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Prende il via il complesso progetto Salerno in particolare – Beni culturali e innovazione, realizzato dall’Università degli Studi di Salerno nell’ambito delle attività promosse dal Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali. Il Centro storico di Salerno sarà il protagonista di oltre due mesi di eventi (dal 14 novembre al 28 gennaio) che andranno alla (ri)scoperta di quello che è il fulcro dell’identità storica, politica e culturale della città.

Lunedì 14 novembre (ore 17) a Palazzo Ruggi D’Aragona (via Tasso 46, Salerno) si è tenuta l’inaugurazione della mostra Salerno in particolare – immagini del centro storico (lunedì-venerdì ore 9.30-18.30), realizzato dal DISPAC dell’Università di Salerno presso la sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno ed Avellino nell’ambito delle attività promosse dal distretto Databenc.

Ad accogliere gli spettatori, una grande cartografia tematica georeferenziata interattiva che consente l’individuazione del ricco patrimonio monumentale, classificato per categorie tipologiche (chiese, monasteri, palazzi nobiliari) nonché la lettura di specifiche schede illustrative e la consultazione di immagini fotografiche relative ai diversi beni. La carta sarà consultabile a Palazzo Ruggi d’Aragona, nell’ambito della Mostra “Salerno in particolare”, ma anche a Palazzo Fruscione e al Museo virtuale della Scuola Medica Salernitana, in via Mercanti. La carta tematica costituisce l’ideale punto di partenza di una visita del Centro storico, per la quale è stata messa a punto la SmartApp Salerno (disponibile su Apple Store e su Google Store) per dispositivi mobili (smartphone e tablet), da usare come guida per poter fruire dei punti di interesse culturale. I suoi contenuti (schede descrittive e foto) sono visionabili sempre tramite la SmartApp Salerno anche attraversando il Centro storico.

La medesima cartografia è stata riprodotta in dimensioni macro (sette metri per tre) e vi sono stati evidenziati circa 40 particolari significativi, riportati anche su desk e dotati di QR code, in modo di consentire agli utenti, attraverso la medesima app, di ottenere informazioni supplementari.

 

Il cuore pulsante della mostra sono i cento scatti realizzati dall’occhio attento e sensibile del fotografo Ciro Fundarò, recentemente scomparso che, con il suo lavoro, ha riportato alla luce la straordinaria bellezza del paesaggio urbano. Le sue foto, che si svelano per la prima volta agli spettatori, offrono sguardi inediti sul patrimonio culturale della città.

Tutte a colori, queste opere fotografiche – realizzate tra settembre e ottobre di quest’anno – raccontano particolari per lo più nascosti di Salerno, come le colonne di Palazzo San Massimo, chiuso al pubblico, o elementi che sfuggono allo sguardo. Si va dall’antico al contemporaneo, abbracciando le straordinarie stratificazioni del tempo e della storia che hanno, da sempre, caratterizzato Salerno. Fundarò ha declinato lo spazio della città, attraverso i suoi luoghi e le sue bellezze artistiche e architettoniche, cogliendo in ogni immagine il bello del particolare.

 

Oltre ai dettagli visualizzati sulle cartografie, che rappresentano il cardine dell’esposizione, e agli scatti di Fundarò, una sezione della mostra è dedicata, infine, ai lavori di restauro del Duomo diretti e documentati dall’ingegnere salernitano Michele De Angelis negli anni Trenta del secolo scorso. Grazie alla collaborazione con il Mudif-Museo didattico della fotografia, infatti, è stato possibile stampare ed esporre per la prima volta una puntuale selezione di quindici immagini provenienti dal fondo De Angelis, a testimonianza di un momento particolarmente significativo nella storia recente della Cattedrale di Salerno e della città.

 

In occasione dell’inaugurazione della mostra è stato annunciato il concorso fotografico “Salerno in particolare”. Tre i premi in palio per i giovani salernitani. Spazio alla creatività e alla bravura di aspiranti fotografi che dovranno catturare la loro personale visione del dettaglio e del particolare, prendendo spunto dagli scatti di Ciro Fundarò. Il regolamento al seguente link www.databenc.it a partire dal 21 novembre. Il premio vuole avvicinare i ragazzi al centro storico di Salerno, non solo luogo di movida e aggregazione giovanile, ma anche simbolo di cultura e tradizioni antiche rimaste vive e visibili nei portoni dei palazzi, negli stemmi nobiliari, nelle preziosità delle chiese e negli angoli più suggestivi della città.

