“IpocriSea. Le verità nascoste dietro i luoghi comuni su immigrazione e Ong” il libro denuncia scritto dalla giornalista Rai Francesca Ronchin, domani alle 17,30  al “Caffè dell’Artista”.

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“Tutto è partito quando ho intrapreso il viaggio a bordo del guardiapesca “Aquarius” della Ong “Sos Méditerranée”: quello che succede in mare quando avvengono i soccorsi è molto di più di quello che ci viene mostrato. Ci fanno vedere i migranti, le immagini concitate dei salvataggi, le lacrime, il sudore, la lotta tra la vita e la morte. Tutto documentato dal personale delle ong e da decine di giornalisti saliti a bordo di queste navi, con foto e video. Ma è solo una parte della storia”.

L’altra parte della storia la racconta la giornalista Rai Francesca Ronchin nel suo libro “IpocriSea. Le verità nascoste dietro i luoghi comuni su immigrazione e Ong”, che sarà presentato lunedì 24 aprile, alle ore 17,30, presso la sede dell’Agenzia Campania Turismo (ex EPT) di Salerno, in Via Velia 15, dall’associazione culturale “Il Caffè dell’Artista”, presieduta da Flora Battiloro, in collaborazione con le associazioni “Soroptimist Club Salerno” e “Con noi di nuovo in volo”, presiedute rispettivamente da Cinzia Procaccini e Antonietta Santoro.

  Dottoressa Ronchin, ormai da tempo navighiamo in un “mare d’ipocrisia”. Qual è la verità? 

“Gli operatori umanitari, e con loro una fetta dominante del mondo dell’informazione, tendono a mostrare solo quegli aspetti del fenomeno migratorio che risultano funzionali a una determinata narrazione. La stessa che i soccorritori presentano alle forze dell’ordine quando vengono convocati in capitaneria di porto per la redazione del verbale. Sulla nave “Aquarius”, quando durante i soccorsi, a circa venti miglia dalla costa libica intercettammo dodici imbarcazioni cariche di migranti, vidi qualcosa che nessun tg aveva mai mostrato. I migranti non erano soli. Attorno a loro c’erano barchini in vetroresina con a bordo uomini coperti da grossi cappelli di paglia. Curiosamente però, nelle immagini dei servizi giornalistici questi soggetti non compaiono mai. Quando chiesi al comandante della nave e agli operatori della Ong chi erano, mi venne ripetuto che si trattava di semplici “pescatori”. Non appena i soccorritori effettuarono il trasbordo dei migranti dai gommoni alla nave, ecco che i “pescatori” si avventarono sui gommoni come sciacalli alla ricerca di motori, preziose taniche di benzina, giubbotti di salvataggio. È evidente che non erano lì per armeggiare con reti e canne da pesca e che invece erano tasselli della macchina del traffico di esseri umani: dietro a questi uomini armati di reti e cassette di pesce, si nascondono in realtà dei facilitatori, soggetti legati al traffico di uomini che di fatto scortano i gommoni per un tratto di mare fino a quando lanciano l’sos in modo che qualche mezzo di soccorso li tragga in salvo e li faccia sbarcare in Europa”.

Lei ha documentato tutto ciò in un servizio andato in onda il 20 novembre 2017 nel programma d’inchiesta Report su Rai 3. Qualcosa è cambiato da allora?

Purtroppo le dinamiche sono sempre le stesse. Le Ong aggiornano la propria posizione sui loro profili social: data di partenza, arrivo in zona sar. È tutto documentato e inserendo il nome della nave su siti come Vessel Finder ci vuole un attimo a geolocalizzarle in tempo reale. Dunque spesso e volentieri non sono le ong a trovare barconi e gommoni, sono soprattutto i trafficanti a trovare loro. Prima di essere un “cattivo”, il trafficante è prima di tutto un uomo d’affari, i migranti lo pagano se è in grado di offrire un servizio efficiente e che permetta loro di arrivare a destinazione. Un certo margine di rischio va messo in conto ma non deve essere troppo alto altrimenti si cercherà qualcun altro cui rivolgersi”.

Lei ha avuto coraggio a pubblicare il suo libro che è un documento di denuncia grave…

“Il mio libro non vuole essere contro o a favore dei migranti o dell’immigrazione. È un lavoro d’inchiesta giornalistica che si basa sui fatti. Dopo di che ognuno potrà farsi la sua opinione”.

Aniello Palumbo

 

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