Il progetto per il “Viadotto Gatto” di Salerno e per Via Leucosia dell’architetto Raffello Lucadamo.

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“Eliminando il Viadotto Gatto e lasciando soltanto i piloni strutturali, calcolati per carichi in movimento e quindi capaci di sopportare notevoli pesi puntuali, si potrebbero mettere, su ognuno dei piloni, delle grandi piastre in acciaio circolari, raggiungibili con ascensori di vetro, dove inserire delle strutture ricettive: un ristorante panoramico, una discoteca, un centro benessere, un giardino pensile e quant’altro. Ho pensato anche di collegare, tramite un ascensore utile ai pedoni, Via Ligea con Via Benedetto Croce”.E’ questa in sintesi l’idea progettuale dell’architetto – scultore Raffaello Lucadamo che ha sempre avuto la lungimirante capacità di immaginare nuovi mondi, nuove frontiere, per riutilizzare il Viadotto Gatto, un’infrastruttura considerata da molti pericolosa dal punto di vista statico e  sempre più al centro di polemiche legate alla viabilità, al congestionamento del traffico veicolare dovuto al transito di tir che devono entrare nel porto commerciale di Salerno:” Aprendo le gallerie di Porta Ovest, che dovrebbero collegare il porto alla parte alta della città, il Viadotto Gatto diventerebbe inutile soprattutto se venisse ripristinato il traffico ordinario veicolare su Via Benedetto Croce”, ha spiegato l’architetto Lucadamo durante un incontro di riflessione sull’architettura e l’urbanistica della nostra città con i rappresentanti delle associazioni del territorio organizzato dall’architetto Ruggiero Bignardi, curatore della mostra “Architettura. Scultura. Design” tenutasi dal 7 al 23 maggio nel suggestivo e storico spazio dell’Arco Catalano di Palazzo Pinto in Via Mercanti.

Nella mostra dell’architetto Lucadamo erano esposte circa 40 opere: macchine e costruzioni in movimento, plastici, sculture e modelli. Un vero e proprio viaggio nella storia professionale e artistica di Lucadamo che l’architetto Ruggiero Bignardi ha definito artigiano – architetto. L’architetto Lucadamo laureatosi alla Facoltà di Architettura di Napoli nel 1979 con una tesi su uno studio di un habitat sottomarino, il cui plastico è stato esposto nella mostra, è sempre stato affascinato dal fantastico mondo sottomarino: già da ragazzo leggeva il libri di Giulio Verne : “Ventimila leghe sotto i mari” e” L’ isola Misteriosa” con il famoso “Nautilus” che incontra i mostri marini. Il sogno è il protagonista delle opere di Lucadamo, soprattutto delle sue sculture:” Ho sempre avuto la passione per l’arte, per la scultura in particolare che ho imparato ad amare fin da piccolo frequentando il laboratorio di mio padre che era un bravo scalpellino. La scultura in effetti è un’architettura un po’ priva di funzioni. C’è un’ interrelazione tra la scultura e l’architettura”. Lucadamo per realizzare le sue opere armoniose usa vari materiali: marmo, cotto, legno, ferro, alluminio, ottone, e per i modelli anche la plastica e il vetro attraverso i quali esprime il senso dei suoi progetti:” Il senso del progetto è una visione del mondo che potrebbe essere e non è: un mondo fatto di forme scevre di riferimenti e stilemi ma che trovano sempre delle soluzioni innovative”. Lucadamo che ha conosciuto vari artisti e scultori realizza oggetti di design, disegni a tempera, acquerelli, schizzi, sculture in ferro che rappresentano macchine medievali da guerra, installazioni che richiamano personaggi mitologici come il famoso Achille e macchine agricole.

 

Oltre all’ipotesi progettuale per il Viadotto Gatto, Lucadamo, che ha insegnato al Liceo Sabatini – Menna, ha realizzato anche dei plastici per presentare il suo progetto di recupero delle cave dismesse come quella di Pellezzano: ” Abbiamo in Campania più di 100 cave dismesse, vere ferite per il territorio che potrebbero essere utilizzate come bacini per la raccolta delle acque meteoriche in un periodo di emergenza idrica” e il progetto per sostituire le tante antenne radiotelevisive poste sulla sommità del Colle Bellara con un’unica grande antenna: ” Potrebbe anche essere un elemento con varie funzioni, visibile dal mare quasi come se fosse un faro”. Nella mostra che è stata visitata da tanti salernitani e turisti, era esposto anche il modello progettuale per il recupero di Via Leucosia: ” E’ formata da due strade una delle quali potrebbe essere recuperata per realizzare un giardino roccioso”.

Aniello Palumbo