Nel quarto trimestre del 2024 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nei confronti del quarto trimestre del 2023.
La crescita congiunturale del Pil diffusa il 30 gennaio 2025 era risultata nulla, mentre quella tendenziale era stata stimata pari allo 0,5%.
Il quarto trimestre del 2024 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2023.
La variazione acquisita per il 2025 è pari allo 0,1% (era stata stimata nulla il 30 gennaio 2025).
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono risultati in aumento, con una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dell’1,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, dello 0,4% e dello 0,2%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per 0,5 punti percentuali alla crescita del Pil: +0,1 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +0,4 gli investimenti fissi lordi e contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Per contro, la variazione delle scorte ha sottratto 0,4 punti percentuali alla variazione del Pil, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato positivo nella misura di 0,1 punti percentuali.
Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in agricoltura e servizi, diminuiti rispettivamente dello 0,7% e dello 0,1%, mentre l’industria è cresciuta dello 0,9%.
L’andamento del PIL negli altri paesi
Nel quarto trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, mente è diminuito dello 0,1% in Francia e dello 0,2% in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita del 2,5% negli Stati Uniti e dello 0,7% in Francia, e una diminuzione dello 0,2% in Germania. Nel complesso dei paesi dell’area Euro il Pil è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nel confronto con il quarto trimestre del 2023.
Il PIL e le componenti della domanda
Dal lato della domanda, le esportazioni di beni e servizi sono diminuite in termini congiunturali dello 0,2%, mentre gli investimenti fissi lordi sono cresciuti dell’1,6% e i consumi finali nazionali dello 0,2%. In diminuzione anche le importazioni dello 0,4%. Nell’ambito dei consumi finali, sia la spesa delle famiglie residenti e delle ISP, sia quella delle AP sono cresciute dello 0,2%.
L’andamento positivo degli investimenti è stato determinato soprattutto dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti cresciuti del 3,2%, di cui la componente dei mezzi di trasporto è cresciuta dello 0,1%, e da quella dei fabbricati non residenziali e altre opere, cresciute del 4,1%. In calo gli investimenti in abitazioni dell’1,4%, in risorse biologiche coltivate in calo dello 0,6%, mentre quelli in prodotti di proprietà intellettuale sono cresciuti dello 0,3%.
La spesa delle famiglie sul territorio economico ha registrato una crescita in termini congiunturali dello 0,2% (si veda la tabella 13 allegata). In particolare, gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti dello 0,2% e quelli di servizi dello 0,4%, quelli di beni non durevoli sono diminuiti dello 0,1% e quelli dei beni semidurevoli dello 0,4%.
Il commento
La stima completa dei conti economici trimestrali rileva del quarto trimestre 2024 una crescita del Pil dello 0,1% in termini congiunturali e dello 0,6% in termini tendenziali, in lieve rialzo rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita nulla in termini congiunturali e dello 0,5% in termini tendenziali. La leggera ripresa di fine anno determina per il 2025 una crescita acquisita dello 0,1%. Tra le componenti della domanda interna, i consumi delle famiglie e delle ISP forniscono un contributo di 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil, gli investimenti di 0,4 punti, nullo quello delle AP, mentre la variazione delle scorte sottrae 0,4 punti percentuali. Positivo di 0,1 punti percentuali il contributo della domanda estera netta. Riguardo al valore aggiunto, è in ripresa dello 0,9% l’industria, mentre risulta in calo dello 0,7% l’agricoltura e dello 0,1% i servizi. Per quanto attiene a input e costo del lavoro, sono in crescita dello 0,2% le ore lavorate e dello 0,7% i redditi pro-capite, mentre si stimano in calo dello 0,2% le posizioni lavorative.