Il vero Leopardi nella mostra dedicata al Poeta dell’Infinito dall’artista salernitano Renaldo Fasanaro, alla Pinacoteca Provinciale di Salerno fino al 10 novembre.

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“Questa mostra smentisce tutto ciò che abbiamo appreso su Leopardi che è stato sempre descritto come un personaggio misogino, misantropo: un‘immagine stereotipata che non corrisponde alla realtà”.  A svelare il vero Leopardi è stato l’artista salernitano, architetto, pittore, storico, Renaldo Fasanaro che ha dedicato a Giacomo Leopardi la mostra intitolata: “Giacomo Leopardi. L’avventura dell’immaginazione. Maestri Città e Amori del Poeta dell’Infinito”, visitabile fino al dieci novembre presso le sale della Pinacoteca Provinciale di Salerno (Palazzo Pinto). La mostra,  che è una vera e propria ricerca storico – culturale  su Leopardi, è ricca di documenti, reperti originali e inediti di grande valore storico, presentati in circa 90 pannelli,  è stata organizzata grazie al patrocinio della Provincia di Salerno rappresentata dal Consigliere Provinciale con Delega alla Cultura Francesco Morra e dall’Ingegnere Gioita Caiazzo, Dirigente Servizio Reti e Sistemi Culturali che hanno inaugurato la mostra che gode anche del patrocinio dell’Ufficio Cultura e Arte – della Diocesi di Salerno Campagna e Acerno; dell’Associazione Culturale Adorea, presieduta dalla dottoressa Paola Nigro, dei Club Lions del Distretto 108YA della VI Circoscrizione , Zona 14,  presieduta dalla dottoressa Marianna Amendola, con Club capofila il “Lions Club Salerno 2000” presieduto dal dottor Antonio Apolito; dall’Associazione ANILS (Associazione Nazionale Insegnanti di Lingue Straniere) presieduta dalla professoressa Patrizia De Bartolomeis, Presidente Regionale.  

