DIFENDIAMO LA “PRIMAVERA DELLA CHIESA”

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Vi ho promesso una mia riflessione sulla “PRIMAVERA DELLA CHIESA” dovuta a Papa Francesco ed ora cerco di mantenere la promessa.

Poiché, su sollecitazione di Antonio Bottiglieri, ho scritto una lettera ai miei pronipoti nella quale ho raccontato alcune delle mie esperienze, ho pensato di iniziare questo articolo elencando alcuni avvenimenti vissuti  quando ho cercato di esprimere il senso della mia Fede in Cristo.

L’inizio è drammatico: fino al Concilio Vaticano II bisognava accettare l’idea che “Solo nella Chiesa (Cattolica) c’è la Salvezza”. Poiché con molti amici non riuscivo ad accettare l’ipotesi di un Dio che si divertiva, consentendo alle persone di nascere in Italia o nelle foreste dell’Amazzonia, a decidere chi si sarebbe salvato e chi si sarebbe dannato (provate a pensare se e come alcuni Indios potevano conoscere Gesù Cristo), iniziai a fare collezione di scomuniche.

La scomunica divenne più convinta quando con alcuni amici, tra gli altri c’era mio cognato Paolo Marchetti, proponemmo ad alcuni monsignori di risolvere la questione inviando un elicottero con dei serbatoi pieni di acqua santa per battezzare tutti…!! Dopo qualche anno il Concilio ci diede ragione e la prima scomunica fu dimenticata. Ma quella era stata solo la prima. Molte ne seguirono.

Solo per brevità ne riporto una sintesi. Poi ricorderò alcuni comportamenti di cui non si poteva parlare.

Iniziamo ricordando che, prescindendo da tutte le affermazioni riguardanti “il Popolo di Dio”, per anni si è insistito sull’affermazione che “solo in unione con il proprio Vescovo” c’era l’appartenenza alla Chiesa con tutte le conseguenze del caso. Una persona alla quale sono stato molto legato, Mons. Demetrio Moscato, fece di tutto per far fallire un gruppo che avevo contribuito a creare: il Cenacolo. Non ci riuscì.

Poi:  chi si iscriveva al Partito Comunista: era fuori;

          chi non accettava l’unità politica dei cattolici: era fuori;

          chi non accettava che le leggi dello Stato dovevano essere coerenti con l’insegnamento dei Vescovi: era fuori;

          chi si schierò per mantenere il divorzio nella legislazione italiana partecipando attivamente al Referendum del 1974: era fuori;

          chi espresse perplessità su alcune affermazioni della Enciclica Humanae Vitae e fece notare la contraddizione insita tra il valore

          conclamato ed alcune possibilità  ipocritamente ammesse: era fuori;

Potrei continuare ma ripeterei cose note. Preferisco, invece, soffermarmi su alcune distorsioni che hanno reso

difficile il cammino della Chiesa e che, di conseguenza, hanno creato molte tensioni in quello che per me è “il Popolo di Dio”.

La più grave, a mio avviso, è stata quella che ha indotto la Conferenza Episcopale Italiana, guidata dal Cardinale Ruini, a lasciare campo libero

nell’educazione degli italiani alle televisioni di Berlusconi in cambio dei finanziamenti alle proprie attività. La tentazione di vendersi per poco è sempre molto forte.

Che l’approdo non potesse essere diverso da quello che è stato è una affermazione ovvia.

Ad intere generazioni è stato insegnato che tutto era permesso e che l’obiettivo da raggiungere era il massimo della

ricchezza, del successo, del potere. Per costringere i Vescovi ad iniziare a cambiare atteggiamento è stato necessario che tutto precipitasse nello squallore più grande. Ma se  questo è stato l’errore più grave che ha separato progressivamente gli italiani dalla Chiesa gerarchica rendendo vana la sua predicazione, non è stato l’unico.

Per troppo tempo poteva accadere, nella Chiesa, qualsiasi scandalo ma l’ordine era: coprire!

La Banca Vaticana dimenticava ogni forma di “povertà”: pazienza!

Tra i sacerdoti la pedofilia diventava non solo triste eccezione: pazienza!

In alcune comunità si abusava di persone in difficoltà: pazienza!

Nel settore della cura alle persone fallivano, per distrazione di capitali,

Istituzioni benemerite: pazienza!

Nasceva un figlio di un sacerdote: non si festeggiava ma si cercava di nascondere: pazienza! Potrei continuare ma sarebbe molto triste.

Preferisco passare al momento di svolta.

Papa Benedetto XVI si accorge che, mentre lui riflette e parla, anche i suoi più stretti collaboratori non lo ascoltano e si comportano perseguendo obiettivi ed interessi propri. Si accorge che mentre lui approfondisce concetti teologici e filosofici ponendosi in contrasto con gran parte della cultura mondiale molto spesso accusata di cedere al relativismo, anche nel suo appartamento nessuno lo ascolta. Allora si ribella e si dimette da Vescovo di Roma.

E’ l’urlo di chi chiede aiuto e si rivolge allo Spirito Santo che lo ascolta ed il nuovo Vescovo di Roma è Papa Francesco. Non passa molto tempo e ci si accorge che la Chiesa cambia.

Se a Lampedusa c’è l’invito a sconfiggere “la globalizzazione della indifferenza”, nel dialogo con Eugenio Scalfari c’è un messaggio chiarissimo che chiama tutti a confrontarsi con se stessi.

Finalmente un Papa ricorda a chi ha ricevuto il dono della Grazia della Fede in Cristo  che il suo impegno deve essere quello di rendere vita il “Comandamento dell’Amore” e, con la massima coerenza possibile con esso, vivere rispettando la propria coscienza.

A chi non ha ricevuto il dono della Fede in Cristo viene indicato il “primato della coscienza” in cerca della verità come momento fondante della propria vita giungendo fino ad affermare che “per chi non ha il dono della Fede il peccato consiste nel non seguire la propria coscienza”. L’insegnamento appare chiaro.

Papa Francesco non annulla valori o precetti ma, ponendo al centro della vita dell’uomo il Cristo ed il primato della coscienza, ci riporta indietro nel tempo e ci fa riscoprire il Vangelo.

L’Amore è il centro da cui tutto trae vita. Amare Dio, amare il vicino, amare Dio nei più deboli è il comandamento

da vivere. Poi c’è il primato della coscienza e c’è la denuncia di ogni ipocrisia.

Ci troviamo in presenza di una autentica rivoluzione evangelica che mette in discussione idee e comportamenti consolidati.

E’ evidente che un simile Vescovo è un problema per quanti hanno confuso “Servizio” con “Potere”.

Molte “eminenze ed eccellenze” dovranno tornare a rileggere il Vangelo.

Molte “eminenze ed eccellenze” dovranno riscoprire la verità “degli ultimi che saranno i primi”.

Purtroppo è sicuro che le resistenze cresceranno, i pericoli aumenteranno. Il nostro compito è, perciò, quello di difendere questa primavera facendo comprendere che il “Popolo di Dio” ha compreso e che non sarà possibile tornare indietro. 

Per terminare mi piace ricordare un episodio che sintetizza questo momento che viviamo.

Due sacerdoti di Radio Maria, dopo avere criticato Papa Francesco, sono stati rimossi dai loro incarichi nel rispetto di una prassi che appariva normale. Chi li ha rimossi non aveva capito. Papa Francesco ha telefonato di persona ad uno dei due sacerdoti. E’ un gesto che è  il sigillo papale per una vita nuova per tutta la comunità ecclesiale.