Lo sviluppo delle piattaforme dei social network, come Facebook, Twitter ed Instagram, è stato favorito in Italia anche dall’uso che ne hanno fatto alcuni media, principalmente cartacei, tanto che la gestione dei social network sta diventando un asset di importanza sempre maggiore nel lavoro di redazione.
Questo perchè i social stanno diventando una delle principali fonti di informazione. Il meccanismo e semplice, si clicca sul “mi piace” di Facebook o si “re-twitta” una notizia ed ecco che il gradimento viene esteso a tutti gli “amici” oppure ai “followers”. In questo modo ogni utente diventa “Opinion Leader” per i suoi amici.
I media, dal canto loro, conoscono molto bene questo processo di formazione delle opinioni e fanno in modo di indirizzare alle loro testate potenziali lettori. La gestione efficace dei social diventa fondamentale per la diffusione dei propri contenuti, quasi quanto l’aggiornamento del proprio sito.
Ci sono testate su questo aspetto più all’avanguardia, e che ottengono risultati misurabili, come ad esempio il numero di “like” o i “retweet”, o di commenti, come dimostra uno studio elaborato da Vincenzo Cosenza per BlogMeter, intitolato “Le performance delle testate giornalistiche italiane sui social media” e presentato al recente Festival del Giornalismo di Perugia. Cosenza ha analizzato 56 pagine Facebook e 38 profili Twitter delle principali testate giornalistiche italiane.
Secondo Cosenza nell’ultimo anno i media italiani hanno compreso l’importanza dei social network ma solo una quindicina di testate riescono a farne un uso efficace e di queste soltanto 6 si pongono come leader: Fanpage.it, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta Dello Sport, Il Corriere Della Sera e Leggo.
Se non sorprende la prima posizione di Fanpage.it, che è una testata che opera esclusivamente online, che è leader con oltre 1.400.000 fans su Facebook, più di 300.000 rispetto a La Repubblica, e che deve la sua leadership anche grazie all’efficiente integrazione con le piattaforme social, è interessante vedere come si muovono le tradizionali testate cartacee. La Repubblica è invece leader per quello che riguarda le interazioni su Facebook (somma di “like”+commenti+condivisioni+post in bacheca dei fan), mentre se si va ad analizzare il rapporto tra fan ed interazioni a sorpresa emerge Libero (186 interazioni per 1000 fan). Analizzando il rapporto tra interazioni e post effettivi (una cosa è cliccare su “mi piace”, un’altra è scrivere perchè mi piace) La Repubblica si conferma leader davanti a Il Fatto Quotidiano ed a Il Giornale. Sul tipo di contenuto veicolato, la tendenza da parte dei media è quella di postare link al proprio sito, senza allegare foto, mentre, si sa, è l’immagine quella che colpisce immediatamente, e mancano quasi del tutto elementi di interattività più spinta, come ad esempio i sondaggi o i video.
Quanto a Twitter, Cosenza avverte che il numero di followers non è di per sè un’unità di misura significativa quanto piuttosto un indicatore del potenziale bacino di audience, La Repubblica è la testata che ha più followers (quasi 800.000), tallonata da La Gazzetta Dello Sport, che hanno tra i 900 ed i 1200 followers al giorno, va anche detto che queste testate sono tra quelle consigliate da Twitter, mentre più significative sono le cosiddette “mentions”, che sono più indicative del gradio di affezione e della notorietà, in questo caso Il Corriere Della Sera si piazza al secondo posto dietro La Repubblica, quanto invece ai commentatori (retweeter attivi) anche qui Il Corriere si piazza al secondo posto dietro La Repubblica. Il Fatto Quotidiano, invece, è la testata che ottiene la performance più alta nel rapporto tra mentions e retweet (18 interazioni per ogni tweet attivo). Analizzando gli “hashtag”, il “#”, ossia gli argomenti di discussione, la testata che ne utilizza di più è La Gazzetta Dello Sport, che in questi giorni segue il Giro D’Italia anche tramite Tweeter, mentre gli utenti tendono più ad etichettare con gli hashtag gli eventi piuttosto che le aree tematiche.
Le conclusioni a cui Cosenza arriva sono dunque le seguenti:
C’è sicuramente molta più consapevolezza da parte dei media italiani sull’uso delle piattaforme social, con preminenza verso Facebook;
Attualmente la strategia preminente tra i media italiani è quella della mera presenza, il lettore viene semplicemente “indirizzato” verso il contenuto online sul sito della testata, non vengono quindi creati contenuti “ad hoc” che sviluppino attenzione ed interesse direttamente sulle piattaforme social. D’altra parte, sul sito de La Repubblica c’è la pubblicità veicolata da La Repubblica e ci sono i contenuti correlati de La Repubblica e di tutto il Gruppo L’Espresso. Su Facebook c’è la pubblicità veicolata da Facebook quindi i media hanno tutto l’interesse ad usare i social come veri e propri “strilloni” piuttosto che come luoghi di interazione.
Su Twitter è fondamentale il ruolo del professionista, del giornalista, nell’interagire e nel portare followers alla sua testata, come ad esempio Enrico Mentana.
Pietro Pizzolla
Fonte per le slides: BlogMeter, LaRepubblica.it