 

 

“La Soprintendenza ABAP – sottolinea Francesca Casule, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino – ha collaborato con vivo piacere all’organizzazione della mostra Salerno in particolare, ospitandola presso la propria sede di Palazzo Ruggi d’Aragona. La mostra costituisce un’importante occasione per aprire le porte della Soprintendenza alla città, per  illustrare la sua missione di servizio pubblico per la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio archeologico, architettonico, storico, artistico: un patrimonio che è una ricchezza collettiva e al quale tutti devono sentirsi chiamati a partecipare. La mostra va in questa prospettiva: riunisce le molteplici competenze di enti e  istituzioni, componenti della ricerca e  mondo imprenditoriale per realizzare l’itinerario sempre sorprendente della riscoperta  del Centro Storico: un palinsesto bellissimo fatto di monumenti, di storie e di memoria, che rivive negli sguardi complici e attenti dei suoi cittadini, nella sintonia di un esperimento destinato a rinnovarsi, nella difesa, aperta e attiva, di un patrimonio che ha resistito ai secoli”.

 

La mostra – aggiunge Eva Avossa, Vicesindaco – Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Salerno  – racconta il nostro centro storico con dettagli e minuzie non sempre noti e visibili. Rispetto alla grandiosità e alla bellezza dei palazzi, delle chiese e dei monumenti della nostra città, in questo allestimento prevale l’incanto del particolare, la suggestione di elementi spesso sconosciuti. Sarà un momento di arricchimento per tutti i concittadini e per i tanti spettatori che visiteranno l’esposizione”.

 

“L’Ateneo, rafforzando la collaborazione con il Comune di Salerno – rimarca il Prorettore dell’Università degli Studi di Salerno, prof. Antonio Piccolo – ha sostenuto con forza il progetto sul Centro Storico: i dipartimenti scientifici e umanistici, in primo luogo il Dispac, hanno attivamente cooperato per realizzare un obiettivo alto e condiviso di conoscenza, tutela e valorizzazione. Mi piace ribadire come la configurazione stessa del campus favorisca questo tipo di scambi interdisciplinari, grazie alla contiguità spaziale delle diverse aree del sapere. Salerno in particolare è la testimonianza di un progetto in cui i saperi molteplici dell’Ateneo, amalgamandosi, hanno trovato una naturale collocazione poiché rivolti alla cittadinanza e al territorio”.

“Il Dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale dell’Ateneo salernitano, in sinergia con il Centro ICT per i Beni culturali, – illustra Mariagiovanna Riitano Direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Unisa – ha voluto assumere l’iniziativa “Salerno in particolare. Beni culturali e innovazione” al fine di valorizzare il lavoro di ricerca svolto nell’ambito del Distretto DATABENC, rendendolo fruibile ad un ampio pubblico nell’ottica di una sinergia sempre maggiore fra l’Ateneo e la città. Ne è scaturito un evento complesso, articolato su quattro sedi: Palazzo Ruggi d’Aragona, il complesso monumentale di San Pietro a Corte, Palazzo Fruscione ed il Museo virtuale della Scuola medica Salernitana, appositamente ripristinato con il contributo del Comune. Le diverse iniziative, scaturite da un impegno scientifico multidisciplinare e finalizzate alla valorizzazione del Centro storico si Salerno, sono state proposte in una logica di rete al fine di consentire un percorso articolato che, guidato da tutor esperti, possa contribuire alla conoscenza della città, coinvolgendo turisti e cittadini, con particolare riferimento ai giovani ed alle Scuole che, numerose, hanno già prenotato la loro partecipazione all’evento. Alla Mostra “Salerno in particolare. Immagini del Centro storico” che oggi inauguriamo, – continua la professoressa Riitano – si aggiungono il video “Attraversare Salerno nel tempo: monumenti, storia, cultura della città”, la cartografia interattiva che illustra il patrimonio monumentale del Centro storico, le installazioni multimediali disponibili presso Palazzo Fruscione e San Pietro a Corte, le conversazioni “La bellezza dei secoli a Salerno” che animeranno la vita culturale della città nei prossimi due mesi”.

 

“L’idea alla base delle iniziative del Distretto DATABENC e del Centro ICT per i Beni Culturali – evidenzia Massimo De Santo Direttore del Centro ICT di Ateneo per i Beni Culturali e Membro del CdA di DATABENC – è di utilizzare i gli “intricati intrecci” tra le più diverse e innovative tecnologie per la conoscenza, tutela, valorizzazione e fruizione sostenibile del nostro meraviglioso patrimonio culturale. Grazie a questo approccio, sempre di più, infatti, le tecnologie sono strumento per il potenziamento e l’internazionalizzazione delle nostre ricchezze culturali, troppo spesso sottovalutate. Nell’evento promosso dall’Ateneo Salernitano, che si pone nelle iniziative di disseminazione dei primi due grandi progetti realizzati in questo contesto, i visitatori avranno modo di apprezzare questo innovativo connubio delle più avanzate tecnologie con la nostra storia, la nostra arte, i nostri luoghi. L’azione integrata dei Dipartimenti Universitari e delle Imprese coinvolte si misura in questa occasione con una sperimentazione completa di quanto finora sviluppato”.