 Dopo la performance dell’attore Gaetano Fasanaro che ha recitato con grande coinvolgimento emotivo “L’Infinito” di Leopardi con in sottofondo la musica rilassante, evocante i suoni della natura, curata dal musicista Francesco Fasanaro, il  curatore della Mostra Renaldo Fasanaro ha spiegato che Leopardi era un uomo europeo: “Fu il primo ad intuire quelle che avrebbero dovuto essere le basi su cui costruire l’Europa: pensava che si potesse costruire un’Europa unita solo attraverso la cultura dei popoli. Pensava ad una lingua europea. Anticipando tutti, sentì l’esigenza di scrivere un dizionario europeo”.  Fasanaro ha anche raccontato che erano tante le donne che frequentava Leopardi:” Antonietta Ferroni Tommasini a Bologna e la figlia Adelaide Tommasini Maestri, con la quale ebbe un rapporto epistolare molto forte; la Duchessa di Parma Maria Luigia; Cornelia Rossi Martinetti; Caterina Franceschi Ferrucci, Teresa Carniani Malvezzi con la quale ebbe un rapporto affettivo molto forte”. Fasanaro nel corso della visita guidata ha mostrato un antico vocabolario dell’800 dell’abate Giuseppe Manuzzi al quale Leopardi aggiunse circa 1200 voci:” Per la costruzione di una lingua italiana, di una lingua europea”. Fasanaro ha raccontato che Leopardi iniziò il suo apprendistato nella biblioteca del padre Monaldo leggendo l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide:” Nel suo “studio matto e disperatissimo”, studiò anche Dante e Petrarca. Leopardi fu il primo intellettuale europeo ad aprirsi alla cultura Europea con Goethe, Renè Chateaubriand, Byron, Charlotte von Stein, de Musset, Saint Beuve: era molto attento a ciò che succedeva in Italia, che non era ancora unita, e in Europa”.  Nella mostra è esposto anche un passaporto coevo a quello rilasciato dal conte Saverio Broglio a Leopardi:” Gli servì per fuggire da Recanati dove era stanco del clima in cui si viveva che non faceva che opprimerlo: decise di fuggire dal “natio borgo selvaggio”. Lungo il percorso viene narrata anche l’origine della famiglia di Leopardi:” San Leopardo, Vescovo di Osimo era l’antenato della famiglia Leopardi che disponeva di molte proprietà ed aveva anche uno stemma di famiglia che ho ricostruito”. Nella mostra sono esposti anche due bellissimi e suggestivi ritratti realizzati da Fasanaro: quello di Giacomo Leopardi, vestito con un abito in velluto, con sullo sfondo la famosa luna: quella della frase “O graziosa luna, io mi rammento” tratta dalla poesia “Alla Luna”, e quello di Paolina Leopardi, sorella del poeta, anch’ella scrittrice:” La famiglia di Leopardi era una famiglia di letterati. Anche il padre Monaldo scriveva così come i suoi cugini”. Nella mostra si racconta anche dell’incontro di Leopardi con Alessandro Manzoni:” Il 3 settembre del 1827 al gabinetto Vieusseux di Firenze”.  È esposta anche una lettera inedita che Leopardi scrisse a Charlotte Bonaparte il 17 maggio del 1833. Nella mostra sono esposti documenti che evidenziano il forte rapporto di amicizia che Leopardi aveva con Antonio Ranieri patriota, scrittore e politico italiano:” Fu geloso custode delle carte leopardiane, anche dopo la morte del poeta recanatese morto a Napoli il 14 giugno del 1837, dove è sepolto nel Parco Virgiliano di Piedigrotta”.  Nella mostra è esposto anche un eccezionale reperto: “La maschera funebre di Leopardi: un calco originale del primo 900 in gesso dipinto proveniente da una libreria antiquaria di Modena”. Dopo il 10 novembre la mostra sarà presentata a Genova, a Reggio Emilia e a Firenze, come ha annunciato l’architetto Fasanaro: “Ho voluto che questa mostra si inaugurasse a Salerno: è stato un atto d’amore nei confronti dei miei concittadini e della mia città”. Il giorno successivo all’inaugurazione è stato organizzato un interessante convegno nell’ambito della manifestazione culturale “Domeniche ad Arte”: dei salotti  letterari  organizzati nei musei salernitani dalla “Provincia di Salerno; dalla “Camera di Commercio” di Salerno; dalla “Coldiretti” di Salerno; da “Campagna Amica”; dall’ACLI provinciale di Salerno e con il “CTA Salerno APS” come hanno spiegato l’ingegnere Gioita Caiazzo, Dirigente Servizio Reti e Sistemi Culturali, e la dottoressa Tonia Willburger,  componente del Centro Turistico ACLI. Nel corso della mattinata, dopo l’intervento dello storico Renaldo Fasanaro che ha  spiegato come, attraverso il percorso della mostra, abbia costruito la biografia dell’anima  di Leopardi,  sono intervenuti: il dottor Marcello Andria, Vicepresidente del Comitato Nazionale delle Biblioteche e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, grande studioso di Leopardi,  che ha spiegato il  rapporto che aveva  Leopardi con i libri e il dialogo che aveva con gli antichi; la professoressa Lorella Parente, Teologa,  Direttore dell’Ufficio Cultura e Arte dell’Arcidiocesi di Salerno, che si è soffermata a spiegare quelle che erano le parole di fede negli scritti giovanili di Leopardi;  la professoressa  Alba Coppola: italianista, specializzata in Letteratura del Rinascimento, che ha spiegato il rapporto esistente fra Leopardi e i romantici tedeschi; il professor Gennaro Saviello, Filologo, Dottorando presso l’Università degli Studi “e Campus”, ha raccontato dell’amicizia di Leopardi con   il conte bolognese Carlo Pepoli, politico, poeta, librettista che scrisse l’opera “I Puritani” musicata dal musicista, compositore e operista Vincenzo, Bellini, anch’egli amico di Leopardi; la professoressa Patrizia De Bartolomeis. Presidente Regionale Campana dell’Associazione Insegnanti di Lingue Straniere (ANLIS) che ha coordinato le letture in francese e in italiano di due lettere che si scrissero Charlotte Bonaparte e Giacomo Leopardi nel 1833, esposte nella mostra, a cura del professor Samuel Tual e della professoressa Corinne Tramonì, docenti madrelingua ANILS.

Aniello Palumbo