Il ricordo del giudice Giuseppe Rotunno, grande giurista e umanista salernitano.

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“Giuseppe Rotunno: giurista e umanista” è il titolo dell’interessante convegno organizzato, nella “Sala San Tommaso” del Duomo di Salerno, dalla presidente dell’Associazione “Parco Storico Sichelgaita”, la professoressa Clotilde Baccari Cioffi, per commemorare il Presidente di Cassazione, Giuseppe Rotunno, “altissimo magistrato, raffinato e dottissimo umanista” come ha ricordato il professor Luigi Torraca, già Ordinario di Letteratura Greca all’Università degli Studi di Salerno, che insieme al giudice Pasquale Andria, già Presidente del Tribunale per i Minorenni, ha ricordato le grandi qualità umane e culturali dell’illustre giurista, scomparso otto anni fa, originario del Comune di Padula dove nel mese di agosto gli è stata dedicata una strada come ha ricordato la presidente Clotilde Baccari Cioffi che ha voluto inaugurare l’anno sociale dell’associazione da lei presieduta con un incontro dedicato ad un’eccellenza del nostro territorio:” Il giudice Rotunno era una persona eccezionale che aveva un grande rispetto per l’amicizia e per l’uomo”. Don Michele Pecoraro, Parroco della Cattedrale, che ha ospitato il convegno nella Sala San Tommaso, ha sottolineato l’importanza della cultura greca e quella di valorizzare le nostre radici: ” La bellezza delle nostre radici, passate e moderne, fanno grande la nostra città”.

L’incontro è stato moderato dall’avvocato Michele Bartolo che ha ricordato il grande amore per la legalità che aveva il giudice Rotunno:” Aveva il culto della legalità che ha anche diffuso tra i giovani durante le sue lezioni nelle scuole. Con parole semplici riusciva a spiegare concetti difficili”. Il giudice Pasquale Andria, già Presidente del Tribunale per i Minorenni, ha ricordato il grande valore del magistrato Rotunno:” E’ stato un Maestro che ha onorato la toga con la sua professionalità e dignità. Tutti lo rispettavano. Quando entrava nell’aula del Tribunale era profondamente consapevole di esercitare una funzione estremamente delicata e complessa: il suo scrupolo, la sua massima attenzione, la sua capacita di studiare le carte processuali fino all’ultima virgola, erano significativi della personalità di quest’uomo che era una persona integra sotto tutti i profili ed estremamente conscia del suo ruolo sociale e professionale”. Il giudice Andria ha anche ricordato alcuni dei processi importanti di cui si occupò il giudice Rotunno:” Non solo a Salerno: a Potenza si occupò del processo al senatore Ciccio Franco, relativo alla rivolta di Reggio Calabria, che scoppiò negli anni ’70, nella quale ci furono anche dei morti”. Il Giudice Andria ha anche ricordato che il giudice Rotunno subì, nel 1982, un attacco dinamitardo alla sua abitazione e un agguato, tesogli il 19 gennaio del 1983, al quale fortunatamente scampò. “Rotunno è stato anche Consigliere nella Seconda Sezione Civile della Cassazione e anche alle Sezioni Unite dove ha dato un ottimo contributo. Le sue sentenze sono state molto spesso pubblicate sulle maggiori e più autorevoli riviste della giurisprudenza italiana”. Il professor Luigi Torraca, che conosceva bene il giudice Rotunno:” Eravamo entrambi soci dell’Associazione Italiana di Cultura Classica di Salerno” ha ricordato che il giudice Rotunno conosceva bene la lingua latina e quella greca:” Come ben pochi oggi possono conoscere. Era un cultore delle lettere classiche. Aveva una profonda competenza in campo letterario, linguistico e teologico del latino Un uomo di grande raffinatezza spirituale ed eleganza intellettuale”. Presenti la moglie del giudice Rotunno, Maria Tancredi Rotunno, che ha ricordato la dolcezza che aveva nei suoi confronti il marito:” Aveva per me una delicatezza che mi è rimasta nel cuore e che mi manca tanto”; la figlia Anna, professoressa di latino e greco al Liceo Classico De Sanctis di Salerno, sceneggiatrice teatrale, che ha raccolto e conservato numerose traduzioni dal greco e dal latino scritte dal padre che ha letto durante la serata:” Per tutta la sua vita ha coltivato l’interesse per l’antichità classica”; la figlia Sofia, Consigliere presso la Corte d’Appello di Roma, e il figlio Antonio, ingegnere elettronico, che ha ricordato l’ottimismo del padre:” Riusciva sempre a trovare una parola di conforto per tutti. E’ riuscito sempre a darmi una marcia in più”. Durante la serata la Preside Lia Persiano ha letto un brano tratto da “ L’amicizia” di Kahlil Gibran; la poetessa Maria Rosaria Di Rienzo ha dedicato dei suoi versi al giudice Rotunno e Don Michele Pecoraro ha cantato l’Ave Maria di Fabrizio De Andrè.

Aniello Palumbo