dall’ Arch. Piernazario Antelmi, delegato regionale WWF per la Campania, riceviamo e pubblichiamo
Quello che emerge è sotto gli occhi di tutti , addetti ai lavori, cittadini, associazioni del territorio, politici locali e non, questo immane disastro ambientale ( ad opera dell’uomo) che sta colpendo il territorio regionale è totalmente fuori controllo, purtroppo è solo all’inizio, sia perché la consueta stagione dei roghi non è ancora conclusa sia perchè si deve già da ora pensare alle conseguenze future di siccità, incendi e delle prossime precipitazioni temporalesche ( i ricordi della tragedia di Sarno sono ancora vivi); Il territorio Campano è in balìa di se stesso senza alcuna seria possibilità di previsione, monitoraggio, prevenzione e intervento risolutivo, forse la prima inadempienza di chi doveva intervenire è proprio l’inerzia;
Dal Vesuvio alla riserva degli Astroni, dai Monti Lattari a tutta la Costiera Sorrentino-Amalfitana, dal parco Nazionale del Cilento fino a Giugliano e aree casertane , già note come terre dei fuochi. …..” L’Italia brucia come ogni estate con la differenza, significativa, di un dato allarmante che dovrebbe imporre alla politica una seria autocritica: in un solo mese, da metà giugno a oggi, in Italia è andato in fumo tutto quel che è bruciato nell’intero 2016. Quindi nessuna regia unica o piano eversivo, ma solo ciò di cui non si vuole parlare, mai: il fuoco come declinazione – l’ennesima – dell’economia criminale che può esistere perché il territorio è in balia di se stesso…(cit. da Repubblica roberto Saviano)”;
La nuova stagione degli incendi in Campania desta più di qualche interrogativo e tanta rabbia, il fuoco ha distrutto intere aree boschive ma non ha tralasciato nemmeno abitazioni ed aree abitate, strutture turistiche e piccoli centri sono stati evacuati notte tempo in diverse località.
Se solo ai primi di luglio, già in piena stagione di siccità e con molti roghi già in atto, (già si stimavano ingenti danni), si fossero messe in atto iniziative ulteriori di controllo del territorio, forse si sarebbe evitato il danno enorme prodotto negli ultimi giorni.
L’ultima settimana, ha segnato un salto di qualità del fronte del fuoco e gli incendiari di qualunque matrice fossero (mafioso-affaristica, o di pura stupidità, come il pauroso incendio di Montepertuso in Costiera, generato dai fuochi della festa rionale) hanno avuto buon gioco.
Le cause di quanto sta accadendo non sono una novità, tutti gli anni in estate in Campania si è combattuta la battaglia per contrastare i piromani ed i comportamenti pericolosi di persone improvvide. Fino all’anno scorso la prima linea in questa battaglia era occupata dal Corpo Forestale dello Stato, la vecchia struttura organizzativa, quest’anno è stata completamente smantellata da interventi del governo centrale e regionale, lasciando tutto all’approssimazione e alla buona volontà di pochi VVFF e Volontari in prima linea ( nel Cilento per 45 comuni è operativa una sola squadra di VvFf al giorno , 5 addetti e due mezzi);
Chiediamo a coloro che hanno ridisegnato nell’ultimo anno la organizzazione del controllo e dello spegnimento del fuoco di voler riconoscere la totale inadeguatezza della loro macchina organizzativa, si spera ora che la cura non sia peggiore del male e che non vada “migliorata” con iniezioni di denaro pubblico/clientelare, che potrebbero anche sembrare innescate dagli stessi fuochi che si vogliono combattere.
Di certo le oggettive condizioni ambientali hanno favorito l’aggravarsi del fenomeno, ma non capiamo perché per settimane si sono visti i mezzi aerei operare in tarda mattinata e solo su fuochi già formati e alimentati dal vento (che non è mai venuto meno) con esiti delle operazioni di spegnimento lunghe, inefficaci, difficoltose (sicuramente più costose) e a tempo, molti focolai venivano lasciati attivi nelle tarde ore pomeridiane per fine turno e al mattino erano più attive che mai. Solo dopo la apertura di indagini della Procura sui roghi del Vesuvio, si sono visti operare aerei dalle ore 6,30 e fino a tarda ora.
La cattiva organizzazione si è sempre aggiunta ai problemi oggettivi rendendo inutili anche le poche iniziative messe in campo.
Non si può tacere il danno ambientale derivante dai vapori e dalle ceneri combuste, che si aggiungono al già presente inquinamento ambientale e che si identificano nei cieli a centinaia di chilometri. Gli alberi bruciati, infatti, per decenni hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria producendo ossigeno, immagazzinando anidride carbonica ed assorbendo agenti inquinanti di diversa natura, che in questi giorni sono tornati nell’atmosfera trasportati dal fumo degli incendi.
Chiediamo pertanto che le istituzioni competenti diano chiare ed attendibili informazioni ai cittadini dell’impatto sulla salute di quanto accaduto, sulle sostanze inquinanti liberate nell’area dagli incendi che in più di un’occasione non hanno interessato solo aree boschive ma anche veri e propri siti di micro discariche .
In ultimo, emerge con triste evidenza come il vivere in un’epoca di satelliti, droni, sensori sofisticati telecamere e potenti servizi di sicurezza fantascientifici, non ci permetta di controllare fenomeni “primitivi” come i fuochi di rifiuti nella omonima “Terra dei Fuochi” e i focolai dolosi di oggi nelle aree boschive.
Dovremmo forse ancora invocare e rendere attuali le “ronde antifuoco” costituite da volontari e cittadini che forse darebbero un nome a qualche vile o perlomeno lo indurrebbero a restare chiuso in casa, cosa tra l’altro che da subito le associazioni stanno facendo con i propri volontari e nel caso del Wwf Italia con i volontari appartenenti alle Guardie Particolari Giurate del Wwf.
Chiediamo che le Autorità e la magistratura operante possano utilizzare tutti i mezzi disponibili per identificare i colpevoli e gli scopi che questi perseguono con le loro attività criminali; noi per nostra competenza potremo attivare gli Enti sovranazionali allo scopo di tutelare gli ambienti naturali minacciati, creati con enormi sacrifici e conservati con mille difficoltà, ed ora con sciatta superficialità preda delle fiamme, insieme alle comunità vegetali, animali ed umane che vi vivono, e che rischiano un danno irreparabile oltre che rischiare la propria incolumità.
Queste nostre richieste si aggiungono all’invito alla Regione Campania per la sospensione della prossima stagione venatoria, ai sensi dell’art. 19 della Legge 157 del 92. Finalizzata alla protezione di quello che resta del patrimonio faunistico, già messo a dura prova dal prolungato periodo di grave siccità.