Il ricordo di Paolo Signorino a dieci anni dalla sua scomparsa. Il libro sulle sue “Opere in Comune” alla Pinacoteca Provinciale. 

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“Se il popolo non può andare nei musei, le esposizioni le faremo noi nelle strade, nei luoghi di ritrovo degli operai, e trasformeremo le strade e i ritrovi in musei. Dipingeremo i muri delle vie, dei palazzi pubblici, di tutti i posti dove si raccoglie la gente che lavora”. Sono le parole del Maestro Paolo Signorino, l’artista che amava dipingere le sue adorate rose e i paesaggi della Costiera Amalfitana, scritte in occasione della realizzazione di un suo dipinto murale “Saluti da Faiano” che il Maestro realizzò nel 1983 in Piazza Garibaldi nella frazione di Faiano, ricordate nel libro “Paolo Signorino. Opere in comune”, curato dalla professoressa Stefania Zuliani, docente di Teoria della Critica d’Arte presso l’Università degli Studi di Salerno, e dallo storico e critico d’arte Alberto Landi,  nel quale si racconta di un Paolo Signorino poco conosciuto, quello che realizza innumerevoli opere di pittura e anche di pittura su ceramica intervenendo direttamente nello spazio pubblico: nelle piazze, nelle strade, nelle chiese di paesi e città a lui familiari: Salerno, la Costiera Amalfitana, Vietri, Minori, Maiori, Torello di Ravello. La professoressa Anna Signorino, sorella dell’artista salernitano, nato a Battipaglia, ha voluto dedicare il libro al fratello in occasione del decennale della sua scomparsa avvenuta il 24 marzo del 2015, quando l’artista aveva 79 anni. “Di mio fratello ho sempre ammirato i modi gentili, l’educazione, il rispetto, la cultura (letteraria, artistica, musicale), il suo essere orgoglioso e al contempo umile, l’amore per la natura e per i fiori. Paolo è stato per me un mentore, una guida nel campo dell’arte, nella scelta delle mie letture. Il nostro è stato un rapporto caratterizzato da comprensione e sostegno reciproco. Ci univano affinità culturali, ideologiche, di gusti, di abitudini, di frequentazioni”. Il libro è stato donato ai tanti presenti che hanno gremito la grande sala della “Pinacoteca Provinciale” di Salerno in occasione del convegno “Paolo Signorino a dieci anni dalla sua scomparsa” organizzato  dalle associazioni “Parco Storico Sichelgaita” e “Hortus Magnus”, presiedute dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, e dal “Club Inner Wheel Paestum Città delle Rose”, presieduto dalla professoressa Antonietta Rocco, con il  patrocinio della “Provincia di Salerno”, rappresentata dall’ingegnere Gioita Caiazzo, Dirigente Provinciale del Settore Reti e Sistemi Culturali, che ha ricordato che “Nel Museo della nostra città, nella sala dedicata ai pittori “Salernitani e Costaioli”, è esposto uno dei quadri di Paolo Signorino, il “Portale di Palazzo d’Avossa”, che fa parte della donazione di quindici opere donate dal Maestro Signorino”. La professoressa Clotilde Baccari Cioffi ha ricordato che nell’edizione del 2011 della “Mostra della Minerva” organizzata dall’associazione” Hortus Magnus” da lei presieduta, fu scelto come logo della manifestazione uno dei fiori dipinti da Paolo Signorino:” Tratto dalla sua raccolta di acquerelli raffiguranti fiori semplici inseriti nella sua mostra “Erbario”, tenutasi nel 2005 alla Galleria “Il Catalogo” e, nel 2006, nella mostra tenutasi presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra.  Paolo Signorino, esempio di umanità, cultura e semplicità, che è il pittore dei fiori, dei giardini, della solarità, è nella storia della nostra città e nel cuore di tutti noi”.  