto l’istituto ad Amalfi porterebbe la Provincia di Salerno a non riconoscere più i 145000 euro circa (in precedenza era circa 180.000 euro) che attualmente introita il Comune di Minori per la locazione della sede distaccata di Minori e capiamo bene le difficoltà di dover reperire un eventuale mancato incasso di 145000 euro circa per un’amministrazione locale in questi tempi di magra: o si aumentano le tasse o si effettuano tagli al bilancio, due sono le soluzioni. Ma naturalmente questa tesi non deve fermare sicuramente il riassetto della dislocazione degli istituti scolastici sul territorio sia in nome della spending review (che la detta la legge) sia in nome delle legittime pretese dei genitori che chiedono edifici adeguati per i loro figli.
Da una parte ci sono le legittime pretese dei genitori e di una parte della politica locale di dotare gli alunni di un nuovo edificio che soddisfa le esigenze didattiche dell’istituto del turismo, dall’altra la provincia che anche in nome e soprattutto della spending review propende per non rispettare il pre-contratto stipulato all’epoca e di pagare una penale che per quanto è dato sapere si aggira sui 300000 mila euro.
A volte c’è una terza soluzione e anche in questo caso si potrebbe balenare una terza ipotesi che potrebbe salvare come si suol dire “capri e cavoli”: da una parte la sacrosanta spending review, da un lato l’accentramento in un unico edificio dell’istituto tecnico per il turismo e avvicinare l’asse scolastico verso la città di Amalfi.
In costiera, e precisamente ad Atrani, esiste un istituto pubblico educativo che da decenni non è valorizzato se non per meglio dire sottoutilizzato, in quanto non svolge più la funzione sancita dallo statuto (il complesso ove si svolgevano le attività primarie era effettuata sotto la gestione diretta delle suore di Santa Geltrude in virtù di un comodato d’uso formalizzato nel 1931): il Conservatorio di Santa Rosalia (che vanta un patrimonio immobiliare cospicuo: secondo i dati catastali solo le particelle degli immobili iscritte con la categoria B1- Collegi e convitti, educandati; ricoveri; orfanotrofi; ospizi; conventi; seminari; caserme vantano un volume di più di 10.000 metri cubi e ad essi si aggiungono 4 interi fabbricati dislocati sul territorio di Atrani e altre diverse abitazioni e locali deposito date in fitto e i relativi introiti, come prevede lo statuto risalente al 1878, dovrebbero servire allo scopo statutario che è quello dell’istruzione).
L’istituto Conservatorio di Santa Rosalia in Atrani è stato fondato, come narra la tradizione, da un provvedimento adottato verso l’anno 1682 dall’Università di Atrani e dai notabili del paese tra cui il rev.do Sigismondo di Lieto e rev.do Filippo Vollaro (come si ricava dal testamento di quest’ultimo datato 17 aprile 1682 per notaio Mattia Giaccio di Napoli), e doveva provvedere all’avvio alla vita monastica delle figlie e delle parenti dei fondatori nonché alla educazione ed alla istruzione ed all’assistenza morale e materiale delle fanciulle, anche povere, e delle orfanelle del Comune di Atrani. E’ uno degli istituti pubblici di educazione giusto il Regio Decreto 9 febbraio 1888. In Campania, oltre a questo istituto esistono ancora, riferibili alla stessa normativa, l’istituto Martuscelli e l’Educandato femminile in Napoli e l’istituto Santissima Trinità e Paradiso. Nati come monasteri di suore nel XVII sec. con annesso educandato per giovani converse, furono nei 1868 acquisiti al patrimonio immobiliare dello Stato e trasformati in educandati laici, diretti da Comitati di gestione di nomina ministeriale (r.d. 29 giugno 1883), finalizzati ad assicurare alle allieve, l‘educazione, lo sviluppo fisico-Intellettuale e l‘istruzione, disciplinati dal R.D. 23 dicembre 1929, n. 2392 e dal R.D. 1° ottobre 1931, n. 1312. Quest’ultimo ne predispose un elenco articolato per tipologia: Reali educandati, Conservatori della Toscana, Collegi di Maria della Sicilia e altri istituti pubblici di educazione femminile, tra cui questo. I regi decreti furono