Scienza, tecnologia e innovazione
Nel nostro Paese la spesa per ricerca e sviluppo incide per l’1,26% sul Pil, in aumento sull’anno precedente (dati 2012). Tale valore non è lontano dall’obiettivo Europa 2020 fissato per l’Italia (1,53%), ma è ancora distante dall’obiettivo comune dei paesi Ue (3%) superato solo dai Paesi scandinavi.
Il 93,1% delle imprese italiane con almeno 10 addetti si connette a Internet tramite la banda larga (anno 2013), un valore superiore alla media Ue28 (90%) ma ancora distante da quello dei paesi europei in testa alla graduatoria come Finlandia, Francia e Danimarca, che registrano livelli pari o superiori al 97%.
Gli addetti alla ricerca e sviluppo (in unità equivalenti a tempo pieno) sono 4 ogni mille abitanti (anno 2012), al di sotto della media europea (5,3) e dei valori delle economie più importanti. Sul territorio nazionale si confermano forti disparità territoriali.
Negli anni 2010-2012 la quota di imprese innovatrici sale da 31,5 a 35,5% rispetto al triennio precedente. L’industria si conferma il settore più innovativo, con il 45,4% di imprese innovatrici contro il 29,5% dei servizi e il 20,3% delle costruzioni. In ambito europeo, l’Italia si posiziona al di sopra del valore medio dell’Unione; una propensione all’innovazione inferiore a quella italiana si registra tra gli altri in Francia, Regno Unito e Spagna.
Nel 2012 il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche è pari in Italia a 13,2 ogni mille residenti tra i 20 e i 29 anni. La quota risulta in costante aumento dal 2000; ciò ha permesso al nostro Paese di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Strategia di Lisbona (aumento del 10% in dieci anni). Belgio, Malta, Paesi Bassi, Ungheria, Cipro e Lussemburgo presentano valori più contenuti.
Il 57,3% della popolazione italiana di 6 anni e più utilizza Internet nel 2014 e il 36,9% si connette quotidianamente. Sono le nuove generazioni a fruire di più della Rete: quasi la totalità dei 15-24enni si connette a Internet e più della metà lo fa tutti i giorni. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media Ue28 (72% nel 2013).
Poco più di sei famiglie su dieci si connettono a Internet tramite la banda larga; a livello territoriale il Mezzogiorno, e in particolare la Basilicata (51,8%), si trovano in posizione svantaggiata. Nel confronto europeo, la quota di famiglie italiane è inferiore alla media dei 28 paesi (76%), su valori non dissimili a quelli spagnoli (69%). I tassi più elevati si riscontrano nei paesi del Nord Europa (88% in Finlandia), quello più basso in Bulgaria (54%).
Cultura e tempo libero
Nel 2014, il 41,4% degli italiani ha letto almeno un libro nel tempo libero, con una prevalenza di lettrici (48%) sui lettori (34,5%). Si legge di più nel Nord (49% nel Nord-est e 48,1% nel Nord-ovest) rispetto al Mezzogiorno (29,9%).
Poco meno di un italiano su due (47,1%) legge un quotidiano almeno una volta a settimana e, tra questi, il 36,5% lo legge almeno cinque giorni su sette. Sono sempre di più le persone che utilizzano la rete per la lettura di giornali, news o riviste: dall’11% del 2005 al 31% del 2014. La quota maggiore di utilizzatori della rete per la lettura online si riscontra tra i 18-44enni. Rispetto a questa forma di utilizzo della rete, l’Italia si posiziona al di sotto della media europea, ma su valori prossimi a quelli di Francia e Austria (anno 2013).
Nel 2014 solo l’8,7% della popolazione di 6 anni e più usa Internet per leggere o scaricare libri online o e-book; i maggiori fruitori del libro elettronico sono i giovani di 18-24 anni (oltre il 18%).
Il cinema si conferma al primo posto tra le attività culturali svolte fuori casa dagli italiani nel 2014. Il 47,8% della popolazione di 6 anni e più ha visto almeno un film in sala. Le visite a musei e mostre e gli spettacoli sportivi hanno invece coinvolto almeno un quarto della popolazione.
I dati di lungo periodo evidenziano un aumento della propensione alla pratica sportiva (dal 26,8% del 1997 al 31,6% del 2014). Tra il 2013 e il 2014, in particolare, cresce la quota di chi pratica sport in modo continuativo (dal 21,5% al 23%) e diminuisce la quota di coloro che praticano sport in modo saltuario (dal 9,1 all’8,6%).
Turismo
Nel 2013, in Italia si contano più di 124 mila esercizi extra-alberghieri, lo 0,6% in più rispetto al 2012; in lieve flessione gli alberghi (-1,2%), pari a circa 33 mila. L’offerta italiana è superiore a quelle di Germania, Spagna e Francia e inferiore, tra le altre, all’offerta di Croazia, Austria e Grecia.
Nel complesso degli esercizi ricettivi operanti sul territorio italiano si registrano quasi 104 milioni di arrivi, con circa 380 milioni di presenze (in lieve aumento i primi e in flessione le seconde rispetto al 2012). Il periodo medio di permanenza nelle strutture ricettive è di 3,6 notti, in costante diminuzione dal 2000 quando era di 4,2 notti. In ambito europeo, permanenze medie superiori si riscontrano, tra gli altri paesi, in Grecia e Spagna, più brevi in Francia e Germania.
Nel 2013, i viaggi in Italia con pernottamento effettuati dai residenti per motivi di vacanza e di lavoro rappresentano il 79,9% dei viaggi complessivi. Le durate medie dei soggiorni sono pari a 6,5 notti per vacanza e a 2,2 notti per lavoro. Le regioni italiane più visitate dai residenti sono Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia, che hanno ospitato il 47,6% dei flussi turistici. Nel confronto europeo effettuato sulle vacanze lunghe (4 notti o più), l’Italia presenta un valore inferiore sia alla media Ue sia ai valori di Germania e Francia; risulta invece superiore al dato spagnolo (anno 2012).