La professoressa Antonietta Rocco ha ricordato che il Maestro Signorino, Socio Onorario del “Club Inner Wheel Paestum Città delle Rose”, donò al Club il logo raffigurante l’antica rosa Centifolia di Paestum che campeggia sul gagliardetto del sodalizio innerino: “Paolo Signorino era un campione di umanità: attento ai valori tradizionali, come quello della famiglia, e attento osservatore della realtà. Era un educatore sensibile ai problemi dei giovani. A lui abbiamo dedicato il premio della “Sezione Pittura” del nostro “Concorso Paestum “Città delle Rose” dedicato agli alunni delle scuole del territorio”. A ricordare l’artista, l’uomo, l’amico, Paolo Signorino, sono stati: l’Onorevole Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, grande amico di tutta la famiglia Signorino, che ha raccontato del “rapporto carnale” che aveva Paolo Signorino con il territorio salernitano:” Quel pezzo di territorio che ha ispirato la sua speculazione intellettuale trasferita mirabilmente su tela e materiali vari”.  Il Senatore Andria ha anche ricordato la mostra dedicata all’artista salernitano che si tenne nove anni fa a Palazzo Pinto, curata dal critico d’arte Massimo Bignardi, e raccontato della grande umanità che caratterizzava il professor Paolo Signorino:” Era una persona dialogante e gentile. Con la sorella Anna creava un legame indissolubile”. La professoressa Ada Patrizia Fiorillo, docente di Storia dell’arte Contemporanea presso l’Università di Ferrara, ha ricordato della sua amicizia con il maestro Signorino:” È stato un amico affettuoso e premuroso. Come artista riusciva a trasferire a noi il suo sguardo sul mondo attraverso il suo segno leggero, sinuoso, attraverso i suoi colori, le sue cromie. Paolo è stato un pittore di fiori, di paesaggi, di interni, di oggetti, che lui collezionava nel suo studio, di figure, di ritratti. Paolo, che è ancora con noi, è stato un artista che ha interpretato una bella pagina della nostra storia”. La giornalista de “Il Mattino”, Erminia Pellecchia, che ha scritto tanti articoli su Paolo Signorino e, come storico dell’arte, curato tante mostre del Maestro, ha ricordato alcuni momenti trascorsi a Ravello con l’amico Paolo:” Ravello era il suo luogo dell’anima”.  La giornalista salernitana ha ricordato la mostra “Paolo Signorino: Per Europa”, da lei curata ed   esposta, nel 2013, alla Pinacoteca Provinciale di Salerno, e che la giornalista paesaggista romana Rossella Sleiter, definì Paolo Signorino “pittore botanico”. Il dottor Alberto Landi, specializzando in Beni Storico – Artistici all’Università di Macerata, ha ricordato che nella pittura di Paolo Signorino il paesaggio era un elemento centrale:” Il paesaggio gli donava forti emozioni e sensazioni: i luoghi in cui ha vissuto hanno avuto una notevole influenza sulla sua produzione artistica”. Il dottor Landi ha anche ricordato che:” Signorino, nel corso della sua esperienza artistica, ha condotto una costante riflessione sul tema del sacro” e che trasferì la sua pittura anche nell’arte ceramica: “Per lui la ceramica ha rappresentato una sfida. La sua pratica della ceramica non si limita soltanto alla pur prevalente decorazione, ma s’inscrive nel solco di una ricchissima sperimentazione che nel corso del Novecento ha visto l’incontro tra artisti non ceramisti e il mondo della ceramica”. La professoressa Stefania Zuliani ha spiegato che il libro è un omaggio al lavoro di un artista a tutti caro:” È anche un modo per sottolineare che l’arte deve entrare nelle nostre vite, anche per creare memoria: l’esperienza dell’arte crea comunità, crea storia. Paolo Signorino è un artista che guarda al presente, che riconosce i valori, ma che sa anche metterli in discussione e in relazione alle trasformazioni del tempo e della storia: era un artista che aveva una forte consapevolezza etica del suo essere artista”.

Aniello Palumbo