 

“L’arte della città – osserva la curatrice della mostra, la prof.ssa Stefania Zuliani (Dispac) – è l’arte del vivere insieme. Così ha detto il filosofo francese Jean-Luc Nancy in un suo recente saggio dedicato all’arte della città, e davvero la città è parola e spazio – lo spazio è un luogo praticato – “singolare plurale” , che  si fonda e si definisce a partire dall’incontro. L’incrocio degli incontri, la relazione, la mescolanza rappresentano la prospettiva stessa di ogni città, e Salerno, con il suo passato e il suo presente, lo conferma.  La mostra Salerno in particolare ha voluto raccontare per dettagli proprio questa dimensione collettiva, plurale, condivisa, che appartiene alla città e che caratterizza anche ogni efficace lavoro di ricerca. Per queste ragioni l’esposizione è, e non poteva essere diversamente, il frutto di un impegno collettivo:  a curare la mostra è stato l’intero Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, che ha realizzato questo  progetto  giocato sulla relazione tra lo spazio urbano del centro storico di Salerno, visualizzato con straordinaria efficacia nella grande cartografia, e alcuni scelti dettagli del patrimonio culturale della città antica. Sono stati per questa occasione individuati particolari poco noti del paesaggio e della storia del centro antico, elementi architettonici e archeologici, dipinti, documenti  che sono stati sapientemente messi a fuoco e illuminati – la fotografia è scrittura di luce e giudizio inesorabile – dal fotografo Ciro Fundarò, con il quale abbiamo condiviso alcuni significativi momenti di scoperta del Centro storico. Un centro storico che, grazie alla collaborazione e, ancora una volta, all’incontro di tante istituzioni e, soprattutto, di tante persone, si è mostrato nelle sue pieghe più nascoste come pure nel suo passato, recente ma già lontano, come attestano le inedite lastre del Fondo De Angelis restaurate  dal Museo Didattico della Fotografia, che ci svelano alcuni momenti dei restauri del Duomo che l’ing. De Angelis ha diretto negli anni Trenta”.

 

Oltre alla mostra e alle cartografie interattive del patrimonio monumentale, il progetto mira ad analizzare il Centro storico da più angolazioni e lo fa mediante interessanti conversazioni con la città, un video sul centro storico che ripercorre i monumenti, la storia, la cultura cittadina, nonché grazie ad innovative installazioni multimediali e a due app, una per la guida ai sarcofagi del Duomo di Salerno e una più ampia dedicata al centro storico nel suo complesso.

 

Da novembre a gennaio, sempre a Palazzo Ruggi d’Aragona, sede della Soprintendenza, è previsto, infatti, un ciclo di conversazioni dal titolo La Bellezza nei secoli a Salerno che ripercorre la storia e l’arte della città, dall’età antica all’età contemporanea. L’iniziativa, intesa come occasione per presentare il ricchissimo patrimonio, ancora oggi riconoscibile nei musei, nei palazzi, nelle chiese, nel tessuto urbano del Centro storico, è stata già svolta con successo nella scorsa primavera a Palazzo di Città e viene riproposta, in una versione rinnovata, proprio nell’ambito del progetto.

Le Conversazioni con la città inizieranno venerdì 18 novembre con l’incontro dal tema Salerno: dagli Etruschi alla colonia latina organizzato dalla prof.ssa Angela Pontrandolfo – Dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale Università degli Studi di Salerno. Tutti gli incontri saranno ospitati nella sede della Soprintendenza ABAP a partire dalle ore 16.30. I saluti saranno affidati al Soprintendente ABAP Francesca Casule e al Direttore DiSPaC Mariagiovanna Riitano. Introdurrà il prof. Donato Salvatore.

Spazio anche alle installazioni multimediali Tempi Connessi. Uno sguardo al passato rivolto al futuro che si terranno a Palazzo Fruscione (dal lunedì al sabato ore 10-13) e nel complesso di San Pietro a Corte (da martedì a domenica ore 10.00-18.00). Grazie alla concessione di spazi da parte dell’Amministrazione comunale, all’interno di Palazzo Fruscione è stato organizzato un Laboratorio dove il pubblico può conoscere le attività, i prodotti e i servizi realizzati dal Distretto nel Centro Storico e anche sperimentare alcune applicazioni tecnologiche.

 

In questa valorizzazione del patrimonio artistico e culturale di Salerno, protagonisti anche i Sarcofagi del Duomo, nel loro nuovo allestimento inaugurato il 16 giugno scorso nel quadriportico della Cattedrale di San  Matteo. Per l’occasione sono state realizzate due app, una per normovedenti ed una in versione non/ipo vedenti, quest’ultima ideata in collaborazione all’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UICI).