abrogati il 16 dicembre 2009 (art. 2 e dell’allegato 1 del DL. 200/2008 – L. 9/2009) e le disposizioni in essi contenute sono confluite, in parte, nell’art. 204 del d.lgs. 297/1994 (c.d. T.U. della Scuola). Le disposizioni dettate dall’art. 204 citato si applicano agli educandati femminili statali e, per la parte non esclusivamente riferibile a strutture statali, agli istituti pubblici di educazione femminile. In particolare, agli istituti in questione è attribuita personalità giuridica pubblica; essi sono sottoposti alla tutela dei provveditori agli studi (oggi, Uffici scolastici regionali), cui sono inviati per l‘approvazione gli atti e le deliberazioni dei consigli di amministrazione. Quindi si presuppone che la direzione scolastica regionale abbia contezza dell’esistenza di un’istituzione così antica (anno 1682) che vanta un tale complesso immobiliare cospicuo sul territorio della Divina Costiera. Il Conservatorio è dotato di uno statuto (da come è dato sapere approvato dalla giunta municipale nel 1878) e il consiglio di amministrazione del Conservatorio di Santa Rosalia, come tutti gli altri sottoposti alla normativa sopra richiamata, è composto da un presidente e due consiglieri che operano a titolo gratuito. E’ nominato con decreto del Ministro della Pubblica istruzione, dura in carica tre anni e può essere confermato. Attualmente il C.d.A. formato dalla dott.ssa Muto Annunziata (attuale dirigente scolastico dell’ I.TI. E. Medi di San Giorgio a Cremano che vanta una candidatura nel 2010 per il Consiglio Regionale Campania nelle file del Pd, in tandem con Sebastiano Sorrentino) con funzione di Presidente e dal Dr. Gifuni Angelo e arch. Ambrosino Antonio (attuale vicesindaco di Saviano, nonché Vice Presidente Assemblea – Forum Nazionale dei Giovani) con funzioni di consiglieri (nominati con D.M. 968 del 24.12.2010). Proprio all’art. 204 del testo unico della scuola al comma 8 si legge: “… Agli educandati femminili dello Stato possono essere annesse scuole elementari, scuole medie ed istituti e scuole di istruzione secondaria superiore. La direttrice svolge, in tal caso, le funzioni di direzione delle scuole ed istituti annessi….”.
Sicuramente l’edificio come è attualmente, deve essere riattato e da quanto è dato sapere vi è anche una pratica edilizia passata al vaglio, alcuni anni fa, della commissione locale per il paesaggio del Comune di Atrani. Anche se ci volessero 1.500.000 di euro per la ristrutturazione, in meno dieci anni lo Stato ammortizzerebbe il costo dei lavori (tenuto anche conto degli incassi che introiterebbe dagli innumerevoli immobili in proprietà del Conservatori e concessi in locazione), rivalorizzerebbe un complesso immobiliare sottoutilizzato e diciamo attualmente “fatiscente”, e soprattutto per la pace di tutti, della salvaguardia dalle probabili scure della corte dei conti (vallo a spiegare alla Corte il probabile sottoutilizzo di tale Ente(?!), i canoni di locazioni che si pagano(?!) o che si dovrebbero pagare(?1) per gli istituti d’istruzione sul territorio della Divina) e soprattutto in ordine alla sacrosanta spending review, potrebbe non pagare più locazioni, ergo i 145000(!?) attuali che versa al Comune di Minori o i 400.000(?!) da versare all’ex seminario in caso di spostamento.
Il Ministero dell’istruzione, la direzione scolastica per la Campania, la Provincia di Salerno, i Comuni della Divina ora sono a conoscenza di questo piccolo-grande gioiello ubicato ad Atrani e che appartiene allo Stato e aspetta solo di … essere utilizzato sia per ridare dignità ad un’antica Istituzione che rappresenta il patrimonio storico e culturale del Borgo di Atrani e conseguentemente di preminente interesse pubblico (interesse pubblico motivato anche dal fatto che il complesso, da sempre, è vissuto come patrimonio identitario) sia per i fini che si erano preposti i padri fondatori della Città di Atrani, l’istruzione e l’educazione, naturalmente questo binomio dovrà essere rivisto in chiave “nuovo millennio”ovvero funzioni culturali, didattiche e scientifiche.