L’allarme lanciato questa mattina dalle colonne del quotidiano Libero, per la massiccia presenza di immigrati di fede musulmana nella Piana del Sele, porta a galla due ordini di problemi: il possibile rischio di infiltrazioni di elementi legati al radicalismo ed il fenomeno della presenza, a volte incontrollata, di immigrati.
Non sta a me difendere chi mi ha preceduto, anzi, ma so che chi governa un territorio assume iniziative in relazione ad allarmi reali, quindi certificati da dinamiche istituzionali, che mi sembra non ci siano state nel passato. So anche, però, che per anni la retorica dell’accoglienza a tutti i costi, senza controlli e senza filtri, ha creato emergenze nazionali in questo territorio ed oggi è la comunità dei residenti che paga le conseguenze.
Che vi sia necessità di stabilire controlli su tutto e tutti è fin troppo chiaro, perché questo fa parte delle attività a tutela della sicurezza dei cittadini. Ma allo stesso tempo dico che non abbiamo riscontri di pericoli che arrivino da eventuali luoghi di culto non regolari, circostanza che peraltro si ravvisa non solo tra i musulmani. Gli stessi episodi citati dalla stampa nazionale, relativi ad atti di vandalismo su simboli della nostra religione, non sono una novità, ma non solo in questo territorio. Il problema è che non abbiamo i riscontri che ci facciano pensare ad atti di lotta tra religioni, come in tanti altri episodi legati a danneggiamenti e furti nelle chiese, che fanno purtroppo parte del bagaglio delinquenziale di bande di criminali o di balordi imbottiti di alcol. Gli stessi episodi legati alla presenza su questo territorio di terroristi o fiancheggiatori sono ipotesi, ma senza riscontri di polizia.
In questo panorama di situazioni ipotizzate, mi sembra difficile chiamare qualcuno alla responsabilità.
Diverso è invece affrontare, nel suo complesso, il fenomeno della presenza di extracomunitari sul mostro territorio. Presenze cresciute di pari passo con la mancanza di controlli e con un’accoglienza che ha privilegiato la quantità a danno delle regole e dei principi del vivere civile. Una retorica intollerabile, quella dell’accoglienza a tutti i costi, che si è sviluppata attraverso la presenza di chi immaginava di ideologizzare anche questo triste fenomeno e di chi, al contrario, ha approfittato della disperazione di tanti, impiegandoli nelle serre e sottopagati o addirittura vendendo a peso d’oro un posto letto. Ed in questa atmosfera negli anni la Piana del Sele è diventata terra promessa anche per quanti, non rispettando alcuna regola, finivano nella nostre zone per nascondersi e sfuggire a controlli.
Anni di errori, non solo comunali, a cui contiamo di mettere fine con politiche oculate di accoglienza. Ed anche con quel censimento che ci chiedono gli ebolitani e che fa parte dei nostri programmi di governo del territorio, perché avere la fotografia chiara del fenomeno significa anche poterlo governare.
Un censimento già avviato e che, sommato ad un nuovo modo di intendere le politiche dell’accoglienza ed al sistema di videosorveglianza che abbiamo ripreso, aumenterà i livelli di sicurezza per i cittadini.
Un tema che ci è molto caro, quello della sicurezza, tanto che fin dal mio insediamento ho sollecitato continuamente le autorità competenti ad alzare il livello di attenzione per il nostro territorio.
Inoltre, ho chiesto ed ottenuto una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza che si è svolta a Salerno, ma sono in attesa che ci venga comunicata la data esatta per un’altra riunione del comitato, che questa volta si terrà direttamente ad Eboli.
Massimo Cariello
Sindaco di Eboli