“Il cinema era, al principio, una fotografia in movimento capace di registrare aspetti del perpetuo cambiamento che è la vita. Si trasformò successivamente in un divertimento”. Con questa frase del famoso storico e critico cinematografico francese, Pierre Sorlin, professore emerito di “Sociologia del Cinema” all’Università Sorbona di Parigi, inizia la prefazione del libro “Profondo Sud. Storia, documentario e Mezzogiorno”, edito da” Liguori Editore”, scritto dalla dottoressa salernitana Mariangela Palmieri, che ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia presso l’Università di Salerno dove insegna Storia del Cinema. L’autrice, in modo attento e minuzioso, ha compiuto un esauriente censimento dei cortometraggi dedicati al Mezzogiorno, veri reperti filmici, girati dalla fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni sessanta, attraverso i quali possiamo accedere a una documentazione storica quasi sconosciuta. Un libro che, riuscendo a far dialogare storia e cinema, fa comprendere le radici del nostro presente: utile non soltanto agli storici, agli specialisti del settore, ma a tutti, per ricostruire, attraverso il cinema documentario, alcuni aspetti del nostro Mezzogiorno, nell’epoca che precede il boom economico e le sue successive trasformazioni degli anni sessanta, cogliendone i contrasti e i paradossi. Il libro sarà presentato domani sera, (venerdì 23 luglio) alle ore 19,30 presso l’oratorio dell’Arciconfraternita del SS. Rosario e SS. Annunziata di Vietri sul Mare , nell’ambito dell’edizione estiva degli “Incontri di Cultura, ” organizzati dai direttori artistici de ”La Congrega Letteria ” , Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco di Vietri sul Mare . A dialogare con l’autrice, prima della proiezione di alcuni documentari realizzati tra gli anni ’40 e gli anni ’60, sarà il dottor Hernan R. Vargas, Dottore di ricerca in studi storici all’Università di Salerno e borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici “Benedetto Croce” di Napoli.
Aniello Palumbo