“La comunicazione: una nuova creazione che risolve i conflitti?”. L’interrogativo se l’è posto Michelangelo Pistoletto nel giorno del vernissage della sua mostra a Ravello.
Qui l’artista biellese ha ambientato il suo Terzo Paradiso, ovvero il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria “indispensabile – secondo il maestro – per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”.
Composto da tre cerchi che si intrecciano (i due opposti significano natura e artificio, quello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo di una nuova umanità), tutti rigorosamente realizzati con giornali riciclati collocati, in più stratificazioni, uno sull’altro, il Terzo Paradiso, secondo Pistoletto, è quel nuovo mito “che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale”. “La compiutezza della storia e l’infinito della vita, in un tempo nuovo che ha bisogno di armonia, nuovo equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente. E la comunicazione cos’altro è se non la definizione del flusso di una relazione tra gli individui, una nuova creazione che risolve i conflitti?” ha detto il maestro durante la presentazione della sua opera. È
il senso del Terzo Paradiso di giornali che Michelangelo Pistoletto ha creato per il Ravello Festival. Un omaggio al valore dell’informazione, specchio dei tempi, una nuova installazione che si unisce alla molteplici precedenti che il maestro biellese ha curato, dagli intrecci di cerchi umani a Cuba, ai segni delle scie delle barche in mare. Pistoletto, che ha volutamente guadagnato il centro del cerchio più grande della sua opera allestita nella Cappella di Villa Rufolo, ha spiegato il senso della sua idea che il Ravello Festival ospiterà fino al 30 settembre. Un’opera per la quale sono state impiegate 12mila copie di giornali per 2.400 chili di carta. Una mostra fortemente voluta dal Ravello Festival e curata dal direttore artistico Laura Valente.
Cinquanta centimetri di stratificazioni di giornali di tutte le testate del sistema dell’informazione italiano sistemate una sull’altra a perimetrare il simbolo “dell’infinito allargato”, i famosi tre cerchi che simboleggiano la spinta di valori per un cambiamento della società. “Io mi limito a proporre – ha detto il maestro – poi tutti devono sentirsi partecipi del cambiamento, protagonisti, attori dell’Hortus conclusus del cerchio centrale”. La scelta dei giornali per il Ravello Festival, in un momento di profonda discussione sul valore dell’informazione, non è casuale. Se il terzo Paradiso è il bisogno di un ritorno a un equilibrio originario che superi il parossismo artificiale della tecnologia, la fisicità della carta ci ricorda che probabilmente nell’era digitale “avvicinarsi alla gente – ha continuato Pistoletto – ristabilire relazioni può contribuire a superare il rischio dell’identificazione tra l’umano e l’artificiale”. La mostra si completa con un’installazione video collocata nel Chiostro inferiore di Villa Rufolo nel quale compaiono buona parte dei “Paradisi” realizzati da Pistoletto nel mondo.