La Commissione Europea ha recentemente pubblicato il rapporto “L’Unione dell’innovazione 2014”, che esamina il livello di innovazione e l’utilizzo dei fondi strutturali rispetto ad essa, secondo questo rapporto l’Italia, pur avendo ridotto l’enorme divario che permaneva con i paesi più avanzati, non ha ancora preso il “take off”, il decollo per quello che riguarda l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo.
I fattori che hanno frenato la crescita dell’innovazione in Italia sono sempre gli stessi, la scarsa competitività delle imprese, la miopia strategica nell’intraprendere azioni collettive e di networking sul fronte dell’innovazione, e la scarsa attenzione finanziaria ai programmi di ricerca, sviluppo ed innovazione.
Secondo il report della Commissione Europea persino Portogallo, Lettonia ed Estonia negli ultimi 7 anni hanno avuto un tasso di sviluppo dei livelli di innovazione superiore a quello dell’Italia. Di questo ulteriore divario naturalmente a soffrirne maggiormente sono le piccole e medie imprese.
Il rapporto della Commissione Europea entra inoltre nel dettaglio analizzando il livello di innovazione delle 20 regioni italiane (e di ogni singola regione europea). Ne emerge che solo 2 regioni italiane, Lazio ed Umbria, hanno aderito al programma europeo FP7 (oltre 50 miliardi stanziati per la ricerca). Maglia nera per regioni come Puglia, Sardegna e Liguria che hanno registrato un uso decisamente limitato dei fondi strutturali, principalmente per obiettivi di tipo commerciale. Le altre regioni entrano nel calderone di quelle che hanno fatto un uso moderato dei fondi strutturali per l’innovazione e registrano quindi livelli di innovazione modesti. Solo Piemonte, Friuli ed Emilia-Romagna presentano livelli di innovazione in linea con la media europea.
Questo divario, come detto, si traduce in una ulteriore perdita di competitività per le imprese. Non c’è innovazione senza investimenti, questa è la bottom line del rapporto della Commissione Europea, che auspica una maggiore adesione ai suoi programmi di ricerca e di innovazione ed un sostegno finanziario maggiore da parte degli stati membri.