“La poesia è una falsa felicità che è felicità”. “ La regola del mondo è la disarmonia non l’armonia”, “Possiamo morire solo se amiamo”, sono alcune delle frasi di Fernando Pessoa, uno dei più grandi poeti del ‘900: un uomo piccolo, quasi insignificante, con i baffetti, gli occhialini, il suo cappello nero a falde larghe; un uomo dall’aspetto goffo e sgradevole, come lui stesso diceva, che non si stimava, che non aveva certezze; una persona infelice e sola che vedeva il mondo con la meraviglia e lo stupore di un bambino: un genio della poesia. A raccontare la vita, la poetica del “poeta dell’abisso” è stato il professor Aniello Di Mauro, già docente di Latino e Greco nei licei salernitani, in occasione del primo degli “Incontri Letterari” organizzato presso la meravigliosa villa settecentesca “Palazzo Suriano Heritage Hotel” di Vietri sul Mare dei fratelli Camillo e Carlo De Felice, dall’associazione culturale vietrese ”, diretta artisticamente dal professor Antonio Gazia e da Alfonso Vincenzo Mauro, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Vietri sul Mare nelle persone del Sindaco Giovanni De Simone e dell’Assessore alla Cultura Antonello Capozzolo.
Il professor Di Mauro ha raccontato che Pessoa nacque a Lisbona il 13 giugno del 1888 e che morì di cirrosi epatica il 30 novembre del 1935, all’età di 47 anni:” Per un trentennio fu una presenza fondamentale sulla scena letteraria del suo Paese, solo dopo cinquant’anni di studi sul poeta venne assurto a patrimonio di tutti: dopo la sua morte, fino ad oggi, dal “baule” prodigioso dei suoi manoscritti sono continuati ad uscire testi che rendono sempre più intricato e vertiginoso il mondo di questo scrittore che più che uno scrittore, fu un’intera letteratura”. Di Mauro ha ricordato che Pessoa scriveva a proprio nome o con vari “eteronomi”: ” Alvaro de Campos, Bernardo Soares, Riccardo Reis: ognuno provvisto di una propria personalità anagrafica, di una realtà esistenziale, seppure fittizia, e di un proprio stile; “una sola moltitudine” che nasceva dall’invenzione dissociata e proliferante di una sola persona in carne e ossa, Fernando Pessoa“. Di Mauro ha spiegato che Freud, Pirandello e Pessoa hanno scoperto che l’individuo non esiste, che siamo tutti divisi: ” Per questi autori non si sa più qual è l’io, e quindi l’io non è più misura del mondo, ma l’unica cosa da fare è sdoppiarsi e guardarsi vivere”. A recitare alcuni brani del libro più famoso di Pessoa “Le Inquietudini” è stato il professor Luigi Alfinito. Il libro è stato firmato con il nome di Bernardo Soares come ha spiegato il professore Di Mauro :” Pessoa è un universo poetico che offre immensa materia da esplorare per la complessità della sua persona in cui le contraddizioni forniscono una visione multipla della vita. La poesia di Pessoa è uno specchio riflettente in cui la figura del poeta riproduce tante altre figure che, nella visione sono diverse, ma nella realtà sono una cosa sola. In questo consiste l’originalità e l’universalità di Pessoa la cui immaginazione non conosce limiti e abbraccia il mondo intero”. (Foto di Edoardo Colace).
Aniello Palumbo