In un momento storico in cui il dibattito sui diritti civili e la parità di genere assume un’importanza sempre più centrale nella società, il Gruppo Territoriale di Salerno del Movimento 5 Stelle di Salerno si appresta a offrire un contributo significativo alla discussione con l’organizzazione dell’incontro “Cantiere delle Idee – la città ideale – “Diritti Civili e Parità di Genere”, che si terrà il 5 Marzo 2024 alle ore 18 presso la suggestiva Sala Molinari del Complesso dei frati Cappuccini in Piazza San Francesco a Salerno.
La promotrice di questo incontro è una delle figure più attive e impegnate in questo ambito a Salerno: Claudia Pecoraro.
Consigliera al Comune di Salerno per il Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Regionale per la realizzazione della “Parità dei diritti e delle opportunità tra uomo e donna”, Claudia Pecoraro si è distinta per il suo impegno costante e la sua dedizione alla causa della parità di genere e dei diritti civili. La sua esperienza e la sua visione saranno al centro di un dialogo aperto e costruttivo, volto a esplorare le vie per una società più equa e inclusiva.
Moderatrice dell’evento, Claudia Pecoraro guiderà i partecipanti attraverso una riflessione collettiva sui temi della parità di genere e dei diritti civili, ponendo le basi per un confronto arricchente e propositivo. L’incontro si preannuncia come un’occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati a contribuire attivamente alla costruzione di una città ideale, dove i diritti di tutti sono riconosciuti e valorizzati.
In vista di questo appuntamento, abbiamo intervistato Claudia Pecoraro, per offrire ai nostri lettori una breve introduzione alle tematiche che saranno trattate durante l’evento e per conoscere più da vicino le sue idee e le sue aspettative per il futuro della nostra comunità.
D: Potresti condividere alcuni dei progetti o delle iniziative specifiche che hai promosso o sostenuto per avanzare nella lotta per i diritti civili e la parità di genere a Salerno?
Claudia Pecoraro: Il primo progetto che ho portato all’attenzione dell’Amministrazione comunale e della società è stato quello della riattivazione del Percorso Rosa presso l’Azienda Ospedaliera cittadina.
Da avvocata penalista e attivista femminista mi era chiaro il vuoto di protezione e presa in carico specializzata delle donne che hanno subito una violenza, in ingresso presso il Nosocomio locale.
Il Percorso Rosa è un percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato alle vittime di violenza di genere, in particolare donne, bambinə e persone discriminate, che si pone come obiettivo quello di potenziare i servizi forniti a tutela delle persone che subiscono violenza domestica e/o sessuale attraverso la costruzione di gruppi di operatori e operatrici sanitarie adeguatamente formatə in grado di garantire risposte adeguate, integrate e calibrate sulle singolarità dei casi.
Si pensi alla somministrazione del c.d. Kit antistupro che prevede una grandissima formazione tecnica e sanitaria di base per poter operare non solo già accertamenti medici necessari, ma anche i repertamenti fotografici e organici che entreranno nel processo come fonte probatoria del fatto/reato.
Oggi il Percorso Rosa è stato riattivato, attendo tuttavia ancora il passaggio successivo, cioè quello della creazione del Tavolo permanente con le associazioni femministe e i Centri Antiviolenza, obbligatorio per legge, idoneo a strutturare la rete istituzionale multi-intervento e consentire l’adeguata formazione specializzata al personale sanitario.
Ulteriore progetto è quello del Gruppo di Lavoro per le Pari Opportunità, istituito in seno alle Commissioni consiliari, e promosso dal Consigliere Arturo Iannelli, che mi impegna nel ruolo di Referente che sta programmando una serie di interventi sul territorio, dalla promozione alla formazione passando per momenti di sensibilizzazione.
A breve ci sarà una conferenza stampa per lanciare il primo progetto realizzato dal Gruppo di lavoro, che mi vede molto entusiasta.
D: Come valuti l’importanza della collaborazione tra le istituzioni, i partiti politici e le associazioni di diritti civili e parità di genere? Ci sono esempi specifici di questa collaborazione che ritieni modelli di successo?
Claudia Pecoraro: Più che di collaborazione io parlerei di politiche integrate. La stessa normativa nazionale ed internazionale individua il lavoro interistituzionale, sinergico e strutturato, come uno dei quattro pilastri per perseguire il raggiungimento dell’eliminazione della violenza di genere e il riconoscimento di una parità di diritti tra persone.
Il terzo settore dimostra da anni la capacità di lavorare in maniera sinergica, quello che si dovrebbe eliminare è l’interesse di apparato della politica.
Mi spiego meglio.
Finché ci saranno gruppi politici che favoriranno l’interlocuzione istituzionale sono con parte della società a loro vicina, omettendo l’inclusione di tutte le componenti, non si potremmo raggiungere i risultati. Solo la compartecipazione e la condizione di esperienze può fornire strumenti reali di intervento sociale.
D: Quali ritieni siano le principali sfide e ostacoli che ancora oggi impediscono il pieno raggiungimento della parità di genere e dei diritti civili nella nostra società?
Claudia Pecoraro: Manca la formazione, manca la cultura del rispetto e della libertà, manca la capacità di mettere se stessi in discussione e questo parte dalle rappresentanze politiche, troppo spesso piegate a interessi personali che impediscono di aprire lo sguardo ad una società che è cambiata e merita un sistema sociale e normativo che ne rispetti l’assetto.
Vivere in un gruppo sociale significa rispettare tutte le individualità senza la presunzione che il proprio modello di vita sia il modello assoluto.
D: Che messaggio vorresti inviare ai giovani riguardo al loro ruolo nella promozione della parità di genere e nella lotta per i diritti civili?
Claudia Pecoraro: Lə vorrei invitare alla libertà ed al rispetto.
Rispettare la libertà dell’altrə, l’individualità do ognunə, con empatia e capacità di ascolto.
Questa generazione è migliore di molte altre, la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze di oggi sono parte del cambiamento sociale che stiamo vivendo, ne sono allo stesso tempo risultato ed impulso.
Figli e figlie di generazioni che hanno combattuto per l’eradicazione di alcuni grandi pregiudizi sociali e culturali, penso al suffragio universale, alla legge sull’aborto, all’introduzione del reato di stalking, alla violenza sessuale come reato contro la persona e non più contro la morale pubblica, alle unioni civili, alla legge sulla rettifica del genere. I movimenti di lotta femminista sono cambiati in questi decenni, inglobando la lotta trans-femminista e evolvendosi in modelli in cui il separatismo non è più lo strumento e il metodo, ma che chiedono e necessitano di integrazione tra generi.
Il linguaggio sta cambiando, anche l’Accademia della Crusca e lo Zingarelli hanno modificato i termini in uso, e allora io auguro alle nuove generazioni di avere il coraggio di andare sempre avanti, sempre oltre, perché alla fine loro saranno la classe dirigente del domani.