E’ l’ortopedico con il maggior impatto scientifico in Europa e quinto nel mondo. Stiamo parlando del Professor Nicola Maffulli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Clinica Ortopedica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi di Salerno, Professore Ordinario di Ortopedia e Traumatologia dell’Università di Salerno. Il suo nome è emerso dalla classifica recentemente pubblicata sulla rivista internazionale “Plos Biology” che ha reso noto uno studio del gruppo diretto dal dottor John Ioannidis ,della Stanford University, che illustra i ricercatori scientifici la cui produzione ha maggiore impatto al mondo. Lo studio si basa sui dati ricavati a maggio 2020 dall’imponente database per la ricerca scientifica mondiale “Scopus” relativi a ben 7 milioni di ricercatori di università e centri di ricerca di tutto il mondo, in 22 campi scientifici e 176 sottocampi. Il professor Maffulli grazie alle sue ricerche e alle sue produzioni scientifiche, che hanno avuto un notevole impatto nel mondo accademico e scientifico, è risultato al 2154esimo posto nella classifica generale, quinto al mondo e primo in Europa, ovviamente primo anche in Italia, nella categoria Ortopedia. Il Professor Nicola Maffulli è anche l’ortopedico più citato al mondo nelle pubblicazioni scientifiche di alto impatto: ” Tra i miei dieci articoli più citati ci sono quelli sulla ricerca in traumatologia dello sport; sulle innovative tecniche di chirurgia del ginocchio, in particolare nella ricostruzione del legamento crociato anteriore, del piede e delle caviglie, con operazioni riguardanti i tendini, tra cui la chirurgia del tendine di Achille, con tecniche minimamente invasive; di ortopedia artroprotesica e sull’ ingegneria tissutale, ossia la creazione in laboratorio di strutture biologiche per uso biomedico, prodotte con nanotecnologie a ridotto impatto ambientale: sono composti da polimeri biodegradabili che, inseminati con le cellule staminali del paziente, vengono da queste trasformati in parti di organo biologicamente identiche a quelle del paziente su cui verranno trapiantate, come tendini e legamenti, al posto delle protesi di polietilene o ceramica e metallo inevitabilmente soggette ad usura”. Il Professor Maffulli sta cercando anche di diffondere una nuova filosofia della riabilitazione attraverso la mobilitazione super precoce nel post operatorio: ” Evitiamo la stasi del paziente che esce dalla sala operatoria. Se è in grado di sostenere il carico, il paziente comincia a camminare immediatamente e una buona parte degli interventi viene eseguita in Day Hospital, soprattutto per l’operazione di ricostruzione dei crociati anteriori del ginocchio. Il paziente entra ed esce dall’ospedale nella stessa giornata”. All’ospedale di Salerno si sono velocizzati notevolmente anche gli interventi sulla rottura di femore: ” Nel periodo antecedente la pandemia con il progetto “Percorso femore: attesa zero” abbiamo portato l’Azienda Ospedaliera di Salerno dagli ultimi posti del 2016, per quanto concerne gli interventi per fratture prossimali di femore trattate nelle 48 ore, ad occupare il quinto posto tra le grandi Aziende Ospedaliere italiane, primi nel Meridione. Grazie ad un eccellente lavoro di equipe siamo arrivati a una percentuale dell’86,5% dei pazienti trattati nelle 48 ore. Il 43% di questi viene trattato in 24 ore. Prima i pazienti venivano operati mediamente dopo 15 giorni. Inoltre operiamo ormai molti pazienti con varie patologie che provengono da altre regioni, invertendo così la migrazione sanitaria”. Il Professor Maffulli che ha sempre collaborato con i migliori centri di ricerca in Europa e nel mondo sta continuando la sua ricerca, finanziata dalla comunità europea e da una serie di aziende del settore, insieme alla sua squadra composta da scienziati di base e clinici : ” A Salerno riusciamo a portare avanti bene la ricerca sia in ambito scientifico, sia in ambito clinico. Ci auguriamo di portare nei prossimi cinque anni tutte queste tecniche di laboratorio che abbiamo sviluppato per la chirurgia tissutale, nell’ambito della pratica clinica”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno). Aniello Palumbo